Tonucci: "Qualifiche Moto3 come la Formula 1, ma troppo pericolose"

Tonucci: "Qualifiche Moto3 come la Formula 1, ma troppo pericolose"© Luca Gorini

Alessandro, manager dell'Angeluss MTA Racing equipaggiato da KTM: "Tutti i piloti cercano il giro perfetto, alla morte, e la sorte ci mette lo zampino. Il format è da rivedere, io ho diverse proposte"

25.06.2022 ( Aggiornata il 25.06.2022 19:19 )

Anche nel sabato del Gran Premio d'Olanda, i partecipanti alla classe Moto3 si sono distinti per manovre ritenute al limite della corretta condotta sportiva. Durante il turno di qualifica, si sono sprecati serpentoni di moto, divagazioni nelle vie - asfaltate, ovviamente - di fuga, rallentamenti e tergiversamenti strategici. Ad Alessandro Tonucci, ex pilota e attuale manager dell'Angeluss MTA Racing, le dinamiche sono balzate dirette agli occhi: "Sì, e non è la prima volta, è già successo di assistere a turni di qualifica del genere - conferma - quindi ho maturato la seguente idea: il format è sbagliato, perché non è possibile come molti piloti si fermino da qualche parte in pista, aspettando o cercando chissà chi o chissà cosa. La cosa è da rivedere, e presto".

Da cosa derivano certe azioni?

"Quasi tutti hanno bisogno di un riferimento, se vogliono attaccare il cronometro. Ciò è molto pericoloso, perché vediamo scene incredibili: da quello che tira come un pazzo e poi chiude improvvisamente il gas, creando un potenziale impatto con moto che stanno sopraggiungendo. Si formano parecchi trenini, nei quali accade il peggio".

Appunto, peggio il trenino o le uscite di pista e il ritorno in traiettoria?

"Sono pericolosi entrambi. Il trenino è quasi inevitabile, considerando le simili se non identiche prestazioni delle moto. In qualche modo, è inevitabile non avere gruppi di piloti uno dietro all'altro, soprattutto in gara. Capisco la situzione. Per quanto riguarda le uscite dal tracciato volontarie, nella strategia di attendere ed evitare l'usufrutto altrui di scie, è altrettanto rischioso. Colui sopraggiunga non sa cosa potrebbe succedere davanti; gli incidenti sono ipotesi più che probabile".

Ale Tonu: "Una volta si lavorava meglio in funzione gara"

Tonucci continua la propria descrizione del problema: "Anche i turni di prove libere, sono oggi snaturati. Se nel passato le sessioni erano dedicate alla messa a punto della moto e alla scoperta del circuito, cose utili per la gara domenicale, adesso non è più così. Ormai viviamo turni di pre-qualifica, a discapito del metodo di lavoro e della sicurezza. Tutti sono al limite e la sorte ci mette lo zampino".

In che senso?

"A volte, entrare o rimanere fuori dalla Q2 è questione di fortuna e sfortuna. Ma non lo affermo per pararmi dietro ad alibi o scuse del caso, è proprio vero. Se non si coglie l'attimo, si sta fuori, magari di qualche millesimo. Abbiamo visto situazioni in cui le scie determinavano i risultati delle qualifiche, con relativi problemi già citati".

Dicevi che il passato era differente.

"Il programma prevedeva due turni di prove libere, altrettanti di qualifica. Si girava tutti assieme e, il computo della classifica combinata delle qualifiche, dettava la griglia di partenza. Più avanti sono arrivate tre sessioni di libere, senza valore di ammissione alla qualifica, poi si disputava la qualifica stessa, ancora tutti in pista. Era la cosa migliore, poiché nelle libere si poteva lavorare bene sulla moto, evitando stress e problemi. Problemi avuti in gara, ovviamente".

Moto3 come la Formula 1

Alessandro ricorda come, seppur saltuariamente, anni fa si creavano trenini e inseguimenti: "Certo, ogni tanto capitava che qualcuno cercasse la scia o si mettesse in bagarre. D'accordo, ci stava, ma ogni tanto. Qui ad Assen, invece, abbiamo avuto la conferma di quanto i turni siano sempre più simili a pit stop da Formula 1. I meccanici devono cambiare gomme al volo, il pilota si ributta in pista di fretta e furia. E sai perché? Perché tutti vogliono fare il giro perfetto, alla morte e al millesimo di secondo".

Di conseguenza, hai riscontrato problemi di assetto in gara?

"Parlando della nostra KTM, dico sì. Per esempio, in Qatar partivamo settimi con Ortolà. Ivan stava disputando una bella corsa, poi è crollato di giro in giro. Ci sta che lo spagnolo fosse rookie, la squadra inedita e da rodare, e tutti i parametri del caso. Tuttavia, era chiaro come l'assetto della KTM fosse perfettibile. E' successo a causa del format proposto dal venerdì sino alla qualifica: gomma nuova, caccia al tempo migliore possibile, poca dedizione alla messo a punto valevole per la lunga distanza. Lunga distanza in cui, appunto, vengono fuori le beghe".

Hai proposte migliorative?

"Tornare ai tre turni di prove libere, senza che questi determino accesso alla Q2. Poi, qualifiche tutti assieme, come si faceva sino a pochi anni fa. Oppure, se si vuole bloccare il fenomeno delle scie, una sorta di superpole a giro secco per ciascun pilota. Altrimenti, una qualifica dove entrano tutti in pista, alternatamente e dieci secondi uno dopo l'altro. Immaginate di avere tutte le moto in pit lane: il commissario ferma il primo partente, lo fa scattare, conta 10 secondi, dà il via al successivo. E si continua sino all'ultimo. Il giro disponibile sarebbe uno, al limite della velocità, però attendibile e fedele al valore del binomio pilota-moto. E si eviterebbe incidenti o episodi brutti come già visto dal Qatar all'Olanda".

Con relativi benefici.

"Ci sarebbe il vantaggio per ogni protagonista, 'costretto' a girare da solo sia in qualifica che nelle prove libere. Il gap alternato di dieci secondi metterebbe ognuno di loro in sicurezza, inoltre le inquadrature televisive gioverebbero a squadre, sponsor e marchi.  Diversamente, da quanto visto oggi, la situazione prevederebbe penalizzazioni a raffica. Chissà se arriveranno punizioni o sanzioni di sorta. L'ho detto con un format di qualifiche più sensato, basta pericoli, dubbi e penalità. Provare per credere".

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