MotoGP Italia, Oliveira: “È uno sport crudele, ma dobbiamo andare avanti”

MotoGP Italia, Oliveira: “È uno sport crudele, ma dobbiamo andare avanti”© Milagro

“Avrei preferito salire sul podio in circostanze diverse”, dice il portoghese che al termine della gara gioisce a metà, pensando alla morte di Jason Dupasquier

30.05.2021 ( Aggiornata il 30.05.2021 21:01 )

Ha un sorriso triste Miguel Oliveira, al termine del GP d'Italia di MotoGP. Sulla pista del Mugello il portoghese ha riscattato il difficile avvio di stagione della KTM, conquistando il secondo posto in gara, alle spalle del vincitore Fabio Quartararo. Un podio agevolato dalla caduta di Francesco Bagnaia, ma frutto soprattutto dell'ottima gestione di Oliveira, che è riuscito a rimontare dalla settima casella dello schieramento, per poi tenersi alle spalle Joan Mir, per un buon terzo della corsa. 

"È stata una buona gara e un weekend consistente. Abbiamo visto di avere uno dei migliori passi gara, su questa pista. All'inizio, non sono riuscito a spingere con le gomme, ma quando sono riuscito a fare il mio ritmo sono riuscito a prendere la seconda posizione e tenere Joan Mir dietro di me e non è stato semplice" commenta il pilota KTM a fine gara.

"È stato difficile battagliare con Zarco - aggiunge il portoghese ai microfoni della MotoGP - perché anche se riusciamo a restare con le Ducati, non riusciamo a sorpassarle. Quando ho visto che stava calando un pochino ho pensato fosse il momento di prendermi il rischio di sorpassarlo nel bel mezzo della pista, perché Joan e Rins ci stavano raggiungendo piuttosto alla svelta - erano già a 1"5 -, e se mi avessero passato ci avrei messo ancora più tempo per risalire. Sono davvero felice di essere riuscito a superarlo e a tenermi dietro Joan".

"Possiamo essere felici, ma non del tutto"


Una prestazione solida, che dà morale, ma che passa in secondo piano in una domenica funestata dalla morte di Jason Dupasquier.

"Avrei preferito centrare questo podio in circostanze differenti. Possiamo essere felici, ma non del tutto" chiosa Miguel, che non può evitare di pensare alla tragica scomparsa di Dupasquier. "È uno sport crudele. Anche se potessimo imparare qualcosa dall'incidente, non dovremmo pagare un prezzo così alto. In questo momento, penso alla sua famiglia, ai suoi genitori, a tutto il suo team".

"Era un ragazzo estremamente gentile, me lo ricordo dai tempi della Rookies Cup - continua il portoghese -. Ho seguito la sua carriera abbastanza da vicino e aveva fatto un bel passo avanti in questa stagione. È un momento triste, ma dobbiamo superarlo. La Moto3 è una categoria difficile, sono tutti vicini e penso che, quando si arriva su una pista dove ci sono un sacco di punti ciechi e non si vede l'uscita di curva - come a Portimao, o qui all'Arrabbiata -, quando qualcuno cade e resta in mezzo alla pista c'è veramente poco che si possa fare per evitarlo. Non so cosa pensare a riguardo, non so se possiamo cambiare qualcosa al momento, ma se iniziassimo a pensarci troppo, di sicuro non correremmo".

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