Trial: italiano al via, contro la crisi

Trial: italiano al via, contro la crisi
"La FMI ed il Comitato Trial hanno preso atto della situazione e con coraggio cercano di fare qualcosa di nuovo", spiega Albino Teobaldi di Federmoto

Redazione

15.04.2016 ( Aggiornata il 15.04.2016 11:19 )

Questo weekend a Spoleto parte il campionato trial, con oltre cento piloti al via. La principale novità arriverà dalla categoria TR1 dove tutti cercheranno di fermare la marcia inarrestabile del poliziotto della Gas Gas sei volte tricolore, Matteo Grattarola che nella sua marcia vittoriosa ha inanellato ben quattordici vittorie consecutive. Se lui resta il pilota da battere altri si pongono come avversari, giovani e meno giovani comunque ci proveranno. Daniele Maurino, passato alla Sherco, sembra essere sulla carta uno dei candidati a mettere il bastone tra le ruote al “Gratta”, poi c’è il compagno di marca Gas Gas, Gianluca Tournour, vice campione italiano che spera di tornare in forma come nel finale della scorsa stagione e l’esperto Francesco Iolitta (Beta) se in forma potrà sicuramente dire la sua per la classifica nella TR1. E poi ci sono i giovani: èartiamo da Luca Petrella che nella TR1 debutta portando al via la nuovissima TRS che ha già dimostrato alla Due Giorni della Brianza e nella prima del mondiale giovani in Spagna di averci preso facilmente la mano. Attenzione anche ai compagni di marca alla Beta Filippo Locca, Francesco Cabrini, Giacomo Saleri e Pietro Fioletti tutti attesi per un grande campionato, . Tra le news va aggiunto il gradito ritorno dopo una stagione di stop forzato Matteo Poli passato alla Scorpa, mentre la pattuglia straniera per ora si riduce solo allo spagnolo Francesc Moret in sella alla Vertigo.   LE NOVITA' - Semplificazione, libertà per il pilota e un giudizio meno oggettivo sono le novità. Ad anticiparlo è Albino Teobaldi, il Coordinatore Nazionale della Federazione Motociclistica Italiana. Il Trial sta vivendo da diversi anni un periodo di sofferenza e di crisi di mercato", spiega Albino Teobaldi. "Sappiamo bene che le cause sono molte ma le restrizioni ambientali, la crisi economica ed i giovani che sono indirizzati verso altre attività, sono un dato di fatto sociologico.  Il Trial parte già con numeri ridotti di mercato, in più la continua esasperazione tecnica dei mezzi non permette più un approccio facile ed immediato. Anche a fronte di costi più alti, al Trial si preferisce il Cross o l'Enduro, perché consentono ad un neofita un approccio più graduale. Oggi per guidare una moto da Trial devi essere già in possesso di un discreto bagaglio tecnico, altrimenti diventa molto, ma molto difficile”. Ma non si è discusso forse troppo sui regolamenti? “In questi anni abbiamo provato diverse soluzioni ma, per essere obiettivi, bisogna dire che non siamo arrivati a qualcosa di veramente nuovo, anzi. Da un certo punto di vista si è addirittura penalizzato il praticante di primo livello rendendo sempre più soggettivo il giudizio delle penalità. Abbiamo ascoltato il parere di tutti con il risultato che il Trial rischia di parlare solo a se stesso senza uscire dalla ristretta cerchia dei soliti. Forse l'unico tentativo che aveva un senso è stato il Free Trial che ti permetteva di scegliere il tuo percorso senza nulla imporre. Chi si occupa dell'attività di base come noi, non può fare riferimento solo a supercampioni come Adam Raga che in un video si allena senza la ruota anteriore... Senza nulla togliere al campione ma dobbiamo pensare ai giovani e alla base dei praticanti”. Quali decisioni sono state prese per la stagione che parte questo weekend? La FMI ed il Comitato Trial hanno preso atto della situazione e con coraggio cercano di fare qualcosa di nuovo: una scelta che forse in parte stravolge il Trial tradizionale, ma almeno facciamo qualcosa per portare nuova linfa e nuovi appassionati nel settore. Sintetizzando: semplificazione, libertà per il pilota e un giudizio meno esasperato e meno soggettivo sono gli assi portanti del rinnovamento che mettiamo in atto per il 2016. So bene che ci esponiamo a critiche, lamentele e giudizi di parte, ma non possiamo più aspettare e per questo abbiamo deciso di fare qualcosa di veramente utile per l'accesso al Trial. Con il nuovo regolamento stiamo cercando di dare un futuro alla specialità; altre discipline lo hanno già fatto da tempo.  Ci vorrà un po' di tempo, ma se riusciremo ad invertire la tendenza e a interessare qualche nuovo trialista vorrà dire che saremo stati lungimiranti e che siamo sulla strada giusta” E per i piloti italiani impegnati nel Mondiale? “Questo è un aspetto a prima vista negativo: ci saranno da parte dei nostri delle difficoltà per l'allenamento, ma è un prezzo del quale abbiamo tenuto conto. La Spagna, da anni leader del mondiale con quattro piloti, adotta un regolamento non molto distante dal nostro... Vorrà dire qualcosa".

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