MotoGP, Bagnaia: “Ho chiesto a Ciabatti di fare la 8 Ore di Suzuka”

MotoGP, Bagnaia: “Ho chiesto a Ciabatti di fare la 8 Ore di Suzuka”© Milagro

Bagnaia si allena a Misano in sella alla Panigale V4, sognando anche di sfidare i giapponesi a Suzuka! Pecco ci ha raccontato l’evoluzione della più potente SBK bolognese, le differenze con la Desmosedici GP e i trucchi per guidare al limite tra i cordoli del tracciato intitolato a Marco Simoncelli

28.10.2021 ( Aggiornata il 28.10.2021 13:47 )

Avete mai pensato di analizzare le differenze tra Ducati Desmosedici GP e Ducati Panigale V4, chiedendo spiegazioni a un pilota della MotoGP? Impossibile, direte. Falso.

Lo abbiamo fatto per voi, insieme a Pecco Bagnaia, pochi giorni dopo il GP Made in Italy ed Emilia-Romagna, abbiamo parlato dei segreti del Misano World Circuit Marco Simoncelli e di un sogno nel cassetto, del quale la Ducati è stata già informata...

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Gli allenamenti in moto


Sei spesso impegnato in allenamenti sulla Panigale V4. In passato, i piloti della MotoGP dicevano che utilizzare le SBK stradali per allenarsi era dannoso, perché si perdevano gli automatismi corretti per la MotoGP. Tu e Jorge Martin, però, guidate le Panigale V4 per allenarvi: le derivate dalla serie di oggi possono davvero essere delle 'palestre' per i piloti della MotoGP?

“Per allenarsi a guidare la moto… bisogna guidare la moto! Oggi, inoltre, il livello tecnico di una supersportiva stradale è molto alto. Io mi sono sempre allenato con le moto di serie, anche quando correvo in Moto2. In quel periodo utilizzavo una Yamaha YZF-R6. Ora che sono in MotoGP, mi alleno con la Panigale V4, che ha delle somiglianze con la MotoGP. Inoltre, per quello di cui ho bisogno, ovvero girare in modo costante, la Panigale V4 è perfetta. È sbagliato cercare di guidare la Panigale V4 come la MotoGP e viceversa. Scegliendo questo approccio, potrei prendere cattive abitudini ma io mi adeguo alla guida delle due moto, cercando di essere veloce dal primo giro, concentrandomi sul ritmo e impegnandomi per faticare. Così l’allenamento funziona”.

Che tempo hai ottenuto con la Panigale V4?

"Circa 1’35”, e di passo. La Panigale V4 S che mi mette a disposizione la Ducati ha le sospensioni meccaniche, l’impianto di scarico Akrapovic, i freni della versione R e le gomme Michelin con cui si corre il mondiale Endurance. È poco più di una Superstock ma ha delle prestazioni pazzesche!”.

Già che c’eri potevi scendere sotto 1’35”0!

“Eh... dici bene... Potrei provarci ma in questi in allenamenti non faccio mai il “time attack”; guido a lungo con gomme usurate. Ho fatto 27 giri in 1’35”1, poi ho messo le gomme nuove e sono sceso a 1’35”0. Si potrebbe fare di meglio ma non servirebbe a niente, in queste occasioni”.

Ci puoi spiegare come guidi la MotoGP e la Panigale V4? Quanto cambiano il modo di usare i freni, la scelta delle traiettorie e la gestione del comando gas a seconda della moto che utilizzi?

“La maggiore differenza tra le due moto riguarda gli impianti frenanti. La MotoGP monta dischi in carbonio, la Panigale V4 monta dischi in acciaio; ovviamente il modo di utilizzare questi componenti è diverso. Detto questo, il mio approccio non cambia; io cerco sempre di frenare il più tardi possibile, il più forte possibile, con l’obiettivo di percepire la perdita di aderenza della gomma anteriore. All’inizio della mia esperienza in MotoGP faticavo tanto in staccata, quindi è in quell’area che mi sono allenato molto e devo dire che nella fase di frenata e inserimento in curva la Panigale V4 e la MotoGP si somigliano. Per il resto, con la Panigale V4 imposto traiettorie diverse rispetto alla MotoGP”.

Potresti essere più specifico?

“La Panigale V4 ha meno potenza della MotoGP, con cui sono costretto a fare un ‘pick-up’ più marcato, ovvero alzare rapidamente la moto per accelerare il prima possibile, sfruttando tutta la potenza a disposizione. Con la Panigale V4, invece, conviene disegnare traiettorie più ‘rotonde’, restando piegato più a lungo. Se utilizzassi questa tecnica con la MotoGP, dovrei fare i conti con un elevatissimo ‘spin’ del pneumatico posteriore e non sarei veloce. La guida della Panigale V4, a livello di traiettorie, si avvicina a quella della Moto2, con cui devi fare ancora più strada e cercare maggiore velocità di percorrenza della curva. A Misano ho messo a punto una traiettoria particolare ma è un segreto e non posso rivelarlo. Diciamo che le prime tre curve sono fondamentali e che, entrando molto forte nella prima, sacrificando la seconda, riesco a ottenere un vantaggio nella terza, sia con la MotoGP, che con la Panigale V4. Non chiedetemi di più...”.

Il Curvone di Misano


Si dice che con la Panigale V4 tu riesca a percorrere il Curvone di Misano in pieno! Pare che la tua tecnica abbia lasciato a bocca aperta alcuni piloti della MotoGP... È tutto vero? Di quale tecnica si tratta?

