MotoGP, Morbidelli esclusivo: "Valentino Rossi mi è stato vicino"

MotoGP, Morbidelli esclusivo: "Valentino Rossi mi è stato vicino"© Luca Gorini

Il racconto del pilota Yamaha, reduce da un 2022 disastroso: "So cosa posso dare, soprattutto ora che sto bene"

18.01.2023 ( Aggiornata il 18.01.2023 12:43 )

Zero vittorie, zero podi, il suo anno peggiore nella categoria regina. Anzi, nel Motomondiale. È questo il quadro desolante che disegna il 2022 di Franco Morbidelli, che ha firmato come miglior risultato stagionale il settimo posto in Indonesia, per poi vivere un campionato nelle retrovie, non prendendo punti in metà dei GP corsi.

Un rendimento lontanissimo dal valore dell’italo-brasiliano, il pilota capace di riportare l’iride in Italia – nel 2017 in Moto2 – dopo un lungo digiuno, per poi diventare vice campione della classe regina nel 2020.

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Il 2022 in salita di Franco


Tuttavia, tra i piloti Yamaha in pista soltanto Fabio Quartararo è riuscito a fare la differenza, portando la M1 nel gruppo di testa, e lottando per il titolo fino all’ultima gara. Morbidelli, invece, ha faticato, e da quando è entrato nel team ufficiale – fine estate 2021, al rientro dopo l’infortunio al ginocchio –  soltanto due volte si è classificato nella Top 10 al traguardo. Eppure dopo un periodo buio, Franco vede di nuovo la luce: “La mia fiducia è riposta tutta sugli ingegneri”. Sono loro, ora, a dover garantire una moto competitiva che permetta a Morbidelli di esprimere tutto il suo talento, in un 2023 in cui arriva a scadenza il contratto con Iwata.

Come definiresti la tua stagione 2022?

“Tosta, complicata, difficile, in salita. Ma con un risvolto positivo, perché soprattutto sul finire della stagione ci sono stati miglioramenti che aspettavo da un po’ e che speravo di vedere. Questi mi hanno permesso di ritrovare fiducia e approcciare l’inverno con la tranquillità giusta, non troppa ma neanche troppo poca. E con l’energia per preparare bene la stagione che verrà”.

Cosa ti ha fatto mantenere alta la motivazione in un anno difficile?

“Tantissime cose mi hanno aiutato a rimanere con un alto livello di motivazione: in primis il mio compagno di squadra, Quartararo, che è sempre riuscito a tirare fuori il meglio dalla moto offrendo prestazioni veramente straordinarie. E poi la stessa consapevolezza di ciò che posso dare e ciò che ancora non riesco a fare con questa Yamaha. Ciò che non riuscivo a dare mi era persino più chiaro quando ero ancora più in difficoltà. Al resto pensano gli amici, le persone che ho al mio fianco, sono tutti di grande aiuto”. 

L’infortunio al ginocchio è soltanto un brutto ricordo?

“Sì, fisicamente sto bene, sono al massimo”.

Ti è mancato avere al tuo fianco il capotecnico Ramon Forcada?

“Eh… È come chiedere se ti manca una vecchia fidanzata: i momenti trascorsi con lui sono stati fantastici e  indimenticabili, ma non mi sono focalizzato troppo su quanto mi sia mancato, sono concentrato su quello che mi manca per andare forte. Non c’è troppo spazio per le emozioni in un campionato come la MotoGP”.

Perché non hai potuto proseguire il lavoro con lui?

“È stata una decisione che abbiamo preso insieme nel momento in cui è stato determinato il mio trasferimento al team ufficiale nel 2021. È una condizione che ho accettato”.

Il 2023 è già qui


Hai già avuto un assaggio della M1 2023, cosa ne pensi?

“Ho grande fiducia nello sviluppo invernale. Gli ingegneri e i tecnici hanno un compito molto importante che è quello di migliorare vari aspetti della moto, senza stravolgerla: penso per esempio alla velocità di punta. Sono vicino con l’animo a chi sta lavorando sulla M1, sono sicuro che verrà fatto un ottimo lavoro. Gli ultimi test non hanno dato risultati troppo positivi, stranamente, perché in tutte le precedenti prove, quel motore aveva fornito buone sensazioni e un bel riscontro anche a livello di dati. L’ultima volta non è andata così, c’era ancora del lavoro da svolgere”.

La Yamaha avrà soltanto due moto in pista, ti preoccupa?

“No, sono meno preoccupato di quanto non lo fossi a metà 2022. Sento di aver trovato una buona connessione con questa M1, sento di poter dire la mia un po’ di più. Prima, magari, anche questo fatto poteva preoccuparmi”.

Cosa ti ha insegnato Fabio Quartararo?

“Che si può andare ‘sopra’ i problemi. La sua guida è sempre molto aggressiva, ancora di più con questa moto, e questa virtù gli ha dato una bella mano ad avvicinarsi molto al 100% del potenziale della moto”.

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