MotoGP Portogallo: Marc Marquez, il ritorno del guerriero ferito

MotoGP Portogallo: Marc Marquez, il ritorno del guerriero ferito

In lacrime al box dopo la gara ha dimostrato di non essere più il pilota granitico di una volta. Quello che ha passato lo ha trasformato in un nuovo pilota...

19.04.2021 19:27

I tanti momenti legati al weekend di Marquez sono un collage, iniziato nel giovedì di Portimao sotto i riflettori del mondo intero impazienti di sentire e rivedere il numero #93 nel Paddock. Quello che si è presentato ai giornalisti è stato però un pilota "timoroso" e "timido". Aggettivi che mai ci saremmo sognati di appiccicare addosso all'otto volte iridato. Lui ha ben altri adesivi su di sé: folle, amante del rischio, fuori dagli schemi, esigente, aggressivo, per alcuni anche antipatico. Eppure Marc è tornato mettendo le mani avanti, quasi a voler scacciare la tanta pressione che tutti gli stavano mettendo: "Non sono al 100%, non vi aspettate troppo da me e ancora: “Oltre alla riabilitazione fisica mi ci vorrà anche quella mentale e ci metterà di più ad arrivare”.

La prima volta in sella alla RC213V


Il secondo momento rilevante è un fermo immagine del suo rientro in pista dopo 255 giorni di assenza da quel maledetto 19 luglio 2020: Marc indossa il casco, infila i guanti mentre il suo capotecnico Santi Hernandez gli dà un buffetto sul braccio a dire: "Bentornato eh!". Lui ricambia con un sorriso, la tensione per un attimo si soglie, ma ritorna prepotente appena gli fanno cenno che la RC213V è pronta. Visiera abbassata, è il momento di salire in sella e scacciare via le farfalle dallo stomaco.

Il primo vero sorriso


Il terzo momento chiave racchiude più attimi: primo giro, secondo giro, terzo giro, quarto giro. I suoi "uomini" lo attendono al box ma lui non rientra, continua a girare, sempre più forte. Nel primo giro è timido, a fatica appoggia il ginocchio in curva: ma chi è questo pilota? È irriconoscibile. Ci aveva avvertiti che sarebbe stato cauto almeno all'inizio. Il problema è che nessuno gli credeva. E invece i primi due giri lo è stato. Poi ha dato via libera al gas e da lì il suo rientro è stato ufficiale.

Quarto momento, uno dei più emblematici di questo ritorno: lo spagnolo rientra al box alla fine del turno. Il terzo miglior tempo è suo. È solo l'inizio ma quando si toglie il casco, già seduto nel suo angolo del box, un sorriso largo si fa spazio sul suo volto. È il suo solito. È il sorriso di chi ha capito che Magic Marquez è ancora un pilota, che può ancora fare il pilota. Via le farfalle dallo stomaco, via i dubbi. Si inizia a fare sul serio.

Il rientro, la vera vittoria


Da Barry Sheene a Mick Doohan, Marc Marquez non è stato di certo il primo a compiere un' impresa tanto difficile. Il pilota inglese Sheene, nel 1982, durante le prove del GP di Silverstone cadde finendo contro la moto di Patrick Igoa, caduto un attimo prima di lui: si ruppe entrambe le gambe. Ci vollero 27 viti per aggiustarle e dopo sette mesi, contro il parere dei medici che gli chiedevano di finire lì la sua carriera di pilota, rientrò riuscendo poi a tornare sul podio nel 1984 nel Gp del Sudafrica.

Ma il pilota che più viene accostato a Marquez è proprio l'australiano Mick Doohan: anche per lui la vita da pilota non è stata una passeggiata e tra tutti i vari infortuni ce n'è stato uno che più di tutti ha segnato la sua carriera. Nel 1992 cadde ad Assen e rischiò di perdere una gamba. Venne operato dal Dottor Costa e, dopo due mesi riuscì a tornare in sella. Fu un vero e proprio miracolo. Quindi, tra i piloti moderni come non ricordare Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi. Tutti grandi riders che si sono infortunati più o meno gravemente ma che sono riusciti a tornare in tempi record. Per Marquez non si può parlare di tempi record, ma, come ci ha fatto capire più volte in questo weekend, tornare a correre dopo un infortunio simile, è stata per lui la vera vittoria. Quella personale di un ragazzo di 28 anni che per un attimo ha temuto il peggio, ovvero di non poter più fare quello che più ama.

MotoGP Portogallo Gara: Quartararo vince ma Bagnaia dà spettacolo

Il nuovo Marquez


Non c'è da stupirsi quindi, che anche in gara abbia dato tutto se stesso: è arrivata “solo” la settima posizione, aiutato anche da qualche caduta. Ma poco importa se fosse arrivato decimo o undicesimo, il vero obiettivo era tornare e con stupore è riuscito a portare a termine anche la sua prima gara. La prima del nuovo Marquez: un pilota che al momento ha difficoltà ad appoggiare il gomito a terra come faceva una volta, che ancora non riesce a guidare e spingere come vorrebbe, che se prende un rischio capisce che è meglio rallentare. Detto questo, tornerà quello di una volta? Non subito ma “sì” potrebbe tornare lo stesso...oppure no...Forse potrebbe diventare anche migliore. Ci vorrà tanto allenamento sulla moto, così come quello fisico in palestra. Per adesso però l'osso non è pronto a sopportare troppo peso. Marquez dice che per metà stagione si dovrebbero vedere i maggiori miglioramenti.

Penultimo momento, è indelebile: Marc rientra al box e si scioglie in un pianto liberatorio: “Non è stato per il dolore al braccio che ho pianto – commenta quasi imbarazzato per quelle lacrime – ma perchè mi sono liberato dal peso di tutti i mesi passati. Il granitico e impenetrabile pilota che conoscevamo forse è sparito. Non più l'alieno, ma un giovane uomo che ne ha passate tante. Ma l'alieno è rimasto, non avrà vinto come qualcuno aveva pronosticato ma è riuscito ad essere comunque il miglior pilota Honda all'arrivo. Segno che la RC213V continua a non avere segreti per lui anche dopo nove mesi di lontananza.

Ultimo istante: riflettori spenti, termina il lungo weekend di Portimao. Al buio, quando le luci non accecano più e il rumore dei tanti giudizi svanisce, non è un peccato sussurrarlo: il campione è tornato!

 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Repsol Honda Team (@hrc_motogp)

MotoGP GP del Portogallo, classifica piloti: Quartararo nuovo leader

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi