MotoGP 2023: più che un calendario, una prova di resistenza

MotoGP 2023: più che un calendario, una prova di resistenza© Luca Gorini

Con 21 Gran Premi programmati in 5 Continenti, doppie trasferte, triplette, tappe inedite e un accento sempre più asiatico, le due ruote fanno (quasi) come la Formula 1: otto mesi in giro per il mondo, senza tregua nè respiro

04.10.2022 ( Aggiornata il 04.10.2022 11:06 )

Innanzitutto, diciamoci la verità: più gare ci sono, meglio è. La pensa alla stessa maniera Dorna che, pensando alla stagione 2023 MotoGP, ha allestito un calendario interessante, sinceramente parlando: Gran Premi spalmati su 5 Continenti, tappe storiche confermate, circuiti inediti e posti nuovi da scoprire. Fantastico e, credeteci, non vediamo l'ora di partire. Sapendo che le trasferte - test esclusi - saranno ben 21.

MotoGP sempre più "asiatica", ma l'Italia resiste

Inserendo gli appuntamenti previsti in Kazakistan e India, il Motomondiale parla sempre più asiatico, non arabo come la Formula, tuttavia tendente a quella parte del globo. Questione di mercati, trend, interessi dei Paesi in questione e la voglia - giustamente - di esplorare nuovi confini, uscendo appunto dai confini.

E ci sta come strategia, purchè si mantengano le date storiche del calendario. Detto, fatto: rimanendo in Italia, Mugello e Misano alzano la mano. Ottimo. La Francia avrà Le Mans, la Spagna perde Aragòn ma resta con tre Gran Premi: Jerez, Montemelò, Valencia. Mica male.

Poi, qua e là: Assen e l'Olanda sono intoccabili, figuriamoci Silverstone (sebbene, forse, Donington sia più da due ruote), In Germania al Sachsenring ci si andrà ancora, come in Portogallo, che aprirà la contesa 2023. Attenzione all'Argentina, Le Americhe e, come noterete, nemmeno l'ombra della Finlandia. Fa niente, perché Giappone, Qatar, Malesia, Indonesia, Australia (ah, già: avevamo dimenticato l'Austria e il meraviglioso Red Bull Ring), Thailandia, dicono "presente".

Più costi, meno riposo

Solitamente, chi si reca ai Gran Premi parte dall'Europa. Sì, ci sono piloti, manager, addetti ai lavori originari del Giappone, Stati Uniti, Australia e quant'altro, però la "base fissa" è rappresentata dal Vecchio Continente, ove affrontare tutta la stagione iridata. Per coloro abitino, per esempio, a Tokio, saranno necessari circa 8 mesi fuori casa.

Essendoci trasferte, come dire, esotiche... i costi e i tempi lievitano. L'inizio in Portogallo preoccupa poco, anzi, l'Algarve è un posto bellissimo. Da vivere. Poi, Argentina e Stati Uniti. Termas de Rio Hondo, il cosiddetto "viaggio della speranza", Austin e i Texas. In effetti, le fatiche vere arriveranno più avanti. Se guardate l'autunno, capirete.

Le squadre dovranno spendere parecchio, sia per recapitare il capitale umano, che il materiale tecnico. Ogni trasporto dovrà essere allestito ad hoc, senza intralci, altrimenti si paga doppio e pegno. La cosa riguarda anche i giornalisti, che dovranno chiedere ai propri editori un budget rimpinguato.

La Sprint Race carica tutto

Tra i vari commenti raccolti qua e là, non abbiamo trovato note positive nei confronti della futura Sprint Race. Solo critiche negative, maleparole e pregiudizi. Dal nostro canto, invece, accogliamo con apertura mentale la novità, certi che regalerà spettacolo.

E' anche giusto che impegnerà parecchio gli attori, noi che scriviamo, loro che corrono. Se i Gran Premi saranno veramente 21 - occhio agli asterischi posti in un due date - le gare saranno il doppio, ovvero, 42. A dirla meglio, no: 21 più la metà di 21, per un totale di 31 e mezzo!!!

A parte gli scherzi, il carico arriverà, costituito da tensione, prevenzione e strategia, emozioni e atti che stressano parecchio chi affronta semafori che si spengono e bandiere a scacchi. Parliamo degli attimi di più grande tensione del weekend, e di weekend ce ne saranno 21. Se tutto andrà in porto, per la MotoGP sarà record di date.

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