Test MotoGP, Di Giannantonio: “Su questa moto ogni marcia è un calcio nel sedere”

Test MotoGP, Di Giannantonio: “Su questa moto ogni marcia è un calcio nel sedere”

"Tante volte mi hanno raccontato le sensazioni che regala una MotoGP, ma una volta in sella è tutto diverso. I freni non mi hanno impressionato, ma la potenza e l'angolo di piega assolutamente sì" 

18.11.2021 ( Aggiornata il 18.11.2021 22:05 )

Oggi gli occhi di tutti erano puntati in primis sui debuttanti, tra i quali Fabio Di Giannatonio. Il romano non ha nascosto le emozioni nei momenti che hanno accompagnato i suoi primi giri in sella alla Ducati del team Gresini, e non le nasconde nemmeno al momento di commentare il suo day one.
 
“Da oggi posso dire di fare parte dello show più grande– racconta Fabio - e poter guidare una MotoGP è il coronamento di un sogno che avevo sin da bambino. Durante i primi giri ho urlato e riso sotto il casco: la moto è incredibilmente potente, e regala sensazioni che nessun’altra moto può dare. Ha un potenziale enorme, quindi l’unico limite al momento sono io stesso, contrariatamene a quanto accaduto in passato”.
 
Di Giannantonio continua nel suo racconto, confermando come le sensazioni provate siano state un qualcosa di inaspettato.
 
“Ti fai delle aspettative ma è tutto superiore. E’ difficile anche raccontarlo, infatti ho faticato a farlo con mio padre. MI hanno sempre raccontato le sensazioni, ma nulla a che vedere con quanto ho provato. Mi mancano ancora più di due secondi per essere veramente veloce ma sembra di avere in mano una moto perfetta”.

Di Giannantonio: “Il grado di piega è incredibile”


Chiuso il capitolo emozionale si passa al lato tecnico, e dunque alle prime nozioni imparate da Fabio.
 
“I freni non mi hanno impressionato tanto, anche se occorre frenare diversamente. La potenza invece è oltre le mie aspettative: ogni marcia in più è come un calcio nel sedere, sembra di stare sul calcinculo delle giostre. Un’altra cosa incredibile è il grado di piega: sei sdraiato, quindi non vedo l’ora di avere le mie foto a Barcellona con la spalla in terra”.
 
Il limite ad ogni modo è ancora lontano, e le prestazioni dei rivali di Fabio lo dimostrano.
 
“In generale tutti sono molto precisi ed hanno la moto in mano, mentre io faccio ancora fatica. Sono stato dietro a Miller e Bagnaia ed ho imparato più in due curve dietro di loro che in tutta la giornata da solo: due curve perché sono durato di più (ride ndr). Seguendoli capisci tante cose, in primis dove sta il limite”.
 
In conclusione Diggia spende parole al miele per il proprio compagno Enea Bastianini, oggi tra i migliori.
 
“Io ed Enea ci conosciamo da una vita, e penso che questa sia la quarta volta che condividiamo il box. Ho iniziato a ieri a fargli domande, ed anche oggi ho chiesto qualcosa riguardo alla moto: ovviamente sui dettagli ognuno sta sulle sue, ma mi ha dato dei buoni consigli che ho subito messo in pratica nel pomeriggio. Quando potrò avvicinarmi potremo confrontarci, al momento io posso trasmettere a lui sono delle emozioni pure derivanti dalla guida”.

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