MotoWeek, Lucchinelli: “Elettronica? Preferirei affidarmi al mio polso”

"È una dote che ho avuto e che non hanno tutti, invece l'elettronica c'è per tutti", racconta "Lucky", ospite a MotoWeek

Motosprint

4 dicembre 2020

Tra gli ospiti di Motoweek non poteva mancare Marco Lucchinelli. In pochi sono riusciti a emulare le gesta dell'iridato della classe 500 nel 1981 e portare sul tetto del Mondo la Casa di Hamamatsu, che quest'anno è riuscita a centrare il titolo piloti con Joan Mir.

Ma quello attuale è un motociclismo completamente diverso da quello vissuto da Lucchinelli che, ricordata la conquista del suo titolo, pone l'accento sulla questione dell'elettronica.

Com'erano da guidare le 500 2 tempi senza elettronica, sia sul bagnato che sull'asciutto?

"Hai fatto una domanda che è bellissima. Io l'altro giorno, guardando la gara sul bagnato, una gara di quelle giuste della MotoGP, ho notato che non si muove proprio più niente. Neppure il posteriore, neppure in rettilineo. Con 260 cavalli. Noi ne avevamo miseri 130, o 138, non mi ricordo nemmeno più, per la moto, come diceva il mio meccanico, 'si muoveva come le tr**e, proprio'. Muoveva il culo, non so come dire. Adesso non si impenna, non scivola, non ti sputa addosso. Con 260 CV, dovrebbe farti di tutto. Sinceramente".

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Dato che tu guidi ancora spesso quelle moderne e conosci bene le altre, quelle con cui hai gareggiato e vinto, tu quale preferiresti gestire? Quella con il tuo polso o affidarti alla tecnologia?

"Io personalmente sono della vecchia scuola, quindi mi affiderei al mio polso, perché è una dote che ho avuto e che non hanno tutti. Invece l'elettronica c'è per tutti. E purtroppo, l'elettronica, è vero che fa vedere forse delle belle gare, però è un aiuto. Vuol dire che senza quella non potresti andare e non è merito tuo allora, mi viene anche da dire è un aiuto che arriva dall'elettronica".

Guardate il video per vedere tutta l'intervista a "Lucky"!

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