MotoGP: Bezzecchi e quella top five mancata a Jerez

La domenica andalusa di Marco è stata sfortunata, ma analizzando il suo passo avrebbe potuto raccogliere decisamente di più, il che lascia ben sperare per il futuro
MotoGP: Bezzecchi e quella top five mancata a Jerez

Gianmaria RosatiGianmaria Rosati

29 apr 2025

La domenica di Jerez ha avuto il dolce sapore della liberazione per Alex Marquez e Fabio Quartararo, mentre per altri l’amaro del rammarico. Non solo Marc Marquez, proprietario di un passo da vittoria anche con una carena piuttosto danneggiata, ma anche Marco Bezzecchi, la cui gara è stata compromessa al secondo giro da un lungo in curva due.

Compromessa è il termine corretto, perché solo quell’errore ha impedito al romagnolo di gravitare ai margini della top five, se non di attaccarla. A confermarlo sono i cronologici, con Marco detentore di un ottimo passo, nonché del secondo giro più veloce della gara, alle spalle del solo Alex Marquez.

Bezzecchi in crescita

Un passo in linea, ad esempio, con quello di Brad Binder, giunto sesto al traguardo. Confrontando i cronologici infatti emerge come nella seconda parte della corsa – dal 12° giro in poi – il ritmo dei due piloti fosse molto simile, con picchi a favore di Bezzecchi: il romagnolo infatti è riuscito a scendere sotto il muro dell’1’38 in tre occasioni – quattro contando il crono fatto segnare nelle prime battute – contro le zero di Binder, anche prendendo in esame l’intera corsa.

Un dato che trova riscontro anche nel tempo totale di gara. Al termine del secondo giro – quello dell’errore di Marco – il distacco tra i due era di 15.888 secondi, rimasto pressoché intatto – 15.981 - sotto la bandiera a scacchi. Analizzando l’evoluzione del distacco nel corso della gara appare chiaro come anche la quinta piazza, conquistata da Fabio Di Giannantonio, potesse sulla carta essere alla portata di Marco.

A fine gara il margine tra il romano ed il romagnolo è stato di 17.243 secondi, contro i 16.338 di fine secondo giro. Dopo l’errore quindi Bezzecchi ha perso meno di un secondo dal connazionale, capace di scendere due volte sotto l’1’38 nella seconda parte di gara. Tutti dati che Marco - detentore tra l'altro della velocità più alta in gara - avrà sicuramente studiato nel dopo gara, e che altrettanto sicuramente avranno generato una doppia reazione: soddisfazione da un lato, rabbia per l’occasione persa dall’altro.

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