MotoGP, Bagnaia: “Difficile sorpassare? Non sono d'accordo”

MotoGP, Bagnaia: “Difficile sorpassare? Non sono d'accordo”

"E' possibile con o senza ali. Stoner faceva cose incredibili con una moto quasi inguidabile" dice Pecco, ospite di Brembo

11.05.2022 ( Aggiornata il 11.05.2022 19:31 )

La MotoGP attuale si basa su alcuni punti cardine, ed uno di questi è innegabilmente la frenata. Un aspetto che fa spesso la differenza in gara, consentendo ad alcuni piloti di emergere e rallentandone al contempo altri. Pecco Bagnaia lo sa bene e, intervenuto sul tema su invito di Brembo, ha raccontato la sua verità a tal proposito, a partire dal primo incontro con i freni in carbonio di una MotoGP, avvenuto a Valencia nel 2016.
 
“Il passaggio dall’acciaio al carbonio è la cosa che mi è rimasta più impressa: è stato scioccante nei primi giri - racconta Pecco - ma non ho mai avuto quell’effetto bloccaggio in cui sono incappati altri piloti. Non ricordo quel test come un’esperienza sconvolgente nel complesso, ricordo solo che ci ho messo un po’ ad abituarmi, ed ora quando provo una moto senza i freni in carbonio faccio leggermente più fatica”.
 
A Valencia hai vissuto anche un momento complicato, ossia il cappottamento del 2019 durante la FP3. E’ un qualcosa che può capitare o si tratta di un episodio isolato?

“In quell’occasione ho potuto farci poco, dato che il freno si è bloccato sempre di più, un qualcosa di non ripetibile secondo me. E’ stato un piccolo problema con conseguenze maggiori”.
 
Come ti immagini un amatore in sella ad una MotoGP? Cosa accadrebbe nelle prime frenate con i freni in carbonio?

“Andrebbe lungo, la ghiaia è molto vicina (ride ndr). Un amatore potrebbe spaventarsi, dato che se non li tieni in temperatura sono imprevedibili, e possono portarti ad inchiodare. Tutti i piloti infatti cercano di scaldarli già in pit lane, dando alla prima frenata una successiva grande scaldata, che aiuta a fare il primo giro tranquillamente. Un amatore abituato ad altre velocità faticherebbe a portarli in temperatura, a volte fatico anche io”.
 
Dopo Jerez vi sono state lamentele riguardo alle difficoltà nel sorpassare. Che ne pensi?
 
“Io non credo sia difficile superare. In Argentina partivo 13° e sono arrivato 5°, a Portimao ultimo e sono arrivato 8°, quindi credo che i sorpassi si facciano sia con i freni in carbonio che senza, così come sia con le ali che senza. Quando giri più veloce del tuo avversario riesci, per forza di cose, a superare. Se sei solo leggermente più veloce di chi ti precede fai più fatica, ma ci riesci comunque, quindi non vedo particolari limitazioni. Aleix Espargarò ha faticato a superare Miller e Marquez? Loro due staccano forte, mentre lui predilige la percorrenza e l’uscita di curva, quindi hanno stili diversi”.

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Sei considerato uno degli staccatori più forti della griglia. Sei d’accordo?
 
“Oramai la staccata è divisa in più parti: c’è la frenata da dritto, la fase di ingresso ed il rilascio dei freni. Tra i piloti Ducati penso di essere quello che ha capito meglio la prima parte, ed il come portare tanta velocità in curva, il che ora mi sta aiutando tanto ad essere veloce. Non è facile, perché devi mettere tanto carico sull’anteriore, con il rischio che questo si chiuda, ma serve”.
 
Ruberesti una fase della staccata a qualche tuo rivale? Se sì chi?

“Difficile da dire, perché ogni pilota ha un proprio stile. Certamente mi piace come Miller riesce a far girare la moto nell’ultima fase di ingresso, dando un pestone molto forte con il freno dietro. Trovo che abbia davvero un grande controllo su questa fase, che mi piacerebbe rubargli".
 
Tu come utilizzi il freno posteriore?

“Quando sono arrivato in MotoGP venivo da un periodo in cui in Moto2 non lo avevo usato, dato che complicava la guida, ed il motore Honda aveva già tanto freno motore di suo. Con la MotoGP ho dovuto iniziare ad usarlo subito: nelle curve a sinistra uso il piede, in quelle a destra il freno a pollice. Mi piacerebbe riuscire ad usare sempre il piede, ma il bilanciamento che ho trovato ora mi aiuta molto”.
 
In passato uno degli staccatori più incredibili è stato Casey Stoner, che usava il freno posteriore in sostituzione del controllo di trazione. Questa tecnica è stata replicata da qualcuno?

“Ho parlato tanto con Gabarrini (Christian, capotecnico di Pecco ed in passato di Stoner ndr) a riguardo. Mi ha detto spesso quanto Casey fosse bravo nel capire l’aderenza della pista, e la potenza che poteva scaricare con il freno posteriore: in quel periodo i controllo di trazione non erano sviluppati come ora, e la Ducati 800 del 2007 era molto esplosiva, tanto che serviva trovare una quadra. Vedere Casey guidare in quegli anni era affascinante secondo me, dato che faceva grandi cose con una moto quasi inguidabile”.
 
Come descriveresti Le Mans dal punto di vista della frenata?

“E’ meno complicata come pista rispetto a Jerez, ma le temperature vanno sempre monitorate con grande attenzione. Vi sono due o tre staccate difficili, che rendono la frenata fondamentale anche qui: l’anno scorso non ho avuto problemi, anche se il freddo complica il mantenere sempre i freni in temperatura”.  

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