MotoWeek, Uncini: “La mia Suzuki era un disastro”

"Nell'83, quando hanno rivoluzionato completamente la mia moto eravamo praticamente fuori stada" racconta l'iridato del 1982, ospite di Motoweek

Motosprint

4 dicembre 2020

Tra gli uomini simbolo della Suzuki, non si può non annoverare Franco Uncini, iridato con la Casa di Hamamatsu, nella classe 500, nel 1982.

Dopo aver ripercorso il viale dei ricordi di una stagione che lo ha reso l'ultimo italiano a salire sul tetto del Mondo prima dell'avvento di Valentino Rossi, intervistato dalla nostra Fiammetta La Guidara - insieme a Mirko Colombi - Uncini ci ha dato il suo parere sul team attuale del costruttore giapponese, che ha centrato il titolo piloti 2020 con Joan Mir.

Suzuki, quest'anno, sembra non avere soltanto la moto più equilibrata, la GSX-RR, ma il team Ecstar sembra anche essere il meglio amalgamato, con Davide Brivio e i due piloti, Mir e Rins. Tu che te ne intendi di dinamiche di garage, quale pensi che sia il loro segreto?

"I due piloti sono due piloti fenomenali, e il risultato direi che lo dimostra. Per cui, diciamo che hanno avuto la fortuna di trovare due buonissimi piloti, come Mir e come Rins. Oltretutto, adesso la Suzuki è molto equilibrata. Una moto che va bene ciclisticamente, va bene motoristicamente, è un bel pacchetto. Quindi, una moto assolutamente competitiva. E i risultati parlano chiaro".

"Il vero problema di Suzuki, se vogliamo parlare di problema, è purtroppo la loro storia è decennale, nel senso che, a parte gli anni '81 e 82', Lucchinelli e poi io, poi dopo sono trascorsi quasi dieci anni per la vittoria di Kevin Schwantz, '93. Poi altri quasi dieci anni, con Kenny Roberts e adesso sono passati vent'anni. Il vero motivo di questo io te lo so dire perché nell'82 era sicuramente così: se vogliamo parlare di difetto, è che loro vogliono sempre rivoluzionare il tutto. Anche un pacchetto vincente. Perché nell'83, quando hanno rivoluzionato completamente la mia moto, io ho provato a convincerli a continuare con quella dell'82 con delle piccole modifiche, invece no. Avevano modificato il tipo di motore, il diagramma del motore, il telaio. Tutto completamente nuovo. Ed eravamo praticamente fuori strada: nell'83 era un disastro la mia moto. Quando, invece, nell'82 era competitiva. Io non dico che nell'83, con la moto dell'82, avrei vinto il Mondiale, ma sarei stato competitivo sicuramente, con i giusti aggiornamenti".

Guardate il video, per l'intervista completa!

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