Moto2, Bastianini: “È strano essere chiamato Campione del Mondo”

Moto2, Bastianini: “È strano essere chiamato Campione del Mondo”©  Milagro

Il casco di drudi, i fuochi d’artificio dei tifosi e la parata in moto per le strade di Rimini, ma di fronte alle celebrazioni il campione ammette: "Non riesco ancora a crederci!"

11.12.2020 18:49

Da campioni del Mondo non si dorme, almeno subito dopo il trionfo. È la prima lezione che Enea Bastianini ha appreso nelle ore che hanno seguito la bandiera a scacchi di Portimao e l’incoronazione a campione della Moto2, tra sorprese, emozioni e gioia. A partire dai festeggiamenti che il pilota di Rimini ha ricevuto alla Curva 5 del tracciato portoghese, di cui era completamente all’oscuro. La prima grande sorpresa è stata proprio questa: il casco disegnato su misura per lui e la maglietta celebrativa, creati di nascosto dal suo amico, nonché eccezionale grafico Aldo Drudi che, affiancato da Nicolas Casadei, ha svolto un lavoro strepitoso in tempi record (un giorno per pensarlo, un altro per realizzarlo). A cominciare proprio dal casco, decisamente contro corrente: al posto dell’ormai tradizionale elmetto dorato che tutti i piloti iridati sfoggiano nel giorno della proclamazione, Drudi ha preferito raffigurarvi tutto il mondo di Enea. C’erano il suo simbolo, l’alieno, il suo colore preferito, il verde, la scritta del suo nome sostituendo la “E” con il 3 per richiamare il suo numero 33 - 3n3a - e l’1 raffigurato sulla visiera. Tutti elementi che si ritrovano anche sulla maglietta iridata, mentre alla base della t-shirt celebrativa indossata dal romagnolo, dov’è stato messo in evidenza il suo soprannome “Bestia”, c’era Alpinestars. 

Ma quello era soltanto l’inizio. Enea è tornato in Italia il giorno successivo, dopo una notte pressoché in bianco, e i suoi tifosi hanno voluto da subito fargli sentire il proprio calore, restrizioni da coronavirus permettendo, e la prima tappa è stata all’uscita dell’autostrada Rimini Nord, dove il ventiduenne - portato lì “con l’inganno” dopo essere atterrato a Venezia - è stato accolto con fuochi d’artificio da alcuni componenti del suo fans club. Quindi, raggiunta casa verso l’ora di cena, ad attenderlo c’era una decina di persone con bandiere e faretti verdi in suo onore, per creare la giusta atmosfera di festa nonostante il difficile momento sociale, e per ricevere nel migliore dei modi il fresco campione del Mondo. 

Tra i presenti non poteva mancare il suo grande amico Bryan Toccaceli, arrivato direttamente da San Marino sfidando il freddo della sera, nonostante le sue delicate condizioni di salute (a seguito del grave incidente facendo Cross avuto nel maggio 2018) dando vita a un momento davvero speciale e toccante per Enea. 

Il fans club del campione e il Comune di Rimini, poi, hanno organizzato l’unica manifestazione proponibile in questi tempi di Covid-19, ovvero una parata di moto il secondo weekend di dicembre. Una manifestazione per onorare l’emozionante trionfo del pilota di casa, che ha dimostrato grande maturità in pista, e che con la sua impresa ha riportato la Romagna sul tetto del Mondo. Non accadeva da 12 anni: dopo Marco Simoncelli, la Romagna è tornata a festeggiare un campione del Mondo di una delle tre grandi classi.  


 
Enea, hai vissuto la prima settimana da campione del Mondo. Se con la mente torniamo al GP Portogallo, qual è stato il momento più emozionante?

"Quando ho visto la tabella dorata con la scritta 'World Champion”' mentre tagliavo il traguardo. È stato il momento in cui ho realizzato cosa stesse succedendo. È quando scende l’adrenalina e si uniscono molti fattori". 

