Yamaha Mondiale: Jorge Lorenzo, l'alter ego di Valentino Rossi

Yamaha Mondiale: Jorge Lorenzo, l'alter ego di Valentino Rossi

Come Roberts, Lawson e Rainey, Jorge ha vinto tre titoli della classe regina. Ma la storia del maiorchino è legata al pesarese, suo grande rivale

13.04.2022 ( Aggiornata il 13.04.2022 11:51 )

I primi contatti


Le conversazioni con la Yamaha proseguirono per tutto il 2006, con contatti sporadici ma utili per toccare ogni dettaglio. Anche se, curiosamente, l’aspetto economico fu quello che generò le minori discussioni. Successo dopo successo, Lorenzo rafforzò il proprio status e l’interesse della Yamaha, e si arrivò a Motegi, sei mesi dopo quel primo contatto a Jerez, per la firma del precontratto, che poneva un termine per siglare il contratto vero e proprio: 30 giugno 2007. Vale a dire la metà dell’anno che Lorenzo avrebbe affrontato nuovamente in sella all’Aprilia 250, ma nel rinnovo con la Casa italiana, Amatriaín aveva inserito una particolare clausola: la libertà di svolgere test su una MotoGP prima dell’inizio della stagione 2007.

A Noale accettarono ponendo a loro volta due condizioni: avrebbero concesso test su qualsiasi MotoGP a patto che non si trattasse di una Casa italiana (leggi Ducati), per la quale la libertà ci sarebbe stata soltanto dall’1 gennaio 2008. E l’Aprilia imponeva il silenzio sul futuro in MotoGP fino all’1 luglio 2007. L’annuncio del salto in top class, Lorenzo lo diede il 25 luglio 2007, dopo aver definito ogni dettaglio nel weekend di Laguna Seca.

La cronaca del suo arrivo a Iwata è utile per capire quanto grande fosse l’interesse della Yamaha, che considerava Jorge il maggior talento della ricchissima generazione dei piloti nati a metà degli anni ‘80. Il lavoro per portarlo nel proprio box accanto a Valentino Rossi durò ben due anni! I responsabili della Casa cercarono il pilota in grado di raccogliere il testimone del pluricampione, temendo – smentiti poi dai fatti – un ritiro di Valentino, che in quella fase si avvicinava ai 30 anni. Lorenzo, però, non arrivava con l’idea di “pensionare” Rossi. “Avremmo potuto mettere in piedi un team nostro soltanto per me, avremmo avuto gli sponsor per farlo. Ma affiancare Valentino era un’idea esaltante, eravamo un buon team, non perfetto, ma decisamente competitivo” ha spiegato negli anni successivi Jorge.

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