Moto2, Baldassarri: “Sono arrivato a odiare il paddock, ma non mollo”

Moto2, Baldassarri: “Sono arrivato a odiare il paddock, ma non mollo”© Milagro

In esclusiva, Lorenzo a cuore aperto: "Ho creduto in un progetto che non ha funzionato, senza nessun risultato non ri ricarichi mai. Futuro? Per rilanciarmi farei anche un passo indietro, intanto finisco la scuola"

23.11.2021 ( Aggiornata il 23.11.2021 20:25 )

Il motociclismo ed in generale il motorsport hanno tante facce. Spesso in copertina vi sono quelle dorate, che in questa stagione hanno soprattutto ritratto i campioni come Fabio Quartararo e Pedro Acosta, e le leggende pronte al ritiro come Valentino Rossi. Chi però conosce questo mondo sa bene che dietro ad un successo vi sono tanti fallimenti, e che l’oro può rapidamente trasformarsi in fango.
 
Lorenzo Baldassarri si è presentato ai nastri di partenza della stagione 2021 della Moto2 come uno dei piloti con il numero più alto (5) di vittorie in categoria, eppure la sua annata ha presentato un conto amaro, amarissimo, che gli ha in parte tolto il sorriso.
 
“Sto bene, ma dopo una stagione così difficile tutto si complica. Chi non è all’interno di questo mondo e guarda solo i risultati si starà chiedendo se sono ancora capace ad andare in moto, ma io sono tranquillo con me stesso perché so di essere ancora in grado, anche se in questo 2021 le cose sono andate davvero male. Ho un amore spassionato per le moto, ma quest’anno sono quasi arrivato ad odiare il paddock ed il motorsport”.
 
Cosa non ha funzionato nella tua stagione?
 
“A livello puramente tecnico la moto aveva alcune carenze, dettate anche dalle difficoltà di vario tipo legate all’emergenza covid, ma certamente poteva fare di più. Il problema principale è stata la confusione: la mia squadra è cambiata tre volte nel corso dell’anno, il che dal punto di vista della messa a punto non ha aiutato. Sono sceso tante volte in pista con una moto diversa, e man mano la fiducia è diminuita”.
 
Questo può spiegare anche le tante cadute
 
“E’ vero sono caduto spesso, ed altrettanto spesso non abbiamo capito perché. Purtroppo cadendo mi sono anche infortunato, il che ha contribuito gara dopo gara a demoralizzarmi, tanto che nelle ultime gare sono davvero sceso in pista con il morale a terra: per fortuna mi è stata vicino la mia famiglia. Correre senza essere competitivi per nulla, del resto, non piace a nessuno: come ho detto amo le moto e mi diverto a guidare, ma se prendi tre secondi dai primi è meglio andare al mare”.

Baldassarri: "Senza risultati non ti ricarichi mai"


Le cose sono iniziate ad andare male sin da subito?
 
“Non proprio. Ad inizio anno ogni tanto qualche soddisfazione me la sono tolta, soprattutto nelle prove, anche se poi in gara spesso le cose sono peggiorate. Nella seconda parte dell’anno invece è andato tutto male: come si dice “mai una gioia””.
 
Riavvolgiamo il nastro. Come è nato il ritorno nel team Forward?
 
“Al momento della scelta è sembrato l’occasione migliore sul piatto. Vi era un progetto interessante, in un team che nel 2016 mi aveva dato molto, anche se al termine dell’anno successivo ci siamo lasciati non nella maniera migliore. Ad ogni modo nel progetto era incluso un marchio storico come MV Agusta, sulla carta intenzionato a fare di tutto per mettere le sue moto davanti, ma le cose sono andate diversamente. Nella migliore delle ipotesi pensavo di poter conquistare una vittoria o un podio, di stare a volte in top five, invece è stata dura andare avanti di fronte ai reali risultati. Purtroppo ho creduto in un progetto che non ha funzionato”.
 
Tornando ancora più indietro, come si è arrivati a questa situazione dopo le tre vittorie del 2019?
 
“Nel 2019 il cambio di gomma mi ha destabilizzato, riuscendo a trovare il giusto assetto solo a fine anno. L’anno successivo la storia si è in parte ripetuta: dopo il podio in Qatar è arrivato il covid, e dopo la pausa la nuova gomma anteriore ha messo me ed il team in difficoltà. Nonostante ciò ho finito il 2020 in crescendo, con tre top ten nelle ultime tre gare. Da lì ho iniziato il 2021 con un po’ di carica, che si è però esaurita subito a suon di difficoltà. In questo modo non ti ricarichi mai, Valentino è un esempio: i due anni di Ducati gli hanno tolto dieci anni di vita, mentre nel resto della carriera i risultati gli hanno permesso di arrivare a correre fino a quest’anno”.

"Sono disposto a fare un passo indietro, per farne poi due in avanti"


Qualcuno potrebbe dire che la separazione dalla VR46 non ti abbia giovato. Cosa risponderesti?
 
“Dopo l’addio alla VR, che mi ha dato tanto sotto vari aspetti, ho trovato un ambiente che mi ha regalato tanta serenità, ed infatti mi sento in forma sia fisicamente che mentalmente. Ovviamente alcune cose della VR mi mancano, ma credo che al momento sia in una situazione di confort”.
 
Parliamo di futuro. In questi giorni proverai a Jerez la MV 800.
 
“Mi hanno chiamato e mi fa piacere. Probabilmente farò solo un giorno ma sarà interessante, anche solo per capire la moto e le moto: sono contento che Andrea (Quadranti ndr) mi abbia contattato. Al momento però la cosa si ferma qui".
 
A parte ciò quali sono le possibilità in ottica 2022?
 
“Il mio desiderio sarebbe quello di restare in Moto2 per continuare ad inseguire il sogno MotoGP, ma al momento mi pare difficile. L’alternativa numero due sarebbe la Superbike, ma anche qui pare non vi siano più selle. Certamente non vorrei stare fermo, tanto che accetterei anche una buona moto al CEV Moto2, con qualche wild card nel mondiale: un passo indietro per farne due avanti”.
 
Ovviamente in tutte queste dinamiche entra in gioco il fattore economico.
 
“Nella posizione in cui mi trovo piuttosto che portare soldi ai team preferisco tornare a lavorare. Intanto sono tornato a studiare: mi sono sempre detto che prima o poi avrei finito il liceo scientifico, ed ora lo sto facendo. Diciamo che l’unica cosa positiva di questa stagione è che mi ha regalato tanta tempra, con la quale sto affrontando la scuola con un altro piglio”.

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