MotoGP, Marc Marquez e il cauto ottimismo dopo il rientro

MotoGP, Marc Marquez e il cauto ottimismo dopo il rientro

C'era chi lo vedeva vincitore appena rientrato, non è andata così. Eppure, con una guida che ancora non è tornata quella di un tempo e un braccio che non risponde come dovrebbe, Marquez è arrivato nono a Jerez. Il futuro? Vedremo, lui non vuole mollare, anzi...

05.05.2021 ( Aggiornata il 05.05.2021 10:55 )

Nella gara di Jerez, Marc Marquez ha ottenuto un nono posto alle spalle di Johann Zarco e davanti a Pol Espargarò. Un risultato, tutto sommato, per niente negativo visto che lo spagnolo è tornato a correre da tre settimane e ha affrontato soltanto due gare. L'ottimismo deve quindi aleggiare in Casa Honda, anche se ancora, come ha detto anche l'otto volte iridato, la strada da percorrere è lunga e va affrontata un passo alla volta.

Non vincitore ma combattente


In tanti pensavano che quando Marc Marquez fosse tornato a correre, sarebbe stato da subito vincente: queste persone non avevano messo in conto alcuni aspetti. Per primo il fatto che in un anno di assenza, i suoi rivali sono cresciuti e ne sono arrivati anche di nuovi. Poi, che Marquez è si rientrato, ma la sua condizione fisica ancora è ben lontana dall'essere quella ottimale per un pilota. Il talento di Cervera viaggia al 60% circa della sua forma fisica. Nei weekend in cui non gareggia, non può andare in moto e neppure allenarsi in palestra come vorrebbe e dovrebbe. Continua poi a prendere gli antibiotici per l'infezione al braccio che, come ha detto, lo stanno debilitando ulteriormente. Ecco quindi che in una condizione del genere il settimo posto ottenuto a Portimao e il nono a Jerez fanno ben sperare.

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La ripresa totale è ancora lontana


Se è vero che le cadute che ci sono state nella gara in Portogallo, così come a Jerez, hanno senza dubbio facilitato il pilota Honda, non possiamo non notare quanto di positivo ha fatto: è riuscito a portare a termine la gara e a guadagnare punti utili. Nonostante le due cadute del weekend, una delle quali anche importante, Marquez non si è demoralizzato ed è risalito subito in sella. In gara è riuscito ad essere costante, arrivando anche davanti al suo compagno di squadra Pol Espargarò e secondo tra i piloti Honda dopo Takaaki Nakagami (quarto). Insomma, nonostante le problematiche che lo spagnolo sta riscontrando tra affaticamento al braccio, il fatto che non riesca più a guidare la RC213V come una volta e anche che non riesca ad appoggiare il gomito destro a terra, non si dà per vinto e sta lottando con tutto se stesso per riuscire a tornare quello di una volta.

Il nono posto fa ben sperare


Tutto ciò, non può che farci guardare a Marc Marquez con una vena di ottimismo: a livello psicologico deve essere molto dura per lui, come lo sarebbe per qualsiasi altro pilota. Non riuscire ad esprimersi al meglio e sentire che il proprio corpo non risponde come dovrebbe. Sappiamo bene che per un pilota l'aspetto mentale è uno dei più importanti che può far vincere come perdere tutto in un istante. Ancora ci vorrà tempo per rivederlo al 100%, ma non dimentichiamoci che un nono posto significa che molti altri piloti sono arrivati dietro di lui. E magari anche in migliori condizioni fisiche e senza essere stati assenti per 9 mesi.

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