Moto2, Acosta: fare un passo indietro, per compierne due in avanti

Moto2, Acosta: fare un passo indietro, per compierne due in avanti© Luca Gorini

Lasciarsi trascinare dai commenti altrui può essere deleterio, e Pedro ne è un esempio. "Credevo troppo in me stesso, ho dovuto lavorarci"

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30.03.2023 ( Aggiornata il 30.03.2023 09:44 )

Pedro Acosta ha fatto parlare di sé sin dal giorno del suo debutto nel mondiale, con podio immediato e titolo fantascientifico a fine anno, e dunque la sua vittoria nel Gran Premio inaugurale della stagione Moto2 non può che dare spazio ai primi proclami circa la sua conquista dell’alloro.
 
Il giovane spagnolo del resto è veloce, intelligente e ben supportato, se pensiamo che corre – per il secondo anno di fila – per il team campione del mondo in carica, ma come spesso accade il primo a frenare l’entusiasmo è proprio Pedro. Giustamente.

Giustamente perché nel caotico motociclismo odierno i fenomeni sembrano nascere ogni cinque minuti, salvo poi – in diversi casi – vedere bruciare ambizioni e sogni in poche stagioni: di esempio ve ne sono tanti, anche nel parterre di piloti azzurro, ed Acosta vuole saggiamente evitare di finire in questo tritacarne poco sensato.
 
Per capirlo d’altronde basta ascoltare lo spagnolo, votato da tanti piloti MotoGP come il favorito per il titolo della classe intermedia. “Anche l’anno scorso mi hanno dato tutti per favorito ad inizio anno – le sue parole nel post gara di Portimao – ma poi il titolo ha vinto un altro pilota”. Parole non scontate, come le successive.
 
“Ho capito che l’anno scorso avevo troppa fiducia in me e nei miei mezzi, quindi in inverno ho lavorato anche in questo senso. Ora sono più tranquillo”. Ritrovarsi a 18 anni con l’etichetta di nuovo fenomeno mondiale del resto non è semplice, anche per chi probabilmente fenomeno lo è davvero, ma non può permettersi di sbagliare. Fare un passo indietro per farne due avanti è la lezione di Pedro, con il titolo nel mirino.

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