Il baby fenomeno ha le idee chiare su chi vuole diventare e il suo connazionale otto volte iridato è uno degli esempi che segue
Solitamente nel motociclismo i comuni mortali, quando arrivano in una nuova categoria, hanno bisogno di tempo per adattarsi alla moto, alla concorrenza e alla classe stessa. Questo però non è il caso di Pedro Acosta, che con i suoi 16 anni si è affacciato nella Moto3 iridata andando subito a podio e poi vincendo la seconda gara stagionale. Con una prestazione che altro non può definirsi che capolavoro, partendo dalla pit lane e arrivando sul gradino più alto del podio.
Anche nelle gare successive il pilota di Mazarrón si è distinto, siglando altre tre vittorie e portando a casa punti quando la vittoria non era alla sua portata. La pausa estiva la sta vivendo da leader in campionato, con ben 48 punti di vantaggio sul secondo, Sergio Garcia, e 72 su Dennis Foggia, terzo. Intervistato da MCN, l’oggi 17enne ha ammesso: “Vorrei essere Marc Marquez per il 90% e dare il 10% dello spettacolo di Casey Stoner o Kevin Schwantz”.
Il suo connazionale è il suo riferimento: “Prenderei quasi tutto da Márquez, perché quando vince è perché è superiore. Ha qualcosa di diverso dagli altri piloti. Lo si vedeva nella 125cc, a quel tempo guidava già in maniera diversa dagli altri. Studiarlo mi ha aiutato a migliorare la mia guida”. E questo, unito alla sua grinta, alla sua fame e al suo indubbio talento, lo sta portando a scrivere una nuova pagina della storia del motociclismo. Senza dubbio, incredibile.
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