MotoGP, Yamaha prepara un motore da 280 cavalli per contrastare Ducati

MotoGP, Yamaha prepara un motore da 280 cavalli per contrastare Ducati© Luca Gorini

L'ingegnere Luca Marmorini, ex Ferrari in Formula 1, si sta occupando del propulsore M1, che promette di tenere testa alla Desmosedici. I due step evoluzione previsti basteranno per soddisfare Quartararo e Morbidelli?

07.12.2022 ( Aggiornata il 07.12.2022 14:36 )

I motori sono spenti e bla bla bla... quante volte avete letto la seguente frase? Tante, nevvero?! Si tratta di affermazione errata perché, in realtà, in motori stanno girando, non in pista, bensì al banco. Per arrivare pronti ai test MotoGP  programmati a Sepang, Yamaha si sta dando parecchio da fare: le sessioni dedicate ai collaudatori, in azione dal 5 al 7 febbraio, e i giorni 10, 11 e 12 dello stesso mese vedranno i propulsori della M1 chiamati a un ulteriore esame probante. Saranno soddisfatte le richieste inoltrate dal team Monster Energy? Luca Marmorini e uno staff specializzato se ne sta giusto occupando.

Marmorini, ex Formula 1: competenza  italiana al servizio della MotoGP


Luca è un ingegnere che ha lavorato in Ferrari dal 1990 al 1999, in qualità di capo progetto della sezione motoristica ed elettronica delle Rosse. Le quattro ruote col cavallino rampante hanno goduto delle sue consulenze per anni, poi il professionista è passato in Toyota, più tardi ancora è tornato a Maranello, più avanti si è spostato in Renault.

Collegato alle maggiormente importanti e qualitative aziende di settore, l'esperto classe 1961 è stato chiamato da Yamaha a gran voce, nell'obiettivo di colmare le lacune palesate dal quattro cilindri in linea di Iwata. La categoria massima a due ruote è sempre più indirizzata verso usi e costumi della Formula 1, sia in termini tecnologici, che sportivi e organizzativi.

M1 da 280 cavalli alla ruota: basteranno per contrastare Ducati?


Dati ufficiali e dichiarati nemmeno a chiederli piangendo, perciò ci affidiamo a indiscrezioni, testimonianze e soffiate: le MotoGP toccano i 300 cavalli di potenza, ma questo valore è relativo alle prove tenute al banco. Sono numeri impressionanti, però vanno considerate le dispersioni meccaniche e gli attriti, prima di pensare a un calcolo preciso e attendibile. Perciò: quanti cavalli devono gestire i polsi (e le gestioni elettroniche)? Si parla di quasi 290 alla ruota, cioè, effettivi. Sembrano parecchi, malgrado ci sia da crederci. Pare pure che la M1 ne pagasse circa 15-20 alla Ducati, ritenuta il riferimento della categoria col suo V4.

Anche KTM, Aprilia, Honda e Suzuki erano messe bene nel 2022:  RC16, RS-GP, RC 213V e GSX-RR hanno conteso spesso alla Ducati le parti alte delle top speed, mentre i piloti raffiguranti i tre diapason no, anzi, mai. L'allarme lanciato da Fabio Quartararo ha echeggiato a destra e sinistra nel paddock, sino alla "convocazione" di cui sopra.

Eccoci al dunque: Marmorini e aziende italiane già operanti per conto della Formula 1 stanno lavorando sodo, si sentono cose tipo "24 ore al giorno", nella voglia di colmare il gap registrato nelle ultime stagioni. Sono previsti due step di motore, con lievitamento di coppia, potenza, allungo e relative velocità. I 280 cavalli (forse qualcuno in più) dovrebbe pareggiare i conti con la GP23 di Borgo Panigale? Sarà così? Nei test di Valencia non ci è sembrato, anche perchè a Bologna mica rimarranno con le mani in mano...

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