MotoWeek, Dutto: “Ero un pilota prima dell'incidente e lo sono tutt'ora”

Dove si trova la forza per reagire a un'incidente che provoca una disabilità? E il coraggio di ritornare in sella? Ecco la testimonianza di Nicola Dutto nell'intervista di Fiammetta La Guidara

2 dicembre 2020

Se si pensa al motociclismo e alla disabilità, c'è un nome che salta subito in mente ed è quello di Nicola Dutto, il primo pilota paraplegico a concludere l’Africa Eco Race.

Quel pilota piemontese che nel marzo del 2010 è incappato in una caduta a 150 km/h durante la prima prova speciale del campionato europeo Baja, che gli ha procurato una lesione del midollo spinale tale da fargli perdere in maniera permanente l'uso delle gambe. Un infortunio che però non ha tolto a Nicola la voglia di montare in sella e competere, nonostante la paraplegia.

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Quanto è stato difficile reagire a un incidente del genere?

"Reagire è stato tosto - racconta Nicola alla nostra Fiammetta la Guidara -. Sai, ti trovi di colpo catapultato in una realtà che non è la tua, che non sei abiutato ad affrontare. Devo dire che a me ha aiutato tantissimo il fatto di essere un atleta - alla fine, ero un pilota prima e lo sono tutt'ora -. E soprattutto essere un atleta di off-road. Arrivo dall'enduro e poi le Baja e i rally in moto. Noi tecnicamente, in moto, nei fuoristrada siamo abituati ad affrontare degli ostacoli quotidianamente, in ogni singola gara, e a superare questi ostacoli fisici proprio, dalle pietre al fango, ai tronchi in mezzo ai sentieri. E io non ho fatto altro che trasportare questa mia attitudine in quello che mi è capitato con l'incidente. È chiaro, non è stata una passeggiata, perché in riabilitazione ci sono stato nove mesi. Ma pian piano, in questi nove mesi, ho cercato di riprendere in mano quella che era la mia vita".

Nel video, l'intervista completa.

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