Il poleman della MotoGP si dice fiducioso in vista della gara, anche se teme l'eventualità del flag to flag: "Non l'ho mai fatto, serve esperienza", ha raccontato il numero 89
All’inferno e ritorno. Dopo il grave infortunio riportato in Portogallo che lo ha costretto a saltare quattro GP, Jorge Martin ha dovuto lavorato sodo per tornare ai livelli mostrati all’inizio della stagione. In questo senso, la pausa estiva è stata fondamentale per continuare a lavorare sulla forma fisica, fino a ripresentarsi in Stiria con un giro magnifico che gli ha regalato la pole position.
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“Pochi sanno il lavoro che ho dovuto fare per essere qui oggi”, ha raccontato lo spagnolo al termine delle qualifiche. “Quest’estate è andata per il verso giusto, ho avuto tempo di riposarmi e ho lavorato al massimo. Sono molto contento di essere qui. Ringrazio il mio team per il supporto”.
Il giro realizzato nella Q2 è stato l’ennesima dimostrazione delle doti velocistiche del campione del mondo Moto3 nel 2018: “Ho frenato fortissimo in curva 1, poi in curva 2 ho bloccato l’anteriore. Non so se l’avrò bloccato per una ventina di metri, non so come ma sono riuscito a fermarla”, ha spiegato Jorge. “Ho spinto fino alla fine e sono molto contento di averlo portato a termine”.
Anche Martin è stato interrogato sull’incognita meteo: “L’unico turno sull’acqua è stato quello disputato ieri, nel corso del quale ero riuscito a stare nei primi 7/8. Penso di essere a posto, perché la Ducati è una moto che lavora molto bene sull’acqua. Il problema sarà nel caso di flag to flag. Non l’ho mai fatto e serve esperienza”.
“Devo ricordarmi che sono un rookie: dovrò terminare la gara e fare il massimo, così sarò contento”, ha concluso l'iberico.
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