Jorge Lorenzo analizza la MotoGP: “Martin? Più esplosivo di Bagnaia”

Jorge Lorenzo analizza la MotoGP: “Martin? Più esplosivo di Bagnaia”© Getty Images

In esclusiva, il parere del maiorchino sui valori offerti dall'attuale top class: "Yamaha e Quartararo hanno meritato il titolo, ma la Ducati è la moto migliore. Bagnaia e Martin possono esaltare la Desmosedici. Aspetto il ritiro di Marc Marquez"

22.01.2022 18:54

Da quel GP Valencia 2019, quando ha disputato la sua ultima gara nel Motomondiale, la vita di Jorge Lorenzo è cambiata drasticamente, e dopo tutti i sacrifici fatti per vincere quanto più possibile in pista, il maiorchino ha intrapreso ritmi più rilassati. Lontano fisicamente dalle corse, il cinque volte iridato ha comunque continuato a seguire assiduamente quello che è stato il suo mondo.

Due titoli vinti nella 250, con l’Aprilia, tre successi iridati firmati nella top class, in MotoGP con la Yamaha, Lorenzo recentemente ha firmato lo scooter elettrico CU Mini JL99 X VMoto Soco e dopo essere passato dal Dubai Autodrome per un’esperienza sulle quattro ruote, ha confermato di non avere progetti definiti per il prossimo futuro, se nonquello di godersi una vacanza al caldo, in Messico.

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Yamaha, era ora


La Yamaha è tornata a vincere sei anni dopo il precedente titolo, che portava il tuo nome.

“Sì, era ora. Ci sono stati tanti anni dominati da Marc Marquez, poi nel 2020 ha vinto Joan Mir ma era stato un campionato un po’ strano, anche per l’infortunio patito da Marc. E poi c’erano stati tanti vincitori senza un dominatore chiaro. È stato difficile per la Yamaha consolidarsi al top, ma quest’anno ha trovato un pilota che si adatta molto bene allo stile che richiede la M1. Un pilota molto veloce e molto esplosivo come Fabio”.

Quartararo e la Yamaha sono stati senza dubbio la coppia migliore nell’arco della stagione.

“La M1 continua a essere una moto molto completa e polivalente, anche se probabilmente non è stata sviluppata tanto come è riuscita a fare la Ducati con la Desmosedici negli ultimi cinque o sei anni. Finalmente sono riusciti a vincere, dopo così tanto tempo, se lo meritano, sia la Yamaha che Fabio”.

La principale rivale è stata proprio la Ducati, come commenti la competitività della Rossa?

“Si era già visto durante il precampionato che la Ducati era la moto più forte. Quindi era finalmente pronta per vincere il Mondiale. Con l’infortunio di Marquez sarebbe stato più facile, perché con Marc sempre al 100% è difficile per tutti, ma per alcuni motivi, tra cui la poca costanza dei due piloti ufficiali, non l’hanno sfruttata”.

In Ducati ci riproveranno.

“Sì, hanno saputo creare un’occasione grazie alla competitività della moto e dei piloti, soprattutto Pecco Bagnaia. Sembra che abbiano compiuto un ulteriore passo in avanti, per questo vedo il Mondiale 2022 molto rosso. Avranno la migliore opportunità per vincere il titolo, e interrompere il digiuno iniziato dopo il trionfo di Casey Stoner. Sono stato un pilota Ducati per due anni e sono molto contento per questo, soprattutto per Gigi (Dall’Igna) che è riuscito a costruire una moto iper competitiva, sicuramente la migliore in griglia attualmente. Gigi è una persona molto testarda e dopo essere riuscito a realizzare la moto più completa in 125, 250 e Superbike, ora c’è riuscito anche in MotoGP. Rivolgo i miei complimenti a lui e a Ducati”.

L'addio di Rossi, l'invito alla 100 km dei Campioni


Dall’anno prossimo non ci sarà più Valentino Rossi: tu che ci sei già passato, come pensi sarà per lui il distacco dalle gare della MotoGP?

“Più difficile che per me, perché era la sua vita. A lui piaceva proprio stare nel paddock, con i suoi amici, i suoi meccanici, voleva essere competitivo. Io invece, che sono sempre stato molto perfezionista, ero veramente concentrato e volevo soltanto vincere. Mi divertivo in certi momenti, ma ce n’erano molti altri fatti di pressione e tensione. Quindi per lui sarà più difficile, ma anche per me certe volte lo è, perché le corse a quel livello offrono sensazioni che non puoi paragonare a nulla nella vita, penso a quando vinci le gare o un Mondiale. Ma non si può avere tutto nella vita e sono sicuro che Valentino avrà tanto da fare, si divertirà come sempre”.

