MotoGP, Razali: “Dobbiamo essere umili, a giugno le prime valutazioni”

MotoGP, Razali: “Dobbiamo essere umili, a giugno le prime valutazioni”

"In questa categoria è facile essere secondi un anno e penultimo quello successivo. Dovi avrà la M1 2022, mentre Binder la 2021. Ai team servono nuovi introiti, la MotoGP arranca rispetto alla F1"

24.01.2022 19:30

Sono stati mesi intensi quelli scorsi per Razlan Razali, che durante un 2021 denso di difficoltà si è trovato (insieme al suo team) per un attimo con un piede fuori dalla MotoGP, complice in primis l’uscita di scena del main sponsor Petronas, salvo poi rientrare grazie all’arrivo di forze fresche (WithU). Scacciati i dubbi dunque è tempo di pensare alla stagione alle porte, con lo spirito giusto.
 
“Il mio approccio alla stagione sarà lo stesso delle stagioni precedenti. Occorre essere umili - spiega - e non sentire inutili pressioni: nel 2019 siamo stati una sorpresa, e sarebbe bello avere nuovamente quell’atteggiamento e quei risultati. Nello sport non è garantita la vittoria, ed in MotoGP è facile essere secondi un anno e penultimi l’anno successivo. A volta i piloti o le moto non preformano come previsto, può accadere: ora dobbiamo solo ripartire e porci nuovi obiettivi”.
 
Nuovi obiettivi che dovranno essere raggiunti dalla coppia Dovizioso - Binder, che scenderà in pista con moto diverse ma al contempo con la stessa voglia di ben figurare.
 
Yamaha ci ha dato la possibilità di scegliere tra la M1 2021 e quella 2022, così abbiamo scelto la prima per Binder e la seconda per Dovizioso. Al momento per Darryn è meglio partire da una moto già collaudata come la M1 2021, per migliorare gradualmente ascoltando i consigli che certamente Andrea gli darà”.

Razali:  "A giugno Yamaha valuterà il nostro operato"


Ovviamente sul sudafricano non mancano i dubbi, sia per l’enorme salto compiuto che per alcuni episodi relativi alla scorsa stagione, ma Razali non si scompone.
 
“Lo sviluppo di Binder in termini di comportamento e guida sarà gestito da Wilco (Zeelemberg ndr) ed il suo capotecnico, e non vogliamo assolutamente mettergli nessun tipo di pressione addosso. E’ normale vi siano dei dubbi su un pilota che compie il salto dalla Moto3 alla MotoGP, ma abbiamo visto del potenziale in lui, che vogliamo far emergere gara dopo gara. L’importante è che cresca: in MotoGP può succedere di tutto quindi potrebbe sorprendere”.
 
I risultati di Binder e (soprattutto) Dovizioso saranno come detto cruciali per Razali, che dovrà già tra pochi sedersi nuovamente al tavolo con Yamaha, per negoziare il rinnovo del contratto in ottica 2023 e non solo.
 
“Per Yamaha è importante la stabilità dei propri team, quindi è più importante la gestione dei team rispetto ad altro, ma il fatto che la casa ci conosca e conosca il nostro modo di lavorare è un ottimo punto di partenza. Ovviamente dobbiamo ancora dimostrare le nostre capacità gestionali, e lo faremo. In giugno Yamaha analizzerà i nostri risultati ed il nostro lavoro, e spero che in seguito alla valutazione potremo rinnovare il nostro accordo per uno o più anni”.
 
Parlando di futuro Razali non nega la necessità di trovare nuovi partner, allargando la problematica all’intero paddock MotoGP, in cerca di nuovo appeal e nuova linfa.
 
“Spero che il paddock possa tornare quello di prima, ma al contempo spero che possano comparire nuovi ospiti, oltre ad amici e collaboratori: abbiamo bisogno che in questo sport arrivino nuovi introiti, senza pescare dunque sempre nello stesso lago. La F1 attrae tanti investimenti, mentre la MotoGP è più in difficoltà, nonostante credo sia in grado di attrarre nuovi investitori. Dorna deve lavorare, ma in primis devono essere i team a reinventarsi: noi ci stiamo provando, con l’obiettivo di attrarre nuovi sponsor, ed ogni aiuto da parte di Dorna sarebbe ovviamente ben accetto”.

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