MotoGP: Marc Marquez non basta, Honda ha bisogno di una svolta

MotoGP: Marc Marquez non basta, Honda ha bisogno di una svolta

Se il numero 93 riuscirà a correre la stagione 2022 sicuramente otterrà risultati, ma Espargaro, Alex Marquez e Nakagami non possono essere più solo comprimari. Honda ha bisogno di piloti che puntino al top... saranno loro quelli giusti?

25.01.2022 ( Aggiornata il 25.01.2022 11:07 )

La stagione MotoGP 2022, che partirà dal mese di marzo in Qatar, si appresta ad essere per la squadra Honda, quella della verità. Gli ultimi due anni, con gli infortuni di Marc Marquez, hanno messo a dura prova i giapponesi, ma la Casa Alata in teoria dovrebbe poter contare anche su Pol Espargaro, così come su Alex Marquez e Takaaki Nakagami. Fino ad oggi non è andata proprio così, cosa è andato storto e cosa è da rivedere?

Pol “salvo” per un soffio: il 2022 ci dirà la verità


Partiamo, ovviamente, dal team Factory: per Pol Espargaro quella del 2021 è stata la prima stagione in sella alla RC213V. Moto con la quale ha dovuto scontrarsi un bel po' prima di riuscire ad adattarsi. Difficile immaginare il contrario, dato che negli anni la Honda ha dimostrato di essere una moto ribelle. Pol ha dato una conferma ulteriore di tutto ciò, anche se, sul finale di stagione e soprattutto dopo alcuni test fatti a fine estate a Misano, è riuscito a trovare una strada (insieme a Marquez) che potrebbe essere quella giusta. Il suo miglior risultato è stato il secondo posto nel GP dell'Emilia Romagna (terz'ultima gara della stagione), anche se era riuscito ad ottenere un quinto posto nel GP di Silverstone e un sesto in quello dell'Algarve. Insomma, Espargarò ha dimostrato che ci sta provando, che non si è arreso di fronte alle evidenti difficoltà di adattamento alla nuova moto, cercando anche, in assenza del suo compagno di squadra, di portare avanti uno sviluppo che andasse nella stessa direzione dei piloti del team LCR. In più occasioni aveva ribattuto sul fatto che per Honda ci volesse una strada comune da seguire per lo sviluppo della RC213V.

A questo, va fatta una doverosa aggiunta: Pol si è trovato per la prima volta a correre su una moto che non conosceva, senza neppure avere il riferimento del suo compagno di squadra. Pilota che con la Honda ha vinto “solo” sei titoli iridati MotoGP. Avere Marquez al box, sarebbe stato meglio o peggio per lui? Purtroppo non abbiamo la sfera di cristallo, ma se Marc in questo 2022 riuscirà a correre e a stare bene, potremo avere una risposta e forse vedere anche il reale potenziale di Espargarò. Certo è, che se i risultati non arriveranno, HRC a fine stagione saluterà Pol con una bella stretta di mano e un “addio”. Anche perchè, diciamocelo, avere un solo pilota (su quattro) che riesce a guidare la moto, non è proprio il massimo.

Alla Honda serve un cambio di rotta, o si "schianterà" di nuovo


E questo è anche quello che è successo al team LCR di Lucio Cecchinello. Nel 2020, con Marc Marquez fuori dai giochi, i giapponesi avevano riversato le loro energie su Takaaki Nakagami. Poi nel 2021 si era aggiunto anche Alex Marquez, ma sia per il pilota nipponico che per lo spagnolo, la stagione è stata un buco nell'acqua. Colpa della moto? Colpa del pilota? Colpa della squadra? E' davvero difficile cercare il capro espiatorio in una situazione del genere.

Sicuramente, viste anche le difficoltà di Pol Espargaro possiamo dire che la RC213V non è stata d'aiuto. Anzi, ha fatto tribolare i piloti sotto molti punti di vista, ma la colpa del suo funzionamento è purtroppo frutto dello sviluppo che c'è stato dietro e che, in assenza di Marc Marquez, è andato in una direzione sbagliata. Lo ha ammesso lo stesso Alex a fine stagione. Questo però non basta a “scagionare” i due piloti dai pessimi risultati ottenuti. Il 2022 dovrà essere l'anno della svolta, altrimenti anche per loro potrebbe esserci una porta chiusa dal 2023. Basterà il ritorno di Marc Marquez per riuscire a dare una svolta alla Honda? Se lui sarà in forma, riuscirà di certo ad ottenere risultati, ma in HRC la strategia deve essere quella di non avere più piloti comprimari, ma piloti eccellenti per competere al top. E quella seguita fino ad oggi, non è la strada giusta per andare in questa direzione.

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