MotoGP, Lorenzo: “Arrivai a dire che avevo paura ad andare in moto”

MotoGP, Lorenzo: “Arrivai a dire che avevo paura ad andare in moto”

Intervistati dalla piattaforma spagnola Dazn, il maiorchino e Marc Marquez hanno toccato il tema delicato degli infortuni. Ecco che  cosa hanno raccontato

17.12.2021 ( Aggiornata il 17.12.2021 12:44 )

Dazn, che in Spagna detiene i diritti del Mondiale, ha lavorato ad uno speciale “Io, pilota” in cui attraverso delle interviste vengono affrontati diversi temi direttamente dai protagonisti. Tra gli altri sono intervenuti anche Jorge Lorenzo (qui la nostra ultima intervista) e Marc Márquez che hanno parlato della parte più brutta di questo sport: gli infortuni. Le carriere di entrambi sono state segnate da incidenti importanti e lo stesso Marquez adesso sta facendo i conti proprio con uno di questi.

Come vive un pilota le cadute?


Come riporta il sito di As.com il maiorchino ha raccontato: “Sono stato uno dei più coraggiosi, uno di quelli che non ha avuto paura di ammettere come si sentiva, già dal 2008. Quando ho avuto paura, ebbi quelle cadute in Cina, Le Mans o Montmelò in cui ho battuto la testa. Sono arrivato a dire che avevo paura ad andare in moto, ma poi piano piano l’ho superata. Sono stato il primo ad ammetterlo”.

Il motociclismo è uno tra gli sport più pericolosi, inutile nasconderlo, e il cinque volte iridato ha spiegato: “È come se in qui momenti tornassi a essere cosciente del rischio che ha questo sport, perché a volte non lo vedi, sei molto protetto e hai un ottimo controllo della moto, e in più lo fai da quando eri piccolo… Ma non sei cosciente del fatto che se qualcosa va male, o sei sfortunato, puoi rimediare un handicap fisico per tutta la vita, o magari anche morire”.

Non tutte le cadute sono uguali da superare


Ad oggi non si conoscono esattamente le condizioni di Marc Marquez, che ha rimediato un infortunio ad un occhio, daneggiando la vista, ma nel documentario ha raccontato: “Normalmente noi piloti abbiamo già interiorizzato cosa sono le cadute, il rischio, il dolore o gli infortuni. Cadi e hai voglia di salire in moto, ma ci sono diverse occasioni o cadute per cui subito dopo non vuoi tornare alla guida". Lì però poi entra in gioco l'aspetto più serio di questa passione che per loro è diventata lavoro: "Si preferisce passare uno, due, tre giorni o più. Ma lì non puoi dimenticare che sei un pilota professionista”.

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