Storie Italiane: Francesco Cavalli, l'uomo che sussurra ai piloti

Storie Italiane: Francesco Cavalli, l'uomo che sussurra ai piloti

L'intervista esclusiva al data engineer: "Gardner mi ha permesso di conquistare il titolo in Moto2: è stato il coronamento di un percorso fatto di libri e...Motosprint. E ora, sempre nel team Ajo, vedrò da vicino Acosta"

22.01.2022 ( Aggiornata il 22.01.2022 12:01 )

Quando Remy Gardner rientrava in pit lane, sapeva che nell’angolo tecnologico del box, il fattore umano poteva determinare i risultati di ogni singolo GP della trionfale stagione 2021.

A prendersi cura della moto guidata dal campione australiano c’era infatti una figura professionale che si è fatta strada tra motori, libri, algoritmi e centraline. Lui si chiama Francesco Cavalli e lavora in qualità di data engineer: tradotto in italiano, è l’ingegnere elettronico della Moto2 equipaggiata da propulsori Triumph e dotata di telaio Kalex.

La composizione vincente del Team Red Bull Ajo-KTM è costituita da pilota – autore di cinque vittorie e altri sette podi – e tecnico, nella fattispecie nato e cresciuto a Roma, ma “sviluppatosi” nel Regno Unito: “Sì, perché in Galles ho studiato i motori da corsa – svela, tornando indietro dal 2011 al 2015 – quindi avevo fluidodinamica, calcolo, meccanica, elettronica. Tutto applicato alle due ruote, per una Laurea in Ingegneria Motociclistica conseguita presso l’Università di Swansea. Oltre ad apprendere nozioni fondamentali per la professione, ho perfezionato un inglese già buono di suo”.

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Ricordi ed emozioni di un 2021 trionfale


Francesco è un campione del Mondo, malgrado in sella ci fosse il figlio di Wayne: È stato Gardner a trionfare, sublimando un lavoro di squadra magnifico. Dal mio lato, ho provato una forte emozione, direi liberatoria, poiché quando si disputa la corsa, io mi limito a guardare. Ma quando la bandiera a scacchi viene sventolata in primis sulla testa del tuo pilota, si scoppia di gioia. E, quando ci si ferma, vengono in mente le tante ore impiegate per mettere assieme ogni tassello del puzzle. Le gomme, i freni, le sospensioni... l’analisi dei dati, per cui il telemetrista deve essere in grado di preparare opzioni e prevedere imprevisti”.

Nota interessante, Cavalli offre dei retroscena: “Nel warm up di Le Mans si è fermata la moto, a causa di un problema legato al comando del gas. Abbiamo dovuto risolvere la noia in un battibaleno, altrimenti, addio Gran Premio, concluso poi con un secondo posto. Aggiungo che in ogni momento difficile, è necessario agire correttamente. Scaricare i dati, analizzarli, compiere scelte tecniche. Il tempo stringe e cadere in errore è un’ipotesi probabile, tuttavia assolutamente da evitare”.

Un passato da pilota


Mentre l’elettronico opera, il pilota deve rimanere tranquillo e in attesa. Il professionista del Team Ajo lo sa bene: “Forse perché in gioventù ho gareggiato pure io – ecco un ulteriore dettaglio – cimentandomi in campionati dalla diversa natura e cilindrata. Cominciai nel Ninja Trophy 250, dopo aver ottenuto il benestare da mio padre, altro appassionato di moto e gare. Lui lo sa: la mia cameretta aveva pareti completamente coperte dai poster di Motosprint, la nostra rivista di riferimento. Correvo in edicola a comprarlo, sperando di poter correre a mia volta. Grazie alla mia perseveranza, all’aiuto della famiglia e di altri sostenitori, realizzai il sogno. Se penso che dalla piccola Kawasaki riuscii più in là a saltare sulle potenti 1000 dell’europeo Superstock, dico quanto la volontà e l’impegno siano stati premiati. Mi tengo una fondamentale esperienza e risultati più che discreti”.

Il miglior risultato è giunto però nel 2021, nella collimazione perfetta tra le sensazioni di Remy e i file di Francesco: Gardner all’inizio non diceva granché. Nelle prime uscite condivise, lui rientrava nel garage, si toglieva il casco e non parlava. Asseriva che la moto fosse perfetta, nient’altro. Io e Massimo Branchini, bravissimo capotecnico, ci abbiamo messo un po’ per ‘estrapolare’ parole al nostro pilota. E qui torno a prima: le stagioni passate alla guida mi hanno aiutato a soddisfare le esigenze di Remy”. Profetiche, perciò, le gare disputate nel CIV Stock 600 e nel Gordon Cobboid Trophy, serie britannica di grido Oltremanica.

Il futuro, ancora in Moto2


Ancor di più, però, lo sono state due sliding doors: “Dopo la laurea tornai in Italia. Lavorai nel Ducati Store Roma, preparando le moto dei piloti. Dopo, entrai in Alpinestars, occupandomi del settore off-road. Più tardi, arrivò la chiamata del Team Tech 3, nel quale cominciai in Moto2. Nel 2018 ho seguito Bo Bendsneyder e Gardner con le Mistral, nel 2019 la KTM di Philipp Öttl, nel 2020 Edgar Pons per Gresini, fino al bellissimo 2021. Mica è finita qui, anzi. Nel 2022 Cavalli avrà un... cavallo di razza: “L’ho capito già nei test di Jerez: Pedro Acosta è un fenomeno. Con lo spagnolo il lavoro da svolgere è semplice, perché spiega le cose in modo preciso e conciso. Guarda i dati di altri e agisce. Migliora subito, togliendo anche otto decimi in un settore: è molto maturo tecnicamente, cambia il modo di scalare le marce, per avere una decelarazione eccellente".

L’iridato Moto3 avrà un assistente di prim’ordine, che conclude il racconto offrendo un altro significativo momento: "Dopo la laurea, ho fatto un Master in Ingegneria della Moto da Corsa a Bologna, patrocinato da Motosprint. Pure quel traguardo si è rivelato un punto di partenza”.

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