Ducati efficace in MotoGP, ma per il titolo serve una prima punta

Ducati efficace in MotoGP, ma per il titolo serve una prima punta© Luca Gorini

Fortissimi Bagnaia, Bastianini, Miller, Zarco, Martin, Marini, Bezzecchi e Di Giannantonio, ma  non sarebbe meglio fare come Yamaha, che ha in Quartararo l'unico vero attaccante col quale comandare la classifica?

21.06.2022 ( Aggiornata il 21.06.2022 17:43 )

Otto Ducati, mica poche in MotoGP quest'anno. Nessuna Casa come l'italiana di Borgo Panigale schiera così tante moto nella classe regina, vantando un contingente assortito e completo. Dal Lenovo Factory al satellite Pramac, passando dal Mooney VR46 a Gresini, parliamo di un vanto nostrano che tutti ci invidiano.

Però, manca qualcosa. Cosa? Fantastiche le affermazioni firmate da Enea Bastianini, belli i successi centrati da Pecco Bagnaia, eccezionali i podi calcati da Johann Zarco e Jorge Martin, interessanti i progressi evidenziati da Luca Marini, Marco Bezzecchi e Fabio Di Giannantonio, tuttavia a Bologna e dintorni corrono per stare davanti a tutti. E, davanti a tutti, non troviamo una Rossa.

Yamaha in vetta al mondiale, perché?


Risponderete sicuramente "Per merito di Fabio Quartararo", lo sappiamo. E condividiamo: il francese è il più forte pilota della MotoGP di oggi. Vuoi perchè già titolato in carica, aggiungiamo che rinnovare con Yamaha lo ha reso più sereno e meno preoccupato a discorsi diversi dalla pista, appuntiamo come il suo talento sia esploso e, forse, crescerà ancora.

Fino a qui, nulla di nuovo o mai letto prima. Un dettaglio ulteriore è rappresentato dalla "scelta", consapevole o inconsapevole, volontaria o involontaria, annunciata o velata, comunque scelta rimane: i tre diapason hanno in El Diablo la prima punta, gli altri sono sì ben assistiti, ma a Iwata credono principalmente in Quarta.

Strategia logica conseguenza dei risultati o pianificata a tavolino? Di fatto, cosa cambia? Niente. Fabio è il primo attaccante della compagine blu, la sua M1 vince i Gran Premi e comanda la classifica iridata. Immaginate quanto potrebbe importare a Yamaha di vedere più indietro i vari Franco Morbidelli, Andrea Dovizioso e Darryn Binder?! Il giusto, Signore & Signori, il giusto. 

Otto Ducati sono dispersive?


Pecco Bagnaia ha vinto in Toscana, è stato abbattuto da Takaaki Nakagami al Montmelò. Meritatamente primo tra i cordoli tricolori, incolpevolmente a terra pochi giorni dopo. Un alto e un basso, comunque fisiologico, tuttavia da evitare, se consideriamo le tre cadute dettate da propri errori.

L'altro ad aver fatto grandi cose a bordo di una Desmosedici (GP21) si chiama Enea Bastianini. Tre vittorie, stesso numero totalizzato da Quartararo. A differenza del francese Monster Energy, il portacolori Gresini ha, però, mancato di costanza. E la sua classifica ne risente. Se, per assurdo, sommassimo i successi del Bestia a quelli di Pecco, ne conteremmo cinque.

Più di Fabio. Scegliete voi a chi assegnarli: Bagnaia o Enea? Non si può fare, e via col discorso della dispersione di risultati. Perchè è bello vedere a podio Johann Zarco e Jorge Martin, non quest'anno - per ora - su quello centrale e più alto. Il contrario del percorso Yamaha, competitiva solo con Quarta, in sofferenza con gli altri. Ma chi ha ragione? Nessuna dispersione e vetta del mondiale previo il numero 20.

Va scelto il centravanti e attenzione al 2023


Piaccia o no, il centravanti va scelto. Honda lo avrebbe pure, Marc Marquez. In HRC sanno bene come sia l'otto volte iridato l'unico su cui puntare, lo dimostrano i disastri raccolti da Alex (Marquez), Pol Espargarò, Takaaki Nakagami e Stefan Bradl. Anche se, a onor del vero, il solo podio marcato Honda risale a Lusail, grazie a Pol. 

Poi, niente. In quel caso, la dispersione di risorse e attenzioni è relativa, perché con Marc fuori, l'ala dorata ne ha provate di tutti i colori, invano. La RC213 V è stata affidata al giapponese Taka, non in grado di sfruttarla pienamente. Il contrario di Ducati che, invece, ha in quasi tutti i rappresentati la capacità di sfruttare la Desmosedici,

Bello, tuttavia per il 2023 serve l'attaccante, il finalizzatore del gioco di squadra. Chi sarà? Pecco Bagnaia, teoricamente, poiché forte e, come promesso da Tardozzi, futuro campione. Ne conveniamo, purché eviti gli errori commessi quest'anno. Ma, attenzione: chi mettergli di fianco? Siamo sicuri che uno tra Bastianini e Martin possa accettare il ruolo (esplicito o velato, come spiegato per Yamaha) di seconda guida? Non siamo così convinti nel dire "". Anzi.

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