MotoGP, Yamaha favorita al Sachsenring, ma occhio alla Suzuki

MotoGP, Yamaha favorita al Sachsenring, ma occhio alla Suzuki© Luca Gorini

Le doti delle M1 aiutano Quartararo, però la "semplicità" della GSX-RR potrebbe avere la meglio. Aprilia deve cacciare il fantasma catalano,  terreno tedesco difficile per Ducati, KTM gioca (quasi) in casa, Honda orfana di Marquez

15.06.2022 10:46

Großer Preis von Deutschland, ovvero, Gran Premio di Germania. La MotoGP si appresta ad affrontare una doppia trasferta, denominata dalla Formula 1 "back to back", per weekend uno in fila all'altro. A precedere Assen, come stavamo dicedendo, ci sarà il Sachsenring, vera terra di conquista di un certo numero 93. Ma quel numero in pista non ci sarà.

Yamaha favorita con Quarta. Sulla carta

Sulla carta, perché non altrettanto nella pratica?! innanzitutto, ci sarà da vedere (almeno) l'andamento delle prove libere, dopo potremmo un minimo sbilanciarci. Comunque sì, la M1 mai come quest'anno promette di far bene in Germania, vuoi per il fatto di avere tra le proprie punte il campione del mondo nonché leader di classifica, vuoi per le caratteristiche stesse del progetto tecnico, Fabio Quartararo, nonostante lamentele e parole, guida la MotoGP, guidando la Yamaha come nessuna sa fare. Appunto, come è questa Yamaha? Si dice soffra in rettilineo, d'accordo, ma le piste non sono solo dritte. Anzi, il Sachsenring è ricco di curve e, in alcuni tratti sinistrorsi, si resta in piega per secondi e secondi.

Quanto sa fare meglio El Diablo, su una - eccoci alla spiegazione - quattro cilindri di iwata capace di erogare la potenza in modalità fluida e progressiva, evitando entrate in coppia violente. Sin dai bassi regimi, la spinta arriva onesta e, abbondante ma facilmente gestibile. E il telaio, vera chicca a fare il paio con un avantreno dalla affidabilità di traiettoria invidiabile, digerisce volentieri gli angoli più acuti, senza contorcersi o portare il pilota fuori linea. 

Diciamo, quindi, come il francese trovi terreno ideale per sé stesso e per la sua cavalcatura. Quando gli avversari sono costretti a temporeggiare nell'apri-chiudi e chiudi-apri tra una curva e l'altra, lui potrà provare la fuga, strategia già messa in atto a Portimao e Barcellona. Solo fungendo da lepre il titolato 2021 può esprimere il suo passo tedesco. Tutto ciò, sulla carta. Magari anche nei fatti.

Attenzione alle Suzuki. O alla?

Alle o alla?! Bè, dobbiamo attendere il resoconto offerto dalla prossima visita a cui Alex Rins dovrà sottoporsi. Se ricordate, il catalano è stato coinvolto dal tamponamento innescato da Takaaki Nakagami in Catalogna, rialzandosi dalla ghiaia con un polso fratturato.

Perciò, speriamo per lui che riesca a tornare a bordo della sua Suzuki. GSX-RR che, malgrado Wikipedia dica il contrario, parte candidata al successo tedesco. La MotoGP di Hamamatsu (pare) si conduca "piuttosto facilmente", poichè equilibrata tra prestazioni del propulsore, setup dell'elettronica e comunicatività di telaio e sospensioni.

Insomma, un pacchetto idealmente vincente, sulla carta. Peccato che, per un motivo o per l'altro, quest'anno sia ancora mancato il gradino più alto. Deve essere difficile mantenere nervi saldi e concentrazione mentre si riceve la notizia del prossimo giubilato. Ma Joan Mir vuole reagire, regalando al team Ecstar almeno una gioia, come fece col titolo 2020. 

Ducati chiamata alla risposta germanica

Se Yamaha e Suzuki vengono inserite tra le compagini meglio accreditate, ora tocca a Ducati, forte delle sue otto Desmosedici schierate quest'anno. Dunque, le GP22 sono affidate a Pecco Bagnaia, Jack Miller, Johann Zarco, Jorge Martin e Luca Marini. Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi hanno la GP21.

Al momento ha vinto di più la versione 2021, previo mani e fondoschiena del Bestia colorato dall'azzurro Gresini. Sebbene la classifica lo veda "solo" terzo, il romagnolo è costretto a difendersi, contestualemente attaccando. Le due cadute consecutive tra Francia e Catalunya poco aiutano, Ducati come risponderò al toboga germanico?

Se lo chiedono anche gli altri, non solo Enea. Perchè se è vero che la moto bolognese prediliga frenate e accelerazioni (entrambe) decise, diciamo che al Sachsenring di tutto questo poco offra. Anzi, meglio essere dolci e precisi in curva, come detto. Ovviamente, lo deve fare il pilota. Ovviamente, il pilota deve contare su un mezzo che glielo consenta. Glielo consentirà?

Aleix e Aprilia a scacciare il fantasma catalano

Il fantasma catalano, e chi sarebbe? Non sarò mica Aleix, poiché nato a Grannollers, sicché catalano?! Sì, ma ci riferiamo a quanto fatto dallo stesso Espargarò nel Gran Premio di casa, senza vessarlo ulteriormente. Però, appunto: siamo certi che egli in primis sia desideroso di riscatto, proprio per archiviare definitivamente l'errore del Montmelò.

E, mai come oggi, l'Aprilia lo assiste. E lo assisterà: forti del contratto rinnovato per ulteriori due stagioni - 2023 e 2024 - il numero 41 e la formazione nera di Noale, anzi, emanata da Noale hanno motivi bellicosi in territorio ex Germania Est. Sfondare la porta di Brandeburgo e conquistare le campagne della Ruhr sarà possibile per la RS-GP?

Diciamo "sì", sapendo che anche Maverick Vinales cerchi il risultato che sancisa l'accresciuto feeling in sella e nel boz. Avremo in pista una coppia (catalana) intenzionata a ben figurare: Aleix per continuare a sognare il mondiale, Maverick per consolidare lo status di braccio destro pronto alla difesa del capitano.

KTM e Honda, che si fa?

Unico r riassuntivo capitolo per RC16 e RC213 V. Un attimo, rileggendo notiamo una cosa: sia la moto austriaca che quella nippo hanno come sigla iniziale le lettere R e C. Sarà un caso? Vabbè, andiamo avanti: per la KTM  è quasi un Gran Premio di casa, poiché l'idioma germanico è il medesimo. Ecco un motivo per fare bene.

Per la Honda, il linguaggio è totalmente dissimile, tuttavia di motivi per fare bene devono essere cercati. E trovati: basterò il tester tedesco Stefan Bradl a portare su una quattro cilindri dell'ala? Quest'anno nessuno mai ci è riuscito e, come letto nel sommario, manca chi lo ha fatto per otto Gran Premi consecutivi, dieci se consideriamo 125 e Moto2.

Marc Marquez non ci sarà, non sappiamo se e quando tornerà. E il piatto giapponese langue. Se la squadra arancione conta il successo di Mandalika firmato dal (partente) Miguel Oliveira, tra HRC e LCR nessun rappresentante ha calcato il gradino più alto. Ma la cosa più preoccupante è che, sulla carta, non si intraveda chi possa farlo. Nel pieno rispetto di Pol Espargarò, Alex Marquez e Takaaki Nakagami al quale, nel frattempo, auguriamo pronta e totale guarigione.

 

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