Viegas: "Fossi stato in Marquez avrei scontato la penalità, senza appello"

Viegas: "Fossi stato in Marquez avrei scontato la penalità, senza appello"© GPagency

Il presidente FIM: "I membri del Panel non sono perfetti, anche nel calcio a volte si vuole uccidere l'arbitro. Ho parlato con Quartararo della Sprint"

21.04.2023 ( Aggiornata il 21.04.2023 15:21 )

La parola al presidente. Se infatti in questo momento la FIM – ed in particolare lo Stewards Panel – pare essere nell’occhio del ciclone, non c’è persona più adatta per rispondere alle critiche di Jorge Viegas, presidente della FIM presente ad Assen per la Superbike. Del resto al numero uno portoghese la dialettica non manca, ed ogni dialogo è ricco di spunti interessanti.
 
“Quando sono entrato nella FIM non ne avevo un’idea positiva - le prime parole di Viegas - pensavo fosse un gruppo di persone che giravano il mondo senza fare nulla. Ho cercato di cambiare le cose, nel limite del possibile, e da presidente sono contento di quanto fatto. Ora la FIM è un organismo aperto, all’interno del quale si può parlare con chi si vuole, e siamo aperti alle critiche”.

Viegas risponde alle critiche

Le critiche sono arrivate dai piloti, sia in MotoGP che in SBK, legate all’operato dello Stewards Panel. Come risponde?
 
“I membri del Panel non sono perfetti. E’ come nel calcio: a volte si vorrebbe uccidere l’arbitro, altre lo si applaude. Quello che posso dire è che sono stati scelti per la loro competenza, e non vorrei mai interferire con il loro lavoro, salvo poi fare delle valutazioni a fine stagione”.
 
Alcuni piloti hanno apertamente detto di non avere il potere per cambiare le cose.
 
“I piloti sono sempre presenti alle Safety Commission, e cerchiamo sempre di seguirne le indicazioni. Sulle Sprint Race ad esempio si sono dette tante cose, a partire da piloti come Quartararo: ho parlato con lui, e si è lamentato, ma gli ho promesso che se la cosa non funzionasse potremmo tornare sui nostri passi senza problemi”.
 
Cosa ne pensa del caso Marquez?
 
“La situazione è chiara: Marc ha fatto quello che ha fatto ed era d’accordo con la penalità. Lo Stewards Panel ha scritto una sanzione poco chiara, così ho chiesto loro di renderla più chiara, ed il Team Honda ha di conseguenza fatto ricorso, tanto che ho personalmente parlato con Puig. L’appello è ben fatto, così la palla è passata ai giudici della FIM, che hanno deciso di sospendere la pena, per avere il tempo di decidere ed evitare problemi. La decisione arriverà presto. Personalmente se fossi stato Marc avrei scontato la penalità, senza fare appello, dato che ora ha dato modo alle persone di pensare che non voglia scontarla, il che non è bello”.

Quali sono le mosse attuabili per rendere serene le case ed evitare dipartite come quella della Suzuki?
 
“Non è facile. Ho parlato con il numero uno di Suzuki in Giappone, il quale mi ha detto che avrebbero investito in un altro tipo di motore: penso che torneranno, ma non so quando. Veniamo

 da anni difficili causa Covid, ma ora le cose stanno migliorando, e penso che potremmo avere novità positive. Sono contento ad esempio che Ducati sia entrata nell’endurance: noi dobbiamo creare delle regole collaborando con le case, dato che è l’unico modo per convincerle ad investire”.
 
Aprilia potrebbe tornare in Superbike?
 
“Al momento sono contento del fatto che stia entrando nell’endurance, anche se con un budget limitato, dato che tutti gli sforzi o quasi sono rivolti alla MotoGP. Per la Superbike non so, ma sono contento del numero di costruttori in Superbike”.
 
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