MotoGP, Rossi: “La pace con Marquez? Servono altri 20 o 30 anni”

MotoGP, Rossi: “La pace con Marquez? Servono altri 20 o 30 anni”© Milagro

"E' un pilota molto veloce, ma ancora non mi sento a mio agio quando sono in pista con lui. Stoner e Lorenzo due talenti puri. La VR46? Felice di aver aiutato tanti giovani piloti a crescere"

30.08.2021 ( Aggiornata il 30.08.2021 19:24 )

Sul finire di una carriera è un classico ripercorrere quello che è stato: gioie, dolori, amicizie e rivalità sono cose che spesso si mischiano in pista, creando una miscela a volte dolce, a volte più amara. Nel caso di Valentino Rossi, certamente, le note positive hanno sovrastato quelle negative, ma alcuni avversari restano dei tanti dolenti difficili da trattare.

Per il nove volte Campione del Mondo il nome più difficile da digerire è certamente quello di Marc Marquez, forse l’avversario che maggiormente ha saputo contrastare Rossi sia sotto il profilo tecnico che mentale, con il 2015 come anno simbolo della loro rivalità. “Marc è un grande rivale - ha raccontato Rossi ai microfoni di BT Sport - ed è davvero veloce. E’ uno dei migliori, ma con lui non mi sento molto a mio agio in pista. Quanto ci vorrà per andare d’accordo? Penso ancora 20 o 30 anni".

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Nel rapido resoconto dei suoi più grandi rivali Valentino non tralascia due nomi importanti come quelli di Casey Stoner e Jorge Lorenzo, con quest’ultimo avversario ed in parte nemico interno durante il primo della storia d’amore tra Rossi e la Yamaha.

“Stoner è stato uno dei piloti più talentuosi e difficili da battere, perché per me dal punto di vista del talento puro era imbattibile. Anche Lorenzo lo era: non mi meritavo un compagno di team come Lorenzo in Yamaha dopo quello che avevo fatto per la Yamaha. Magari me ne potevano dare uno un po’ più lento (sorride ndr)”.

L’ultima battuta il 46 la dedica alla sua attività con i giovani talenti italiani, in grande forma anche nel recente weekend di Silverstone, che rappresentano in parte il suo lasciato al mondo del motociclismo. "Sono molto orgoglioso di questo, perché quando avrò finito sarà come se una parte di me resterà qui. Loro adesso sono dei veri atleti, per come vivono la giornata. E questo cambia molto le cose anche quando sono in moto, perché vanno più forte e sono migliori".

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