Penultimo appuntamento, il titolo ancora da assegnare. Sguardo ben fissato sull’obiettivo, concentrazione e armonia nel box della squadra lussemburghese in cerca di un nuovo successo
Due sessioni di prove libere costituiscono il venerdì di ogni Gran Premio, ma oggi il significato di questi due turni di Moto3 (ecco com'è andata) è molto più importante. Infatti domenica potrebbe essere consegnato il titolo, o meglio domenica Pedro Acosta ha il secondo match point della stagione. Gli bastano cinque punti per portarsi a casa il titolo, ma avere a che fare con questo Dennis Foggia, è tutto fuorché facile.
Nel box del team Leopard si respira un mix di emozioni: dalla naturale tensione per quello che di grosso c’è in ballo, alla forte concentrazione di ogni membro sul suo compito, dall’adrenalina che le moto sanno regalare, alla voglia di portarsi a casa il bottino, ovvero il quarto titolo iridato in sette anni, dopo aver centrato l’obiettivo con Danny Kent, Joan Mir e Lorenzo Dalla Porta. Sulla pista di Portimao, dove ad aprile Acosta vinse beffando proprio Foggia sul finale, è il romano a fare meglio dei due: secondo dietro a Romano Fenati, mentre lo spagnolo è quarto a 226 millesimi di ritardo da “The Rocket”.
Entrare nel box è come entrare in un posto sacro, è un’occasione che si può sfruttare solo sotto invito e questo lo rende ancora più speciale. Si tocca da vicino la passione, si osservano i meccanici lavorare sulle moto e vorresti non perderti nessun dettaglio di tutto quello che succede, di quello che viene detto e fatto. Ma la cosa migliore è l’aria che si respira e che ti circonda. Quel senso di unione che si crea quando solo si lavora insieme per uno stesso obiettivo, con la stessa dedizione, passione e forza. Che dà vita ad una buona armonia. Può sembrare scontato, dalla televisione, ma in realtà non lo è ed è proprio quel valore aggiunto che dà quella marcia in più. E i risultati lo testimoniano.
Foto: Leopard
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