Come hai festeggiato domenica sera in Portogallo?

"Sono andato a cena con tutto il team e anche con i proprietari di Italtrans, e ci siamo divertiti moltissimo". 

Che effetto fa essere chiamati “campione del Mondo”?

"(ride) È strano, è strano lo confesso. Quando me lo dicono rimango ancora un attimo sorpreso. È una situazione incredibile, più unica che rara". 

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Come descrivi questa sensazione?

"È difficile trovare un aggettivo, sono campione del Mondo, ma non sono un campione nell’esprimermi con le parole... È stata un’emozione indescrivibile. Ho pensato e sperato molte volte che tutto questo accadesse e quest’anno con lavoro, dedizione e voglia di fare ci siamo riusciti". 

Se ripensi a tutta la stagione 2020, qual è l’immagine che ti viene in mente per prima?

"Il momento più bello è stato quando a Jerez, all’ultima curva del GP Andalusia, mi sono girato e non avevo nessun pilota dietro. Per la prima volta sono riuscito a vincere in Moto2, e anche per distacco. Me lo ricorderò per sempre". 

Il momento più difficile?

"Il primo dei due GP in Austria: sono incappato in una brutta caduta, ho coinvolto un altro pilota (Hafizh Syahrin autore di un volo spaventoso per fortuna senza conseguenze, nde) e ho compromesso la gara successiva. Altri momenti ostici non me ne vengono in mente, devo ammettere che ce ne sono stati pochi". 

Ora che hai raggiunto un primo grande obiettivo, cosa diresti all’Enea della Moto3, che aveva debuttato nel Mondiale a 16 anni?

"Gli consiglierei di stare più sul pezzo, di sfruttare quello che ha e di godersi tutto quello che può". 

Il tuo asso nella manica è stato un tecnico esperto come Giovanni Sandi?

"Sì, Giovanni è stato incredibile. In questi due anni mi ha fatto crescere tantissimo, è stata una persona fondamentale nella mia evoluzione. Oserei dire che è stato quasi come un secondo papà, mi ha seguito in tantissime cose, oltre che sul lavoro è stato prezioso anche a livello umano. Non lo dimenticherò mai". 

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Nel corso dell’ultima e decisiva gara Luca Marini è arrivato a ridurre il suo svantaggio a soli tre punti: la tensione è salita?

"Devo dire che l’ho vissuta bene, la gara, sapevo di avere margine e l’importante era riuscire a tenere a tiro il quarto posto. Quando ho visto che perdevo posizioni ho cercato di spingere un po’ di più, tornando sotto a Marco (Bezzecchi), Martin e Fernandez, e ho passato i due spagnoli raggiungendo il quinto posto. Poi, a quel punto ero alle spalle di Marco, e ho tenuto sotto controllo Sam Lowes, perché se avesse vinto lui avrei dovuto chiudere almeno quarto. Così ho sempre tenuto a portata di mano il quarto posto, quando ho visto che non c’era bisogno di attaccare mi sono accontentato della quinta posizione".

Quali sono i complimenti che più ti hanno lusingato?

"Quelli delle persone che contano, come i proprietari di Case, team, oppure quelli di piloti già affermati. E anche quelli dei miei amici più stretti".

Il prossimo anno farai coppia in MotoGP proprio con Marini, con cui hai dato vita al primo 1-2 italiano in una categoria mondiale dal 2005. Che effetto farà passare da rivali a compagni?

"Luca merita applausi, è stato molto forte. Ha fatto una grandissima gara, e in generale penso che io, Sam e Luca abbiamo disputato un bellissimo campionato".

Come sarà la preparazione per il salto in MotoGP, e soprattutto che effetto fa essere nel gotha del Motomondiale?

"Devo ancora focalizzare anche questa cosa. Ho già iniziato a lavorare e sarà molto strano inizialmente. Ma ci metterò tutto me stesso per arrivare pronto a febbraio, ai primi test stagionali, quelli in Malesia, coronavirus permettendo".

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