MotoGP, Suzuki ha bisogno di novità: e se partisse dai piloti?

MotoGP, Suzuki ha bisogno di novità: e se partisse dai piloti?

Tante le cose da rivedere in Casa Suzuki: un nuovo sviluppo, un nuovo pilota e anche un nuovo team manager... serve uno stravolgimento

12.10.2021 ( Aggiornata il 12.10.2021 16:48 )

Il 2020 è stato l'anno dell successo. Il 2021 avrebbe dovuto essere quello della riconferma ma così non è stato. Cosa è accaduto e sta accadendo in Casa Suzuki? Il campione del Mondo in carica Joan Mir non solo non è in lotta per il titolo, ma sembra aver perso quel feeling pazzesco che aveva con la GSX-RR capace di fare rimonte incredibili partendo da lontano e arrivando a podio. E Alex Rins? Lo spagnolo in questo 2021 è riuscito ad arrivare a podio soltanto in un'occasione. In Suzuki c'è molto da rivedere.

Quali sono i problemi?


Mir e Rins sono due piloti di grande talento, non c'è dubbio. E sembrava, fino a quest'anno, che fossero anche i piloti perfetti per cavalcare una Suzuki. In Casa dell'azzurra giapponese, nel 2020, si era creato un clima idilliaco tra piloti e moto e anche all'interno del box. Un equilibrio che forse è andato scomparendo quando il team manager Davide Brivio ha deciso di lasciare la Casa giapponese per approdare in Formula 1. Tutto si è sgretolato, perso. Il campione del Mondo in carica Mir ha più volte fatto notare che alla Suzuki quest'anno manca velocità, un aspetto importantissimo che sarà da rivedere in ottica 2022. Mir, poi, non riesce più come accadeva lo scorso anno, a fare le sue rimonte spiazzanti e che avevano dell'incredibile. I punti di forza della Suzuki sembrano scomparsi ma, nonostante qualche evidente problema, è difficile pensare che la colpa sia soltanto della moto. Certo è, che anche nell'ultima gara in Texas, dove Rins vinse nel 2019, ci si aspettava che almeno un podio arrivasse. Non è stato così, con il numero #42 che è arrivato quarto a 11 secondi da Marc Marquez, primo, mentre Joan Mir ha ottenuto un ottavo piazzamento anche lui con un gap importante di oltre 13 secondi. Cosa può fare quindi la squadra giapponese per ritrovare il suo smalto?

Tanti cambiamenti a cui pensare


Rientrata nella master class nel 2015, è riuscita con agilità a sfidare i colossi che già erano presenti e competitivi da tempo. Il suo punto di forza è sempre stato quello di essere una “famiglia” all'interno del box: una squadra unita dove l'armonia è sempre regnata, e con un team manager pronto ad incoraggiare i suoi ragazzi spronandoli e mettendoli anche in competizione tra di loro in modo sano. La sua assenza, quindi, pesa, ma forse per ritrovarsi, la Suzuki ha bisogno di un cambiamento che potrebbe essere quello dei piloti stessi. Alex Rins potrebbe essere il primo cambiamento con la Suzuki che potrebbe accogliere un altro tipo di pilota: più costante e più reattivo, magari un giovane proveniente dalla Moto2 come accaduto nel 2015 con Maverick Vinales. Insomma, non c'è dubbio che la Suzuki si è persa e per ritrovarsi i cambiamenti da fare sono importanti: un nuovo pilota, un nuovo team manager e un nuovo sviluppo sulla moto che la porti a crescere come sono cresciute e migliorate le sue concorrenti. Vivere di rendita non è più possibile, per il 2022 ci vuole uno stravolgimento.

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