Moto3, Acosta: “Non ho bisogno di persone che mi dicano cosa fare”

Moto3, Acosta: “Non ho bisogno di persone che mi dicano cosa fare”

Il pilota KTM di soli 17 anni che si trova in testa alla classe cadetta non ha avuto “peli sulla lingua” nell'esprimere le proprie opinioni: “Noi piloti siamo pagliacci che facciamo parte di un show, la gente parla di noi”

29.09.2021 ( Aggiornata il 29.09.2021 15:53 )

La strada verso il titolo iridato nella classe Moto3 è in discesa, ma non troppo. Pedro Acosta, che nelle ultime tre gare non ha brillato in fatto di risultati, nonostante continui a mantenere la leadership con 42 punti di vantaggio su Dennis Foggia, dovrà presentarsi ai blocchi di partenza del GP delle Americhe con un asso nella manica. Il pilota 17enne, tuttavia, continua ad essere molto sicuro di sé e in un'intervista a El Confidencial ha parlato apertamente di molti aspetti della sua vita, della Moto3 e dei suoi rivali in pista.

GP Americhe: Moto3 e Moto2 si affacciano alla sfida texana

Acosta: “Pensavo che sarei rimasto a casa, invece...”


Acosta ha iniziato raccontando del suo 2020, quando sembrava che nel suo futuro non ci sarebbe stato il Motomondiale, in quanto non aveva un team con cui correre: “Un anno fa ero rimasto senza squadra e mi sono ritrovato a casa... - ha raccontato -. Come cambiano le cose, vero? Tutto accade per un motivo, ma nel peggiore dei casi penso che non sarei rimasto a casa. Qualcosa sarebbe successo, la Superbike, prima o poi. Non ho chiuso la porta alla Superbike perché quello che volevo era guidare una moto. Ovunque fosse... C'erano opzioni, ma ho preferito correre nel Mondiale. Tutto è successo per un motivo, alla fine”.

Non solo il pilota spagnolo non è rimasto a casa, ma nella sua prima stagione da rookie Moto3 si è ritrovato subito in testa al Mondiale: “Nessuno arriva al Mondiale e pensa di vincere, succede e basta - ha aggiunto -. Sì è vero che nei test in Qatar eravamo già molto forti, sapevamo che in Qatar poteva andare bene, ma tutto il resto è venuto di conseguenza”.

MotoGP, Lorenzo: “Acosta non il più talentuoso, ma il più ossessionato”

“Noi siamo i pagliacci dello spettacolo”


Ma per Pedro, il Motomondiale si è rivelato come lo aveva sempre immaginato? ”Tutto va molto velocemente qui e c'è più stress. Per quanto riguarda i media, alla fine, questo è uno spettacolo, un circo, ma è una cosa con cui alla fine devi convivere. Delle gare, quello che mi piace di meno è l'assurdità di cercare sempre una ruota, di essere bloccato in mezzo alla pista”. Acosta ha quindi proseguito: “Non sono stanco del Mondiale, ma della situazione. Un po' stanco per il modo in cui i piloti vanno veloci. Quasi tutti ora hanno la strategia di "non faccio nulla, non faccio nulla, non faccio nulla", e all'ultimo minuto inseguono qualcuno e vincono. Non si vede il livello del campionato”. E' poco attraente per gli spettatori quindi? “Guardo la Moto3 con un gruppo di 18 persone e questo è uno spettacolo, e noi siamo i pagliacci dello spettacolo, quindi... Certo che può essere migliore per lo spettatore, ma non per la competizione. La parte importante, o ciò che vendi, è ciò che vede lo spettatore; non la competizione vera e propria”.

No agli “haters” e agli psicologi


Infine Acosta ha parlato di una situazione poco piacevole che si è venuta a creare poco dopo l'inizio della stagione, quando ha deciso di abbandonare il mondo social: “È stato importante uscire da questo mondo - ha detto -. Questo alla fine è uno spettacolo, un circo, e i piloti sono i pagliacci della macchina da presa. Le cose ti arrivano da una parte, dall'altra... Ma ehi, mi piace sentire cosa dice la gente di me. Soprattutto gli 'haters'. Mi sento come se avessi un fan club tutto per me, guardando quello che faccio 24 ore su 24. Li ascolto soltanto. Tutti possono sempre dirti cose buone, ma avere un fan club solo per te 24 ore su 24 a guardare quello che fai e quello che dici è incredibile. Se fossero piloti della Coppa del Mondo potrei ascoltare i loro consigli, ma non al bancone del bar. Ti ricordano perché ti alzi ogni mattina, devi essere motivato”.

Oltre agli “haters, poi, Acosta ha speso parole negative anche per gli psicologi: “So che ci sono persone che pensano 'wow, questo ragazzo di 17 anni ha bisogno di aiuto psicologico, siamo cattivi, giusto?' Ma la verità è che non credo negli psicologi. Ci sono pochissime persone che mi piacciono, e alla fine penso che non sia necessario che una persona ti dica 'non ascoltare questo, non ascoltare l'altro', penso che siamo al Mondiale, e dobbiamo sapere cosa è meglio o peggio per noi stessi”.

Moto3: Alberto Surra entra ufficialmente nella VR46 Riders Academy

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi