MotoGP: Manuel Poggiali, la sua nuova vita da "occhio di lince"

MotoGP: Manuel Poggiali, la sua nuova vita da "occhio di lince"

!L’osservazione a bordo pista e la videometria sono il mio nuovo mondo": l'ex pilota ci racconta in esclusiva il suo nuovo ruolo da coach

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Jeffrey Zani

09.06.2023 ( Aggiornata il 09.06.2023 10:33 )

Manuel Poggiali si racconta


Ti rivolgi a tutti i piloti nello stesso modo?

“Alcuni vanno spronati maggiormente, quindi con loro sono più deciso in quello che dico. Con altri prendo le cose più alla larga e magari uso la videoacquisizione, cercando di spiegarmi con il supporto visivo, che aiuta a comprendere meglio tante cose”.

La videometria: te ne occupi tu nel Team Gresini?

“Sì, dalle riprese all’editing, che a volte mi fa stare al lavoro fino a tarda sera. Ma è molto utile”.

Hai vinto con le due tempi e ti trovi a lavorare nell’era delle quattro, in un mondo molto diverso a livello tecnico: in cosa lo sport di oggi assomiglia a quello che hai vissuto con la tuta di pelle addosso?

“Nel modo di affrontare la gara, forse, cioè con il massimo spirito e sapendo di dover gestire, perché i giri sono tanti. Però oggi c’è l’elettronica che aiuta. Noi, nell’arco di un GP, per assecondare il degrado delle gomme dovevamo cambiare lo stile di guida diverse volte. A essere davvero bravi in questo aspetto magari eravamo in due o tre, poi la griglia iniziava ad allungarsi. Cambiavano anche i distacchi: se prendevi cinque decimi in qualifica magari partivi secondo, oggi scatti in seconda o terza fila. I piloti ora cambiano mappatura e intervengono su potenza e freno motore. Cercano di ottimizzare la performance con parametri diversi, non soltanto con la guida. Per noi, invece, il mezzo rimaneva sempre lo stesso durante la gara”.

Credi ci sia meno selezione?

“Le cose sono più livellate. Ma attenzione, non significa che guidare sia più semplice. L’energia che spendi è comunque tanta, ma è concentrata in altri particolari. I piloti, al di là delle epoche, non si risparmiano mai. Oggi le forze di accelerazione e decelerazione sono maggiori, si frena più a ridosso delle curve e ci sono meno momenti ‘liberi’. Lo sviluppo va avanti e la guida è più estrema. È normale”.

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