“Sì, è vero… C’è soltanto un sistema per entrare in pieno al Curvone di Misano. Bisogna uscire molto forte dal Tramonto, per anticipare il più possibile l’intervento del limitatore nella marcia scelta per affrontare la Curva 11. Bisogna disattivare l’elettronica e così facendo, quando si entra in pieno al Curvone, la moto si mette di traverso; deve mettersi di traverso, è fondamentale, altrimenti non è possibile mantenere la traiettoria ideale. A questo punto, piegando ad alta velocità, il rapporto si accorcia, il motore sale di giri e a un certo punto interviene il limitatore. La velocità cala un po’, quel tanto che serve per chiudere la curva”.

Diciamo subito ai lettori, soprattutto a quelli che aspirano ad avere una vita lunga e serena, che non è una tecnica di guida consigliata a un amatore! Specificato questo… hai detto che sulla Panigale V4 non usi l’elettronica: anche sulla MotoGP preferisci guidare gestendo direttamente il comando del gas?

“Non amo percepire l’intervento dei controlli elettronici e per questo, anche sulla MotoGP, chiedo di sistemarli in modo tale da lasciarmi margine di manovra. È una guida un po’ più complessa ma, quando tutto funziona a dovere, è anche più redditizia”.

Dato che in gara le gomme Michelin vanno gestite e non strapazzate, questo stile di guida potrebbe averti penalizzato, quando non hai avuto la moto perfettamente a punto?

“Penso di no. Nel weekend del GP, durante le prove, guido come se fossi in gara, lavorando sul passo; quando arriva la domenica, so cosa posso e cosa non posso fare. Sicuramente non potrei gestire l’acceleratore come faccio in qualifica, passando velocemente da 0% gas a 100% gas. Guidando così, la gomma dura un paio di giri, non di più”.

In passato le Ducati venivano definite moto ‘ignoranti’, cioè performanti ma difficili da gestire al limite. Negli ultimi anni la Ducati ha cambiato completamente approccio, a livello di progettazione e collaudo, lavorando innanzitutto sulla guidabilità. Hai avuto modo di verificare questo cambiamento?

“Sì. Ho iniziato ad allenarmi con la Panigale V4 del 2019. Ricordo che non era una moto facile e quando andavo alla ricerca del limite si muoveva abbastanza, evidenziando un’indole stradale. Quando sono salito in sella al modello 2021, invece, mi sono accorto che c’era stato un cambiamento enorme. L’attuale Panigale V4 non è soltanto più fruibile ma è anche più facile da gestire al limite, perché è molto più stabile e precisa, in tutte le condizioni di guida. Inoltre, la forcella funziona egregiamente, tant’è che non ho modificato la taratura. Ho soltanto chiesto di cambiare la molla dell’ammortizzatore; al posto della 86 N/mm, ho scelto una 100 N/mm, più adatta al mio stile di guida. Abbiamo mantenuto le altezze originali, che sono azzeccate. A Misano, con la Panigale V4 del 2019 non ero mai riuscito a scendere sotto 1’36”1, mentre con la versione 2021, come ho detto, riesco a girare costantemente un secondo più veloce, faticando meno”.

Posizione di guida, aerodinamica… potresti riassumerci le differenze tra la MotoGP e la Panigale V4?

“La MotoGP ha una maggiore protezione aerodinamica, che serve per ottenere velocità più elevate in fondo ai rettilinei. La Panigale V4 ha una carena più compatta, che enfatizza la maneggevolezza. Ovviamente, sul collo e sulle spalle sento di più la pressione dell’aria ma non è fastidiosa. Sulla MotoGP mi posso muovere più liberamente in senso longitudinale rispetto alla Panigale V4, che, essendo molto corta, non mi permette di arretrare quanto vorrei; però c’è un serbatoio largo, su cui posso appoggiare le braccia per riposarmi. A livello di aerodinamica, è difficile fare un confronto diretto. Posso dire che a Misano, sulla MotoGP, le ali svolgono un ruolo importantissimo, perché riducono sensibilmente l’impennamento e permettono di abbassare il livello d’intervento dell’elettronica. Fatico a dire quanto sia efficace l’aerodinamica della Panigale V4, però ho notato che al Mugello riuscivo a transitare sul dosso che precede la staccata della San Donato senza problemi, mentre altri piloti che giravano insieme me, sulla Yamaha YZF-R1, avevano qualche problema di impennamento, in quel tratto”.

Il sogno


Nel 2009, Marco Simoncelli sfidò i piloti della SBK, a Imola, in sella all’Aprilia RSV4. Dato che ti alleni molto con le derivate dalla serie, hai pensato a fare qualcosa di simile?

“Se dovessi farlo, forse correrei su una pista che conosco. Non so, dovrei pensarci... Comunque la Ducati non mi ha mai chiesto di partecipare a una gara del mondiale SBK e io non ho mai espresso la volontà di correrla, però… posso dire che ho chiesto a Paolo Ciabatti di gareggiare alla 8 Ore di Suzuka! Mi piacerebbe tanto prendere parte a quella corsa, assieme alla Ducati, con una Panigale V4 preparata nel modo migliore possibile. Sono esperienze che bisogna fare. Inoltre, per le Case giapponesi la vittoria alla 8 Ore di Suzuka vale come e più di un successo in MotoGP e per questo mi darebbe ancora più gusto essere al via di quella gara!”.

Qual è stata la risposta di Paolo Ciabatti?

“Vedremo…”.

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