MotoGP Italia, Petrucci: “Mi sento sporco, non volevo correre”

MotoGP Italia, Petrucci: “Mi sento sporco, non volevo correre”© Milagro

Il pilota KTM Tech3 ha criticato duramente la scelta di correre nonostante la morte del povero Jason Dupasquier

31.05.2021 10:07

Scendere in pista dopo la morte di Jason Dupasquier è stato davvero complicato - volendo usare un eufemismo -  e le parole pronunciate da Francesco Bagnaia dopo la gara del Mugello ne sono una testimonianza, tra le tante giunte dopo il GP Italia. Al coro si è unito anche Danilo Petrucci, ancora più duro nei confronti di chi ha deciso di far svolgere regolarmente le gare della domenica.

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"Se fosse successo a un pilota MotoGP, che avrebbero fatto?"


"Oggi è stata una gara difficile, ma non intendo dal sportivamente parlando. Dal lato umano infatti non mi sento molto pulito. Mi sento sporco a pensare che abbiamo corso sulla stessa pista dove ieri è morto un ragazzo di 19 anni", ha dichiarato il pilota ternano.

"Abbiamo corso sulla stessa pista sulla quale, appena 24 ore fa, una persona come noi è morta. Non è stato il massimo secondo me".

Petrucci continua nella sua critica: "Abbiamo capito che la situazione era molto difficile fin da ieri. Chiaramente nessuno voleva dirlo, ma sapevamo. Se fosse successo ad un pilota della MotoGP, che avrebbero fatto? È così diverso perché è ‘solo’ un pilota Moto3? Non penso proprio. Quando abbiamo visto le immagini, con l’elicottero che poi se n’è andato, sono passati tre minuti e siamo scesi in pista, come se non fosse successo nulla".

"È una vita, non è più o meno importante. Da fuori non vedi le persone, ma dentro la tuta e sotto il casco c’è un ragazzo ed un pilota".

"Non c'è stato nemmeno un meeting"


Danilo conclude ricordando un episodio legato alla morte di Marco Simoncelli: "Quando in Malesia era morto Marco Simoncelli, io ero nel CIV. Facemmo una riunione per capire se fosse giusto o no correre, ed ero rimasto solo io a pensare che non era il caso di correre".

"Stavolta non c’è nemmeno stato il meeting, non ci siamo nemmeno chiesti. Anche quando morì Salom facemmo una riunione, ci venne detto che la famiglia voleva che noi corressimo. Non so, se io fossi uno della famiglia manco me ne fregherebbe un c...o di far correre altra gente. Almeno stavolta ci si poteva sedere per chiedere che fare. Invece un minuto di silenzio, ed è passato tutto. Quando sapevamo da ore cos’era successo… Almeno - conclude amaro il numero 9 - hanno levato lo champagne dal podio".

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