Diari dalla pista: KrowdRace 2019, flat track con il casco "touring"

Diari dalla pista: KrowdRace 2019, flat track con il casco "touring"

In soli due mesi, abbiamo preparato una moto per partecipare alla prima edizione della gara tedesca. Siamo scesi in pista con poca esperienza e con un casco inusuale. Ma efficacissimo. Ecco il racconto del week-end

G.M. Turtur

07.08.2019 13:37

Mi sono innamorato follemente delle gare flat track sul mezzo miglio poco tempo fa: in circa due mesi di lavoro incessante nel box sotto casa, la sera e nei momenti liberi, ho realizzato una moto su base Husqvarna 510 da supermotard, adattata per questo tipo di gare. Poi sono arrivati gli allenamenti in piccole piste ovali, dal fondo non sempre congruo alla disciplina della derapata suprema. Ma, a volte, basta accontentarsi per inseguire un sogno...
L’invito da parte di Jörg Litzenburger, mente e corpo dell’evento Glemseck 101, è stata la scintilla: così sono partito per coprire i 2500 km,  andata e ritorno, che separavano Roma dalla Rhein – Main Arena, a Diedenbergen in Germania, per partecipare alla prima edizione della KrowdRace 2019. All'arrivo, incontro piloti arrivati da tutta Europa, su moto di varie epoche: dalle monocilindriche inglesi anni 60 alle grosse e moderne bicilindriche americane, passando per qualche twin giapponese e italiano fino alle mono austriache e svedesi. Il meglio del meglio della scuola europea del flat track....

VIA IL FRENO ANTERIORE - Già dalle verifiche tecniche del sabato mattina mi rendo conto che non si scherza. Si controlla attentamente l’omologazione del casco e il Nolan N87 Emblema N-Com Spark Yellow non ha problemi a passare l’esame. Presentarsi in pista con un casco top di gamma nel segmento touring è stato un un esperimento, che alla lunga si rivelerà una scelta azzeccata. 
Durante i controlli fanno togliere la leva del freno anteriore e subito una goccia di freddo sudore bagna la mia fronte: sugli ovali , in questo tipo di gare, il freno anteriore va tolto, mentre nei circuiti TT viene mantenuto perché ci sono curve sia a destra che a sinistra. Io ho sempre provato in circuiti TT….. Pensare di arrivare a gas spalancato e frenare solo con il posteriore che scivola un po’ mi terrorizza, ma non posso mollare ora. Non avrebbe senso.

INIZIO TRANQUILLO - Il tempo di vestirsi ed è già ora delle sessioni di prove libere e obbligatorie: due giri per categoria. Pochini per potersi ambientare bene. All'inizio sono cauto, cerco di sentire quanto la moto tenga in curva, cerco la posizione migliore e copio le traiettorie dei più veloci, ma non è facile arrivare al momento di girare sulla terra a circa 80/90 kmh e non avere la possibilità di frenare bene. Mi blocca molto nella velocità d’ingresso curva mentre l’uscita è meno complicata, grazie alla grande spinta dei 510cc della Husqvarna e alla trazione dei Maxxis.

PRIME SODDISFAZIONI - Dopo 2 turni di prove è già l’ora della prima manche. Sei piloti a contendersi i punti per passare il turno. La pista viene bagnata e ripristinata ad ogni gara, il che rende tutto più interessante. Si parte tipo Speedway, in linea con una fettuccia che si alza dopo la luce verde. Non forzo la partenza per evitare di far danni a me e agli altri piloti. Osservo le traiettorie degli avversari e le copio. Ad ogni giro che passa mi sento più a mio agio con la moto ed il tracciato. Del freno anteriore non mi preoccupo più. Incredibilmente, alla fine dei 4 giri arrivo quinto e prendo il mio primo punto in classifica. Sudato ma felice me ne torno nel mio posto tenda dove dormo e tengo la moto. Il resto del giorno è attesa nel vedere gli altri partire, soffrire, gioire e vincere la loro batteria.

TIFO E AGONISMO - Come spesso accade nello sport, si gioisce e si soffre per le vittorie o le "disgrazie" altrui. Sia il pubblico che l’intero paddock piloti è pronto ad esclamazioni, urla di incitamento ed fischi d’approvazione. Non importa chi sia il vincitore, ciò che conta è lo spettacolo e il sano agonismo. Una nottata piovosa mette in dubbio la seconda parte della manifestazione. Alle 10 di mattina del giorno dopo, nel circuito di terra rossa e sabbia ci sono parecchie pozze. Le facce degli organizzatori sono tese. Il cielo grigio regala una tregua, che permette agli addetti in pista di rimuovere pozzanghere e solchi. Un’ora d’attesa ed il circuito è pronto…

SONO IN FINALE! - Salgo sulla moto pieno di interrogativi: come si comporteranno le gomme? La pressione sarà giusta? Il terreno pesante frenerà di più la derapata?  Non c’è più tempo per queste domande, è il turno delle prove obbligatorie prima della semifinale. E, qui, una sorpresa: con il terreno più compatto la mia Husky sembra andare molto meglio, azzardo ingressi in curva più veloci con il posteriore che spazza allegramente la curva. E’ un’infinita goduria. In semifinale arrivo quarto, incredibile. Vuol dire che nel pomeriggio parteciperò alla finale a quattro. Non ci sarà storia, i primi tre seppur a vista non saranno mai alla mia portata, perciò conscio delle mie capacità mi concentro sullo stile e sulle traiettorie, godendomi, motore al massimo, la potenza della mia moto. Il sorriso, una volta tolto il casco sarà a 32 denti. Che bella esperienza, che belle emozioni.

La decisione di indossare il casco touring si è rivelata giusta: mi ha protetto da sassi e polvere e l’ottima aerazione mi ha permesso di non sudare troppo, in modo da non perdere lucidità e attenzione nella guida. Chissà, magari ho lanciato una nuova moda: il casco turistico nel flat track...

(foto di Christine Gabler e Marc Holstein)

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