Ritorno al Futuro, 2010: Iannone, dalle stalle alle stelle

Ritorno al Futuro, 2010: Iannone, dalle stalle alle stelle© Milagro

Andrea Iannone e la Speed Up in fuga, con alle spalle il vuoto. Un’immagine ricorrente nei successi del 2010: tra Mugello, Assen e Aragón, l’abruzzese e la moto veneta rifilarono un gap medio di oltre 4" ai rivali

03.07.2020 ( Aggiornata il 06.07.2020 10:08 )

Tre vittorie in 125, e il bis nella nuova Moto2, subito dopo il salto di categoria. Scelse il modo più rapido per farsi conoscere, quel ragazzo con la “erre” moscia che arrivava da Vasto, Abruzzo, non proprio il centro del Mondo del motociclismo. Il 2010 fu il trampolino per Andrea Iannone, e dire che le premesse non lasciavano presagire quel salto di qualità testimoniato dal terzo posto nel Mondiale, con i successi al Mugello, Assen e Aragón, e altri cinque podi. Il secondo posto, andato a Julian Simon, sfuggì per soltanto due punti, nella stagione dominata da Toni Elias. Eppure alla vigilia del Mondiale, Iannone era a piedi...

A ricordare l’avvio in salita è proprio Andrea: "Arrivavo da un anno buono in 125, avevo un contratto con l’Aprilia e Giampiero Sacchi, e avevo grandi aspettative per il mio esordio nella classe di mezzo. Ma poche settimane prima del via della prima gara mi ritrovai senza moto e senza contratto perché l’Aprilia decise di ritirarsi dalla Moto2. Non fu per niente facile. A quel punto i team erano al completo e tutti i piloti avevano una moto con cui correre la stagione. Per fortuna poi trovammo la soluzione e riuscimmo a partire". 

La soluzione porta il nome di Speed Up e a raccontare nel dettaglio cosa successe è Luca Boscoscuro, che in comune con Iannone aveva l’uscita dall’Aprilia e la necessità di trovare una soluzione al volo. Il manager veneto fu la mente alla base del progetto Speed Up, che ancora oggi corre con successo nella classe di mezzo: "Dopo la decisione dell’Aprilia partì la nostra avventura - spiega Boscoscuro - tutti quanti in quel periodo si affidavano a Suter o Moriwaki, invece noi a gennaio decidemmo di prendere delle moto in Inghilterra, le FTR, e farle 'nostre'. Fu molto difficile perché costruimmo una moto nuova in pochissimo tempo, fu una corsa contro il tempo. A mio avviso, però, fu un’avventura stupenda. Tutti lavorammo come matti, decidemmo anche di saltare dei test per prepararci al meglio in vista delle gare. E, con il senno di poi, possiamo dire che questa scelta ebbe successo". 

Al via in Qatar, l’11 aprile 2010, la Speed Up si presentò pronta per correre, e Boscoscuro rivela: "Nelle prime due gare Andrea non andò molto bene (non raccolse punti, nde) ma era anche un debuttante con una quattro tempi. Il suo compagno di squadra Gabor Talmacsi (due Top 10 per il pilota che chiuse sesto la stagione, nde) mostrò cose positive, segno che la base del progetto era buona. Dal GP Francia, il terzo in calendario, capimmo davvero come funzionava tutto: Iannone chiuse quarto a pochi secondi dal vincitore, Elias, e la gara successiva fu il Mugello. Un ricordo strepitoso".

Iannone e la Speed Up colsero una vittoria al 100% Made in Italy, e proprio il GP Italia fu teatro della prima vittoria tricolore nella storia della Moto2. Quel fine settimana fu tutto del pilota di Vasto che con la sua moto trovò subito il feeling giusto: il venerdì chiuse quarto a soltanto qualche decimo dal primo, sabato migliorò nelle prove libere prima di conquistare la pole position per 260 millesimi su Elias. Domenica, Iannone prese subito la testa della corsa, senza lasciarla più per tutti i ventuno giri, dominando la scena.

