Forcada: "L'aerodinamica la eliminerei, ora il paddock è meno umano"

Forcada: "L'aerodinamica la eliminerei, ora il paddock è meno umano"© Luca Gorini

INTERVISTA - Lo storico capotecnico tra passato e presente: "Capisco Bagnaia quando dice che cade e non sa perchè. Pilota perfetto? Sensibile come Stoner e martello come Lorenzo"

25.05.2023 14:23

Se cercaste sul vocabolario, alla voce “decano del motociclismo” trovereste probabilmente il suo ritratto. Ramon Forcada è un’autentica istitituzione nel paddock MotoGP, in primis per il fatto di aver lavorato – e vinto – con fenomeni del calibro di Jorge Lorenzo e Casey Stoner, ma non solo. Per capire quanto profonda sia la conoscenza e l’esperienza del capotecnico spagnolo d’altronde basta ascoltare un paio di sue riflessioni tra passato, presente e futuro del mondo a due ruote.
 
Ramon, il paddock MotoGP è cambiato tanto da quando vi sei entrato per la prima volta. In meglio o in peggio secondo te?
 
“Dipende sotto quale aspetto. Per quanto concerne l’umanità è peggiorato, dato che tutti erano amici e sia il lavoro che gli spostamenti erano molto diversi. Con l’arrivo di Dorna tutto è diventato più professionale, il che certamente ha aiutato sotto tanti punti di vista: sarebbe stato impossibile continuare fino ad oggi con il modus operandi degli anni ’80, dato che il mondo è progredito ed il motociclismo ha dovuto fare lo stesso”.
 
Ti manca la MotoGP?
 
Mi manca la MotoGP, ma non mi manca andarci (ride ndr). Ora la guardo alla tv, e mi rendo conto che a volte sono dall’altra parte del mondo, così penso “va bene così”. Dopo 35 anni nel paddock credo che vada bene così”.

Prossime gare MotoGP

Forcada e la MotoGP attuale 

Se dovessi creare oggi un team in MotoGP, quale costruttore sceglieresti?
 
“Dipende dal progetto che ogni casa ha per l’immeditato futuro. La realtà attuale la conosciamo, ma non andrei di corsa da Ducati: vorrei prima parlare con altri costruttori, per capire, ed in seguito decidere. E’ indubbio che oggi la moto vincente sia la Ducati”.
 
Credi che il dominio della Ducati possa durare a lungo?
 
“Non saprei, anche perché non dipende da Ducati bensì dalle altre case. I giapponesi ora sono in difficoltà, ma non per la tecnica o gli investimenti, bensì per il carattere e la mentalità: ai giapponesi serve tempo per fare le cose, ed ora sono rimasti indietro. Per fare uno step in avanti necessiteranno di tempo: quando ero alla Yamaha e volevo attuare un cambiamento serviva un progetto, che in seguito sarebbe stato approvato e, dopo mesi, messo in pratica. In Ducati o in Aprilia sono capaci di comprimere tutto questo in una settimana, e se la novità non funziona la si scarta senza problemi. E’ tutto molto diverso”.

Classifica piloti MotoGP

Forcada, Bagnaia ed i suoi campioni

Tu hai visto e lavorato con tanti campioni, come Rossi o Stoner. Oltre a Marquez vedi un reale fenomeno di questo calibro?
 
“In passato vi erano 4 o 5 piloti di tale calibro, ma ora i piloti devono fare i conti con un problema: l’aerodinamica ha reso le moto più veloci ma meno sicure. Se una moto va 10 km/h più lenta non importa alla gente, ma diventa molto più facile compiere sorpassi. Ora poi tutti stanno lavorando per portare le gomme al limite, ed il risultato finale è che la differenza tra le moto ed i piloti è davvero minima. Come migliorare tutto questo? Tornando ad una moto senza aerodinamica. La situazione attuale fa sì che sia difficile dire chi è un vero campione: guardando la velocità Pecco sembra il migliore, ma gli è capitato di non finire le gare, e lo capisco quando dice che non sa perché è caduto”.
 
Cioè?
 
“Se tu hai una gomma che inizia a scivolare perché il carico che ha non è supportato dall’aderenza, lo senti. Se tu ci aggiungi un carico aerodinamico che crea un’aderenza artificiale, e per qualche ragione la perdi, il carico che va sulla gomma in confronto all’aderenza che ha è nullo, così finisci a terra e non capisci perché. Ti trovi a fare i conti con una forza che sparisce di colpo”.
 
Traendo il meglio dai piloti con i quali hai lavorato, come comporresti il pilota perfetto?
 
“Molto difficile. Pensandoci sul momento prenderei il passo martellante di Jorge, la sensibilità di Stoner e la fiducia di Barros, ma tutti i piloti veloci hanno un grande punto forte”.

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