Esclusiva, Melandri: “Suzuki una nuova Hayate? Perché no?!”

Esclusiva, Melandri: “Suzuki una nuova Hayate? Perché no?!”

Marco spiega: "Mir e Rins come me nel 2012: sentire le energie negative sulle spalle ti disintegra"

04.05.2022 ( Aggiornata il 04.05.2022 11:39 )

In attesa di una comunicazione ufficiale, che sembra oramai sempre più certa, il caso Suzuki continua a tenere banco. La scelta della casa di Hamamatsu di lasciare la MotoGP continua ad avere un che di surreale, ma certamente ha dei precedenti nella storia: lo sa bene Marco Melandri, che nella sua lunga carriera si è trovato più volte a fronteggiare situazioni di emergenza simili a questa.
 
“Questa scelta di Suzuki è una doccia freddissima per la MotoGP - apre Marco - che non mi aspettavo. Dopo il Covid è sembrato che il mercato fosse ripartito a pieno ritmo, ma in realtà c’è stato un effetto boomerang: chi tira le fila in Suzuki e non è appassionato di corse le vede solamente come un costo, e quindi inizia a tirare i remi in barca. I risultati ad oggi gli sorridono ma poco importa: anche io e BMW eravamo in testa al campionato a tre gare dalla fine, ma a chi comanda non gliene frega nulla. Questo per tutti coloro che lavorano in pista è una mazzata enorme”.
 
La situazione attuale di Mir e Rins assomiglia molto alla tua in quel famoso 2012 in SBK. Che ne pensi?
 
“Inizialmente i piloti sono coloro che risentono meno della cosa, dato che spesso e volentieri una sella la trova, ma a cascata soffre tantissimo. Quando i ragazzi del team iniziano a farti capire che hanno bisogno di trovare lavoro, perché hanno una famiglia, i risultati passano in secondo piano. Tutto questo finisce sulle spalle del pilota, e lo disintegra”.
 
Come pensi sarà la loro stagione da qui alla fine?

“Devono essere forti, e nel box devono cercare di non trasmettergli tutto lo stress derivante da quella situazione. Livio (Suppo ndr) è arrivato da poco, ha un compito davvero delicato: deve cercare di non fare arrivare le energie negative addosso ai piloti, per evitare di buttare via la stagione già adesso”.

Melandri: "Le case ed i team avranno più potere ora nelle trattative con i piloti"


È peggio averlo saputo ora o, come nel tuo caso, a tre gare dalla fine dell’anno?

“Per i ragazzi del team è meglio adesso, dato che vi è più tempo per cercare una nuova sistemazione: spero al contempo che un altro team rimpiazzi Suzuki, perché in caso contrario vi sarebbero meno posti di lavoro. Saperlo all’ultimo è un disastro, perché tutti i giochi sono fatti”.
 
Come vedi il mercato piloti ora?

“Difficile dirlo, ma certamente se prima ci stava pensando ora è convinto. Questo terremoto credo andrà ad influire molto sugli ingaggi dei piloti: essendoci due moto competitive in meno e due piloti forti in più le case ed i team avranno più potere nelle trattative. Penso ad esempio a Quartararo, che sta trattando il rinnovo con Yamaha e ha meno carte da giocare per monetizzare”.
 
Pensi che nel 2023 si possa vedere un nuovo caso Hayate? Può funzionare?

“Perché no, mai dire mai. Le moto d’altronde funzionano, e non mi aspetto che il prossimo anno le altre moto facciano un salto in avanti enorme, anche perché se fossi in Dorna metterei un freno allo sviluppo. L’aerodinamica per esempio sta limitando tanto lo spettacolo: chi segue inizia a fare fatica a superare, anche perché a 360 km/m non puoi prenderti particolare rischi in frenata. Se le moto andassero 30 chilometri più piano da casa non cambierebbe nulla, ma lo spettacolo ne guadagnerebbe”.

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