Moto2: Celestino Vietti punta al titolo, ma cosa manca ancora?

Moto2: Celestino Vietti punta al titolo, ma cosa manca ancora?© Getty Images

Il pilota della VR46 è stato raggiunto in classifica da Augusto Fernandez, con Ai Ogura ad un sola lunghezza. Dove può arrivare il talento italiano?

01.07.2022 ( Aggiornata il 01.07.2022 16:27 )

Arrivati alla pausa estiva è tempo di bilanci per la classe di mezzo, che sta vivendo una stagione per certi versi insolita, mancando un vero e proprio dominatore o comunque 2\3 piloti di gran lunga più veloci. Nelle recenti annate infatti, abbiamo assistito di volta in volta alla presenza di almeno un paio di corridori che dominavano la stagione: pensiamo ad esempio all'anno scorso, quando Remy Gardner e Raul Fernandez avevano alzato talmente tanto l'asticella da apparire sin da subito come i padroni incontrastati della classe. Quest'anno invece sta mancando un vero mattatore, come dimostra il fatto che le 11 gare fin qui disputate si sono spartite tra le 3 vittorie di Vietti e Fernandez, e poi i successi di Acosta, Chantra, Roberts, Arbolino e Ogura.

Vietti: l'erede dei protagonisti italiani della Moto2


Il pilota che nel complesso ha più impressionato fino ad ora è Celestino Vietti, vincitore nella gara inaugurale del Qatar, in Argentina e a Barcellona, quest'ultimo forse il successo più bello della sua giovane carriera. Il processo di crescita iniziato nella passata stagione sta dando i suoi frutti, come dimostra la leadership della classifica, che a metà del campionato sancisce definitivamente le ambizioni iridate, raccogliendo di fatto l'eredità di piloti come Morbidelli, Bagnaia, Bastianini, Marini e Bezzecchi; in qualità di pilota italiano di riferimento della classe di mezzo.

Vietti sembra starci benissimo in questo ristretto novero, avendo dimostrato grandi abilità di guida nonchè un estro in gara che non a caso, non è passato inosservato agli occhi dei team della MotoGP, che hanno iniziato a pensare a lui per la prossima stagione (anche se al momento sembra essere destinato ad un altro anno in Moto2). Tuttavia ci sono ancora dei punti da sistemare per il pilota del Team Mooney, che ad inizio campionato sembrava destinato ad un'annata da dominatore, ma che in realtà è andato via via verso prestazioni altalenanti.

Il punto debole: la qualifica


Vietti ha dimostrato di essere quello che in gergo spesso definiamo "un animale da gara", riuscendo a mostrare specialmente la domenica tutto il suo potenziale, che invece non sempre si è visto nelle prove e nelle qualifiche. Questa dinamica ha più volte messo alle strette il giovane italiano, chiamato a rimonte e grandi prestazione in gara, togliendolo però in più di un'occasione dalla possibilità di giocarsi la vittoria. Al momento sono due gli ostacoli più grandi per Celestino: la qualifica e l'esplosività. Aldilà di due pole position, a Vietti è spesso mancato il guizzo in qualifica, tale per cui molte corse sono partite in salita, come ad esempio l'ultima gara di Assen, in cui è riuscito a risalire sino alla quarta posizione.

Senza una prima metà di corsa relegata alla rimonta il giovane italiano sarebbe stato un contendente per la vittoria. Nell'analisi di Vietti ne esce un pilota costante ma al quale spesso è mancato il guizzo decisivo, quella capacità di mostrarsi senza dubbio come il migliore, come colui che può "ammazzare il campionato". Il potenziale non manca e anzi, in termini di talento è probabilmente lui (insieme a Pedro Acosta e Fermin Aldeguer) il più quotato della classe di mezzo

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