Boscoscuro la ricorda così: "Andrea fu protagonista con un grande vantaggio sugli inseguitori: fu un’emozione fortissima vederlo tagliare il traguardo dopo una gara così. E poi quando vinci in Italia è bellissimo, noi avevamo tutti gli sponsor italiani, tutti noi siamo italiani e la soddisfazione fu unica sapendo che venivamo da un periodo difficilissimo. Da lì in poi la stagione prese la svolta giusta".

Le parole a caldo di Iannone di quella domenica furono: "È stata una gara difficile, ma allo stesso tempo molto bella. Non dimenticherò mai questo giorno. È la seconda volta nella mia carriera che riesco a ottenere la pole, registrare il giro veloce in gara e vincere il GP. Tutto questo è stato possibile grazie alla moto, che ha funzionato alla perfezione. Voglio ringraziare la squadra, i meccanici, il mio capotecnico e chi lavora con me: il loro impegno ha reso possibile tutto questo".

Questa prima vittoria, però, non fu del tutto inaspettata, infatti Boscoscuro ricorda: "Dopo i primi tre GP avevamo capito che più o meno il bandolo della matassa l’avevamo trovato. Quando è il momento di correre la gara e Andrea si sente bene, è sicuramente uno dei piloti più forti con cui abbia mai lavorato. Sono indubbi i numeri del suo talento. Dopo le prime due gare pensavo che fosse un po’ più difficile vincere, ma questa è la differenza che fanno i piloti che hanno talento: quando capiscono il loro limite e tutto quello che hanno intorno, disputano delle gare splendide. E Andrea corse gare incredibili".

Quattro gare erano bastate a un progetto così giovane per salire sul gradino più alto del podio, ma il Mugello non fu un caso isolato. Venti giorni dopo arrivò la replica ad Assen, con un altro one man show dell’allora ventenne abruzzese. Partito dalla pole, Iannone arrivò a costruire un vantaggio di otto secondi sugli inseguitori, e quel successo lo fece entrare nella lotta per il titolo. Erano 43 i punti a separarlo da Elias dopo la sesta gara, ma per vincere un campionato è necessario che diversi fattori combacino. 

Boscoscuro ricorda alcune disavventure di quell’anno, che incisero in maniera decisiva sulla classifica: "A Barcellona fummo frenati da una bandiera non rispettata, con conseguente ride through, e perdemmo una gara che, dal mio punto di vista, potevamo vincere. Al Sachsenring, dove Andrea aveva conquistato la quarta pole position della stagione, pagammo un calo di gomme proprio sul finale, dopo essere stati in testa per la maggior parte della gara: al traguardo Elias chiuse davanti a Iannone. In tutte le gare eravamo molto competitivi, però non bisognava buttare via punti: ci fu un errore a Indianapolis, dove eravamo molto veloci, nel primo giro di qualifica Andrea cadde e rimediò una doppia frattura alla mano sinistra e una brutta botta al piede sinistro. Nonostante questo il giorno dopo fu quarto in gara. Poi ricordo anche un errore grandissimo a Estoril - una caduta a una manciata di giri dalla fine, mentre Andrea stava rimontando con il ritmo dei primi - purtroppo sono queste le cose che alla fine ti fanno perdere il campionato del Mondo". 

Non mancarono nemmeno altri momenti da ricordare: ad Aragón, Iannone firmò un altro assolo, spezzando la sequenza di quattro vittorie di Elias. La festa per il team fu completa perché anche Talmacsi andò sul podio, terzo.

Terzo a fine 2010, Iannone si sarebbe confermato nelle due annate seguenti, con altri cinque successi e la capacità di non chinare il capo di fronte al marziano Marc Marquez. Come nel 2012, quando Iannone e la Speed Up si ritrovarono dopo un anno in cui Andrea corse con la Suter. "Andrea ha un talento enorme, impossibile da non riconoscere - conclude Boscoscuro - in 125 aveva fatto buoni risultati, andava forte. Ma è con noi in Moto2 che ha conquistato il maggior numero di punti della sua carriera, con i 199 di quel 2010. Se tutto era a posto vincevamo per distacco. Quando era in giornata non ce n’era per nessuno". E lo stesso Iannone concorda: "Vincere al Mugello fu stupendo, e in generale quello è stato un anno fantastico".

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