Vinales, l'arma in più di Aleix Espargaro per il titolo MotoGP

Vinales, l'arma in più di Aleix Espargaro per il titolo MotoGP© Luca Gorini

Salendo sul podio di Assen, Maverick si è "sbloccato", accantonando il passato, vivendo una nuova fase di carriera. Lui sarà l'ago della bilancia nella corsa all'iride, Aprilia potrebbe giovarne

29.06.2022 ( Aggiornata il 29.06.2022 15:27 )

Esattamente dove dodici mesi prima aveva vissuto il punto più basso di carriera, Maverick Vinales è stato capace di rinascere, mettendosi tutto alle spalle, cominciando una nuova vita sportiva in MotoGP. Salendo sul podio del Van Drenthe, il ventisettenne catalano si è sbloccato, diventando (quasi) un tutt'uno con la sua Aprilia. E' quel "quasi" che deve spaventare gli avversari: il numero 12 può crescere ancora. E lo farà.

Dodici mesi, una vita che cambia


Era fine giugno 2021, Maverick vestiva i colori Yamaha. E gli stavano stretti, diciamoci la verità: eccellente fu il secondo gradino del podio calcato a fine di una gara vinta da Fabio Quartararo - compagno di box, ahiahiai - ma qualcosa si era rotto da tempo. 

Qualcosa di grosso, mica un laccio della scarpa. Dal disastro del Sachsenring, allo "NC" del Red Bull Ring, in mezzo si registrava la rescissione contrattuale tra lui e la Casa dei tre diapason, nelle relative conseguenze legali ed economiche. La cosa non piacque ai dirigenti del Marchio, poiché contro il rispetto di un accordo valevole sino al 2022. Ecco perchè il catalano non corse in Austria.


Il passaggio in nero

Maverick era nero, o forse no, peggio: Maverick era grigio, colore che - scommettiamo?! - piace davvero a pochi individui. Di certo, non a un "tutto o niente" come Vinales, di fronte a un bivio micidiale: smettere con le competizioni o rilanciarsi altrove, magari dove la fiducia (reciproca) trasuda dalle pareti del garage?

Ed ecco per lui un test fondamentale, effettuato a Misano in sella alla RS-GP. Evidentemente, la quattro cilindri veneta piacque al nativo di Figueres, tanto da schierarsi subito in un weekend ufficiale: da Aragòn dello scorso anno cominciò l'avventura in Aprila di Vinny (passatecelo), tutt'oggi impiegato dalla squadra Factory di Noale. Era una rosa pronta a fiorire.

Il podio di Assen: nuova linfa vitale per Mav


Il terzo gradino è già pesante di suo, se parliamo di MotoGP. Figuratevi se viene calcato dopo circa 12 mesi di assenza. Quanto fatto da Mav, bravissimo nell'arrivare terzo al Van Drenthe. In una corsa vinta da Pecco Bagnaia, nella quale Marco Bezzecchi si è presentanto definitivamente al mondo, il catalano ha ritrovato sé stesso.

Che, invece, non aveva mai perso. Per lui si trattava di una questione ambientale. Senza giudicare se sia meglio un team o l'altro, se in una squadra si stia peggio o cosa - non sta a noi, a meno che non ci facciate correre con tutti i marchi della MotoGP - Vinales ha trovato nella compagine di Noale quanto cercava: comprensione, fiducia, stima. E il mezzo giusto.

Aleix ha Vinny, gli altri no


Come quando si giocava a figurine (bei tempi): questa io ce l'ho, tu no. Esattamente quanto potrebbe dire Aprilia, avvalendosi di Vinales: adesso la squadra nera sa, definitivamente, di poter contare su un "secondo" pilota veloce come il primo. 

Perché Maverick si ripeterà, facendo pure meglio rispetto alla prova di Assen. Vedrete. E chi ne gioverà? Egli stesso, of course, altrettanto Aleix Espargarò. Il collega catalano ha nel socio catalano una spalla pronta al sostenimento. Chi altri la può vantare? Quarta in Yamaha? No. Pecco in Ducati? Non sempre. Suzuki, KTM e Honda? Lasciamo perdere.

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