MotoGP, Jack Miller: zittiti gli scettici con un doppio successo

MotoGP, Jack Miller: zittiti gli scettici con un doppio successo© Milagro

L’australiano di Ducati, grazie alle due vittorie consecutive a Jerez e Le Mans, sta facendo ricredere quelli che avevano da ridire sul suo passaggio diretto dalla Moto3 alla MotoGP

24.05.2021 19:34

Sono passati esattamente sette anni da quando un giovane australiano di nome Jack Miller compiva il cosiddetto “leapfrog”, ovvero il salto doppio di categoria, passando dalla Moto3 direttamente alla MotoGP, paracadutato nel team di Lucio Cecchinello con una Honda Open e preso sotto l’ala protettrice di Cal Crutchlow, oggi suo grande amico.

In questi sette anni tante ne ha sentite l’australiano sul suo passaggio - per alcuni affrettato - in Top Class, senza passare dalla Moto2. E Jack non è nemmeno il primo caso di “leapfrog” di questo genere: giusto qualche anno prima, un suo celebre connazionale che guidava tutto di traverso, tale Garry McCoy, decise di punto in bianco in totale autonomia, di passare dalla 125 alla 500. E’ vero, erano altri tempi ma i risultati gli hanno dato ragione. 

E stanno dando ragione anche a Jack Miller, con le dovute proporzioni, sia chiaro, ma Thriller sta dimostrando una volta di più che quella chiamata in MotoGP nel 2015 da parte di Honda, non fu così tanto avventata come qualcuno credeva. Ci ha messo un po’, è vero, anche sbattendoci la faccia, ma Jack ha continuato a lavorare sodo convinto che quella fosse la scelta giusta.

La rivincita di Jack


Nel corso degli anni, Jack ha imparato a convivere con le malelingue e le critiche sul suo passaggio dalla Moto3 (nemmeno da campione ma da “runner up” di Alex Marquez) alla MotoGP tenendo tutto dentro e pensando alla data nella quale avrebbe zittito tutti gli scettici.

La vittoria di Assen 2016, seppur in condizioni particolari (bagnato che poi diventa asciutto, esattamente come domenica a Le Mans), sembrava il trampolino di lancio di una fulgida carriera dell’australiano in MotoGP ma da quel punto sono passati 6 anni prima di rivederlo sul gradino più alto del podio. Sei anni nei quali Thriller ha vissuto gli alti e bassi tipici di un pilota giovane ed alle prime esperienze in MotoGP. 

I 9 podi tra il 2019 ed il 2020 hanno sancito la trasformazione di Thriller da pilota velocissimo ma un po’ inconcludente ed un tantino irruento ad un pilota maturo capace, con le due vittorie di Jerez e Le Mans, di spazzare via in un colpo solo tutte le malelingue sul suo conto in tutti questi anni.

E questa trasformazione gli sta per valere la riconferma nel team ufficiale Ducati, attesa nei prossimi giorni, per rimarcare ancora una volta il binomio Ducati-Australia.

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