MotoGP: Francesco Guidotti ci porta alla scoperta della KTM

MotoGP: Francesco Guidotti ci porta alla scoperta della KTM© Luca Gorini

La nostra esclusiva con il manager della Casa austriaca: "La KTM è cresciuta tanto, grazie anche a noi italiani"

19.05.2023 ( Aggiornata il 19.05.2023 09:43 )

Vestito d’arancio KTM, già prima di Jerez Francesco Guidotti aveva festeggiato risultati da vittoria. Il manager che dal 2022 è nel Team Red Bull Factory aveva condiviso il sapore del successo con Miguel Oliveira a Mandalika e Buriram lo scorso anno, celebrando i secondi posti colti a Lusail, Motegi e Valencia da Brad Binder.

Calendario MotoGP 2023

Francesco Guidotti racconta i progressi KTM


Quest’anno, sempre il sudafricano si è imposto nella Sprint di Termas de Rio Hondo, antipasto dei ragguardevoli risultati di squadra ottenuti all’Angel Nieto. Il GP Spagna è, a oggi, il miglior weekend collezionato dal professionista toscano alla corte di Mattighofen, con Binder davanti a Pecco Bagnaia nella Sprint e poi a un soffio dallo stesso numero 1 domenica, con l’altra RC16 ufficiale di Jack Miller al terzo posto in entrambi i casi.

“Sì – sorride sollevato Guidotti, rimanendo però concentrato, consapevole che il bello potrebbe essere dietro l’angolo – entrambi i nostri piloti hanno viaggiato spediti, evidenziando i passi avanti compiuti dai test prestagionali al presente. I risultati stanno arrivando, sebbene io avessi pronosticato un netto cambio di ritmo a campionato ancora più inoltrato. Invece siamo stati veloci presto, cominciando l’annata con metodo e un notevole spunto: abbiamo battuto i riferimenti di categoria, sfiorando addirittura un bel bis”.

Quindi, la RC16 è la diretta rivale della Desmosedici?

“Eh, magari (ride). Vorrei rispondere affermativamente, però devo e dobbiamo attendere i debiti riscontri”.

Nelle accelerazioni di Jerez, la KTM dava filo da torcere alla Ducati.

“Bé, ecco... (sorride)... diciamo che le evoluzioni apportate al propulsore si stanno facendo notare parecchio. Il nuovo motore rappresenta un grosso aiuto per noi: ricordo che ha goduto del benestare soltanto a febbraio inoltrato, lo definirei un ‘ritardo rischiato’. Sotto le nostre carene ora è prestante e competitivo”.

Si tratta di una configurazione quattro cilindri a scoppi irregolari.

“È un motore... ‘diverso’, definiamolo così. L’unità riprogettata è ora pienamente sfruttabile, ed è ottimamente accordata con il resto del veicolo. Se prima la nostra RC16 soffriva in uscita dalle curve strette e lente, oggi segna dati di crescita importanti proprio in quelle particolari fasi. Stabilità nelle lunghe pieghe e capacità frenanti costituivano le virtù della KTM, ma si può fare sempre di più”.

Si è visto: superare in staccata le Ducati è impresa da raccontare.

“Torniamo al concetto della fruibilità, aggiungendo la possibilità di utilizzare un’opzione di gomme più ampia. Ci mancava la capacità di sfruttare la morbida al posteriore, mentre davanti eravamo costretti a optare sempre per una soluzione più dura rispetto ai rivali. Tecnicamente ora contiamo sulle conferme. La RC16 è molto equilibrata”.

Binder e Miller: anche la coppia di piloti è bilanciata.

“Bilanciata e assortita. Brad è silenzioso e nell’ombra, Jack è espansivo e vicino ai fans. Conoscevamo il potenziale di Binder: il sudafricano non si preoccupa di ‘bucare’ gli schermi ed è in seno alla squadra da anni. Miller è il neoacquisto, e si è ambientato immediatamente nel box. La loro collaborazione si è già notata: Brad evita perdite di tempo nella ricerca dell’assetto, Jack va diritto al sodo, malgrado nei test apparisse un po’ in ritardo. In realtà, nessun ritardo, lui era certo di poter arrivare. Il nostro duo sfrutta al massimo il materiale disponibile”.

Francesco Guidotti, KTM e Ducati


Conosci bene Borgo Panigale grazie al tuo passato nel Team Pramac: il vostro materiale è simile al pacchetto Ducati?

“Paragonare RC16 e Desmosedici? No. La KTM è diversa dalla Ducati. Stiamo tirando in ballo DNA radicalmente differenti, a dispetto delle prestazioni ravvicinate di Jerez. Il nostro telaio, le sospensioni, il propulsore e tutto il resto sono davvero diversi rispetto a quanto montato sulla Ducati, nulla si somiglia”.

Tu, il direttore tecnico Fabiano Sterlacchini e il coordinatore Alberto Giribuola provenite proprio dalla Ducati.

“Capisco quanto sia significativo per i media sottolineare e far notare la nostra provenienza e l’origine italiana, fa piacere, ma vorrei precisare come la nostra azienda sia ovviamente austriaca, tuttavia internazionale. Lavorano al progetto MotoGP tantissime persone, il marchio si affida a ogni sorta di nazionalità e bandiera. La KTM è mondiale, come mondiali sono i titoli conquistati nelle varie discipline a due ruote. Le vittorie firmate tra Cross, Supercross, Enduro, Moto3, Moto2 lo spiegano bene, nel mirino c’è la MotoGP. Stiamo crescendo in veste di gruppo e, mi rendo conto, gli italiani apprezzano la presenza di connazionali all’interno dell’organigramma arancione. Del resto, da noi la cultura del Motorsport è forte, in Giappone è radicata, in Austria è settoriale e in netta ascesa”.

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