MotoGP, Dall'Igna: “Ora in Ducati c'è la giusta fiducia reciproca tra casa e piloti”

MotoGP, Dall'Igna: “Ora in Ducati c'è la giusta fiducia reciproca tra casa e piloti”© Milagro

"L'anno scorso era venuta meno. Pecco ha fatto grandi passi avanti, a Miller è mancata la costanza, Zarco si è messo pressione da solo. Rossi sulla Ducati? In questo modo può fare ciò che vuole"

17.11.2021 ( Aggiornata il 17.11.2021 17:38 )

Gigi Dall’Igna non parla spesso, ma quando lo fa non è mai banale. Del resto parliamo del padre della Ducati Desmosedici attuale, che anno dopo anno ha accresciuto il suo valore sino a diventare, a detta in primis dei rivali, la miglior moto della griglia MotoGP. Non stupiscono dunque i titoli costruttori e team conquistati in questo 2021, ai quali però non si è aggiunto quel tanto agognato titolo piloti, inseguito soprattutto con Pecco Bagnaia.
 
“E’ difficile avere rimpianti dopo una stagione del genere, che probabilmente resterà nella storia di Ducati in termini di risultati. Quello che mi resta di questa annata è il fatto di aver aiutato un pilota a diventare un contendente per il titolo, e di aver creato una coppia moto più pilota che potrò essere protagonista nei prossimi anni. Pecco ha fatto un grande lavoro, risultando nel finale di stagione il migliore e facendo costantemente dei miglioramenti”.
 
Meno brillante è stata la stagione di Jack Miller, che pur raccogliendo dei buoni risultati è mancato sotto la voce costanza, ossia il suo classico tallone d’achille.
 
“Jack per il suo pedigree era quello chiamato a fare di più, ma il lavoro del pilota è complicato e spesso non si raggiunge l’obiettivo per tante banalità. Miller ha fatto dei buoni risultati in questa stagione, anche se probabilmente ci si aspettava più regolarità. Resta il fatto che ha tutte le carte in regola per essere un protagonista”.

Dall'Igna: "Zarco si è messo pressione da solo"


Proseguendo il bilancio dei piloti in rosso un altro pilota nel complesso sottotono è stato Johann Zarco, che dopo una brillante prima parte di stagione ha perso la bussola.
 
“Penso che sia normale che un pilota punti sempre al massimo, non lavorerei con un pilota che non ha questa mentalità. Zarco ha fatto una bella prima parte di stagione, mentre dopo la pausa si è messo da solo troppa pressione, che lo ha destabilizzato. Nelle ultime gare c’è stato un ritorno a buone prestazioni, il che mi fa ben sperare per il futuro. Resta un pilota molto importante nell’universo Ducati”.
 
Diverso invece il parere sui due debuttanti Martin e Bastianini, che in relazione alle armi a loro disposizione hanno certamente fatto vedere ottime cose.
 
“Martin ha fatto una pole al suo secondo GP in MotoGP e vinto poi una gara, quindi ha svolto un ottimo lavoro. Posso dire lo stesso per Bastianini, che nonostante avesse praticamente la GP19 ha fatto alcune ottimi gare, ad esempio i due podi a Misano, e spesso nel finale di gara è stato capace di avere il passo dei migliori. Se il prossimo anno migliorerà i suoi venerdì e sabato potrà essere della partita per i punti pesanti”.
 
Ovviamente parlando di piloti non può che tornare in auge il nome di Andrea Dovizioso, certamente importante sino all’anno scorso nel processo di crescita della Desmosedici.
 
“Con Andrea l’anno scorso eravamo arrivati alla fine di una storia di fiducia reciproca, cosa che quest’anno si è rinnovata. Ovviamente parallelamente la moto è migliorata, ed i piloti hanno fatto dei grandi passi avanti. Non posso dire ancora di “avercela fatta” perché manca l’obiettivo principale, ma ci sono tanti elementi che rendono me ed altre persone molto orgogliose. In primis il fatto di essere spesso i primi a portare novità tecniche”

 “Già vinto in passato con più piloti, a Jerez avremo un nuovo motore”


Dai piloti si passa poi alla moto, su cui è difficile avere parei negativi. La Desmosedici infatti ha smesso i panni della moto difficile, diventando pressoché veloce nelle mani di tutti i piloti. Una definizione che però, riguardo al passato, non convince Dall’Igna.
 
“Già in passato abbiamo vinto con vari piloti, quindi non abbiamo acceso la luce ora. E’ stato un percorso di crescita, di una moto che è sempre migliorata sotto il punto di vista dell’adattabilità ai piloti ed alle piste. Guardando le statistiche è vero, chi ha lasciato la Ducati per un’altra moto ha faticato ad abituarsi, ma fatico a fornire una spiegazione chiara. In qualche caso è stato anche il contrario, dato che ad esempio Lorenzo ha faticato ad adattarsi alla nostra moto dopo aver lasciato la Yamaha, anche se poi nella sua seconda stagione ha fatto buone gare. Andrebbe chiesto ai diretti interessati”.
 
Una cosa è certa, la Ducati fa gola a tutti. Anche a chi non correrà più come Valentino Rossi, che potrebbe sfruttare il suo team per fare qualche giro conoscitivo.
 
“Non ne abbiamo parlato, e chiedere ora qualcosa a Valentino mi sembra poco intelligente. Non so che rapporto abbia con Yamaha, quindi direi che è meglio lasciare a lui la decisione. E’ indubbio che Valentino in questo mondo possa fare quello che vuole”.
 
Ad ogni modo domani sarà già 2022, con i primi test di Jerez pronti a regalare i primi spunti in ottica prossima stagione.
 
“Domani proveremo cose abbastanza normali, ossia evoluzioni di cose che avevamo già provato in stagione, per poi accantonarle in attesa dei test: durante la stagione abbiamo avuto problemi di inserimento nelle curve veloci, quindi lavoreremo in primis su questo. Ci sarà però il motore nuovo, che nonostante non sia definitivo pensiamo possa essere molto interessante. Al momento abbiamo solo tre moto ufficiali, quindi la terza se la divideranno i due piloti Pramac. Gli altri avranno la moto 2021, ma Marini avrà la ufficiale dai prossimi test”.
 
Il prossimi anni rappresenteranno per Ducati una svolta sotto tanti aspetti. In primis dal 2022 aumenterà il numero di moto in pista.
 
“Il fatto di avere otto moto è più un fattore positivo che negativo, dato che avremo più dati con i quali arrivare alle idee giuste. Per gestirle è solo questione di organizzazione, e credo che Ducati abbia le potenzialità per farlo”.
 
Il secondo snodo cruciale invece arriverà nel 2023, quando la MotoE sarà griffata interamente Ducati.
 
“Dovremmo gestire le moto in pista. Per un ingegnere le moto elettriche sono dei giocattoli interessanti: puoi sviluppare tanti fattori, che certamente possono divertire un tecnico. Quindi onestamente sono felice di lavorare sulla MotoE, e vorrei iniziare subito”.

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