MotoGP, Casey Stoner: “Godevo nel vedere Rossi soffrire in Ducati”

MotoGP, Casey Stoner: “Godevo nel vedere Rossi soffrire in Ducati”© Milagro

L'ex pilota australiano è ritornato a parlare della sua rivalità con Valentino Rossi: "Quando arrivammo io, Pedrosa e Lorenzo, ci rendemmo conto che lui non era superiore" 

25.11.2021 13:24

Casey Stoner e Valentino Rossi si erano stretti la mano nel weekend del GP Algarve, scambiandosi reciproci attestati di stima a favore di telecamera. Ma le rivalità, quelle dure e tese come la loro, non svaniscono così facilmente, anzi riaffiorano appena se ne ripresenta l’occasione.

Lo dimostrano le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Stoner a DAZN, all’interno del documentario ‘RIVale’ che racconta la carriera del Dottore vista dai suoi avversari.

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“Sono stato uno dei più grandi rivali quando era all’apice. Rossi era il miglior pilota all'inizio del Duemila, di un’altra categoria. Ma quando io, Jorge Lorenzo e Daniel Pedrosa arrivammo in MotoGP, ci accorgemmo che lui non ci era superiore ricorda Stoner, arrivato nella top class 2006 e poi esploso l’anno successivo con Ducati.

Nel 2007 fu Casey a vincere il Mondiale, battendo proprio Rossi. Il rapporto tra i due non fu più lo stesso: “Rossi è stato gentile fino a quando non sono diventato un suo rivale. Ha sempre cercato di fare giochi mentali, ma, quando questo non funziona, ottieni solo un rivale in più. Lui ha fatto sì che io fossi visto proprio come un nemico. Ha fatto lo stesso anche con Marquez. Da quel momento non ho più voluto essere suo amico e giocare lealmente”.

L’australiano rimase a Borgo Panigale fino al 2010, prima di passare in Honda nel 2011 e cedere la Desmosedici allo stesso Valentino. “In HRC trovai una moto davvero sensazionale da guidare. E, lo ammetto, godevo nel vedere Valentino soffrire con la Ducati – spiega il due volte campione del mondo - Aveva detto troppe cose su di sé e su come sarebbe stato in grado di cambiare quella moto in meglio. In realtà stava solo peggiorando la situazione”.

Nelle parole di Stoner c’è spazio anche per ulteriori considerazioni sul pilota di Tavullia: “Era bravo nel corpo a corpo, ma anche nel rubare la scia agli altri. Non riusciva a fare un giro veloce da solo, poteva farlo solo così e questo è un limite”.

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