GP Valencia, Rossi: “Felice di aver fatto crescere la MotoGP”

GP Valencia, Rossi: “Felice di aver fatto crescere la MotoGP”© Milagro

Valentino ha tenuto la sua ultima conferenza da pilota in attività: "Il momento peggiore è stato quando ho deciso di smettere. Vedere tutte le mie moto è commovente, ma vorrei la 500 a casa"

11.11.2021 17:51

A grandi passi l’ultimo capitolo della carriera di Valentino Rossi sta arrivando, ed il giovedì di Valencia ha già acquisito un valore speciale e diverso da tutti gli altri. Valentino infatti ha tenuto la sua ultima conferenza stampa da pilota in attività, dove non sono mancate le emozioni. Questo già prima che il 46 entrasse in sala, vista la nostalgica esposizione (ovviamente con Rossi protagonista) di tutte le moto con le quali Valentino è salito sul tetto del mondo.
 
“Ho sia le Yamaha che le Aprilia a casa: una M1 è in camera da letto - racconta sorridendo Vale - ma vederle tutte insieme è commovente. Mi fa pensare a tutta la strada fatta, contando che dopo l’ultima tra le moto presenti sono passato altri 12 anni. Ho chiesto le moto ad Alberto (Puig ndr) di avere le Honda, almeno la 500. Quella presente qui tra l’altro è proprio la moto che avrei dovuto avere da Honda: avevo già predisposto lo spazio a casa dove metterla, quindi in caso prometto di trattarla bene”.

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Il tutto ovviamente nasconde anche un pizzico di tristezza, ma non per Rossi, che conferma come il peggio sia passato.
 
“Il momento più brutto l’ho già passato, ed è coinciso con il momento in cui ho deciso di smettere. A giugno avrei continuato se fossi stato veloce, ma viste le circostanze ho dovuto smettere. Ora cerco di restare il più concentrato possibile sul correre, dato che è fondamentale e voglio fare un ultimo weekend positivo. Spero che il meteo ci aiuti, specie domenica. Cosa accadrà dopo la gara? Non saprei, spero di non piangere. Ho scoperto tre o quattro mesi fa che la data di domenica sommata fa 46: non è stato facile convincere Dio (ride ndr)".
 
Un momento, quello dell’annuncio, che ha fatto capire a Rossi tante cose.
 
“Dal post Austria ho iniziato a capire meglio tutto quello che ho fatto in questi anni. Prima vedevo tutto da dentro un tunnel, come tutti i piloti, ma poi ho fatto un passo indietro riuscendo a vedere tutto il contesto. Ora che lo vedo sono davvero orgoglioso".

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Da lì la stagione 2021 è proseguita senza particolari sussulti, fino ad arrivare alla giornata di oggi, immaginata più volte da Valentino.
 
“E’ stata una stagione particolare, specie dopo l’annuncio del ritiro. Avrei voluto viverla nel modo più normale possibile ma non ci sono riuscito. Dopo l’annuncio ho ricevuto tanti messaggi da tanti piloti del presente e del passato, il che è stato davvero bello. Ho pensato tanto a questa conferenza a Valencia: di solito l’ultima gara tutti sono contenti perché le vacanze sono all’orizzonte, ma per me la vita da lunedì sarà diversa. Voglio apprezzare il momento, poi penserò al futuro. Sogni? Il mio era quello di diventare campione della MotoGP, quindi non ne ho al momento”.
 
C’è poi tempo di pensare nuovamente al passato, ed in primis all’eredità dentro e (soprattutto) fuori dalla pista lasciata da Rossi.
 
“La cosa più bella legata alla mia carriera è il fatto che molto abbiano iniziato o si siano maggiormente appassionati alla MotoGP grazie a me. Sono diventato una specie di icona negli anni, il che è molto bello. Per un pilota conta tanto quello che succede in pista, ma questa è la cosa più incredibile”.

 Nessun rimpianto invece alberga nella mente del 46, se non forse quel mancato decimo titolo.

“Ho cercato di vincere il decimo titolo. Ho corso bene dopo il nono, rischiando di arrivare a dieci soprattutto nel 2015, ma non è stato possibile. A parte questo non ho rimpianti, anche perché il nove rientra spesso nei miei numeri: ho un po’ la maledizione del nove che non vorrei avere. Quando ho fatto il podio 199 a Jerez ho pensato che sarebbe stato l’ultimo, anche se avrei voluto arrivare a 200. In ogni caso mi sono divertito tanto”.
 
Ad ogni modo a spazzare via metaforicamente il passato c’è il futuro, sia per Rossi che per la MotoGP, che certamente dovrà ricostruirsi.
 
“La MotoGP andrà avanti. Forse non sarà esattamente la stessa cosa, ma lo farà e vi saranno ancora dei cappellini con il 46. Io verrò a qualche gara, in primis per sostenere i ragazzi dell’Academy, ma certamente sarà diverso. Non so se mi divertirò a venire, ve lo farò sapere quando lo capirò”.

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