Rossi punterà ad avere una carriera tra le quattro ruote, a te piacerebbe?

“Sì, infatti ho svolto un test a Franciacorta con la Porsche. Non scarto l’idea di fare qualcosa nelle quattro ruote”.

E un tuo possibile ritorno nel paddock MotoGP, sotto un’altra veste, come lo vedresti?

“Non scarto niente nella vita, ma in questo momento non ce l’ho in mente, al limite potrei fare il commentatore per qualche televisione”.

Hai anche partecipato alla tua prima 100 km dei Campioni, al Ranch di Valentino, che esperienza è stata?

“Mi ha fatto molto piacere ricevere l’invito. Si vede che dopo tutti gli anni che abbiamo trascorso come avversari e compagni di squadra, dopo questa forte rivalità ora c’è un rapporto molto più rilassato. Mi fa piacere che a Valentino piaccia rivedermi e chiacchierare, questo invito per me ha avuto un grande valore. Non potevo dire di no. Avevo già organizzato le ferie per quelle date, a Punta Cana, ma alla fine anche se mi piacciono tanto le spiagge e il caldo, ho rimandato, era molto più importante partecipare a questa gara. Sono andato direttamente a Tulum in vacanza”.

2022, Ducati favorita 


Guardando al 2022 c’è un punto interrogativo su Marc Marquez: stava ricominciando a vincere e poi ha subito un nuovo infortunio all’occhio. Quanto è difficile il suo ritorno al top?

“La cosa peggiore nella vita di un pilota sono gli infortuni e il rischio. È proprio per questo che mi sono ritirato. Se fosse uno sport meno pericoloso, in cui ci si fa meno male, sicuramente sarei ancora in pista. Se pensiamo a tutte le occasioni in cui è caduto, Marc si è fatto male poche volte, eppure anche lui ha avuto tre-quattro infortuni veramente pesanti”.

Pochi ma davvero importanti.

“Nel 2020 si è fatto male al braccio, nel 2011 aveva avuto un problema all’occhio e ora è successa la stessa cosa. Questo problema all’occhio è diverso da qualunque tipo di infortunio a un osso. Non si sa veramente quale sia la reale situazione, perché è molto ermetico. Speriamo bene, lo dico per la MotoGP in generale, perché vogliamo vedere questo talento disumano che è Marc. Senza infortuni Marc era il più forte, sia fisicamente che tecnicamente, ed era anche colui che rischiava di più. Battere un pilota fisicamente più forte di te, e che anche tecnicamente è superiore, e che oltretutto rischia di più, è veramente difficile, però rischia re più degli altri soprattutto in MotoGP porta delle conseguenze, e lui l’ha pagato negli ultimi anni”.

In un ipotetico duello Quartararo-Marquez, chi vincerebbe?

“Se nel 2019, l’anno che è stato il migliore per Marc a livello di risultati, Quartararo ha lottato con lui per la vittoria in qualche gara, anche se non si è riuscito a imporre, ora con Fabio più maturo e più completo e un Marc magari non tanto forte fisicamente come prima, ci divertiremmo molto. Ma aggiungo anche Bagnaia e Jorge Martin. I quattro piloti più forti per il futuro sono loro”.

Punti tanto su Martin.

“Penso sia esplosivo come Marquez e Quartararo, se non addirittura più esplosivo. Ha dimostrato che anche al primo anno, sui circuiti che gli piacevano, poteva vincere e c’è riuscito. Gli manca soltanto l’esperienza per essere competitivo in tutte le piste come Bagnaia. Pecco è molto forte, molto completo. Il punto negativo è che a volte commette ancora qualche errore, cadendo quando è in testa”.

Chi preferisci tra i ducatisti?

“A livello di esplosività e velocità pura, Martin ha qualcosa in più di Bagnaia”.

Oggi parli da un osservatorio privilegiato, ma come pensi di essere ricordato dai tifosi di MotoGP?

“Come un professionista molto concentrato, quello che partiva molto forte, sbagliava poco ed era molto consistente”.

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