Krowdrace Cup: derapate sulla sabbia nera

Krowdrace Cup: derapate sulla sabbia nera

Noi di Motosprint abbiamo partecipato all’edizione 2020 della gara flat track a Wolfslake, in Germania. Vi raccontiamo com’è andata

G. M. Turtur

05.10.2020 23:21

Come un raggio di luce in un grigio cielo, due arditi organizzatori, Hermann e Martin sono riusciti dove molti non hanno potuto. Dopo vari rinvii e spostamenti di data e luogo, la prima gara della Krowdrace Cup si è svolta Wolfslake a Branderburgo, a circa 30 chilometri da Berlino: settanta piloti da sette Paesi diversi, dieci categorie e una pista di sabbia nera a forma di “avocado”. Ecco gli ingredienti per la gara di Flat Track più bella e folle d’Europa. Noi di Motosprint vi abbiamo partecipato. La prima cosa che ci è stata comunicata dagli organizzatori è stato il protocollo di sicurezza Covid 19, da mantenere durante la due giorni di Flat Track: per cui distanziamento anche tra piloti, accompagnatori ridotti all’osso, mascherina e attenzione all’igiene. Ci siamo presentati nella categoria Rookie con una Husky 501 del 2009. Nel Flat, le diverse categorie permettono a chiunque abbia una moto con le ruote da 19 pollici di poter correre.

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QUANTE CATEGORIE! - La giornata del sabato è stata all’insegna delle prove libere. La pista di Wolfslake è composta da una sabbia nera con fondo duro, che permette di far scivolare la moto senza impuntarsi e la forma ad avocado dava quella difficoltà in più per le varie curve di diverso raggio. Le varie categorie racchiudevano tutti i generi possibili nel mondo delle 2 ruote; NewBie con motori sotto i 500cc. Rookie alle prime esperienze con cilindrata max di 600cc. Run What You Brung, moto sotto ai 600cc di vari anni e modelli, tra cui due Vespe anni 60/70. Super Girls, riservato alle donne cilindrata libera, Super Girls Pro per ragazze più esperte. Amateur con moto di cilindrata tra i 400e i 650 cc. Thunder Bike categoria mista con moto recenti post 1998. Vintage True Gold con bicilindriche pre 1960. Vintage Modern Classic, mono e bicilindriche pre 1978.

TRE MANCHE PER LA FINALE - Il giorno della gara è tutt’altra cosa. L’atmosfera tra piloti è sempre stata amichevole, ma c’era più tensione, un misto tra sana competizione e interrogativi su come fosse cambiata la pista durante la notte. Perché, se ce una cosa che è variabile nel Flat Track è proprio la pista: la sabbia di qualunque tipo essa sia, cambia a seconda dell’umidità, del vento o di come viene bagnata e come asciuga. Perciò dopo le verifiche tecniche su motocicletta e casco, si attende, distanziati, il proprio turno per le manche di qualificazione. Si fanno tre manche e si sommano i piazzamenti che ogni pilota ottiene in ogni sessione. Il totale dei punti guadagnati nelle manche fa guadagnare il diritto di partecipare alla finale e alla posizione in griglia di partenza. La prima manche sono partito in ultima fila, guadagnando poi la quinta posizione e così fino alla bandiera a scacchi. Nella seconda manche sono scattato da metà schieramento: dopo il via, ho recuperato fino alla seconda posizione, tenendo un buon ritmo, fino a quando su un tratto molto umido, la moto ha sbandato con anteriore e posteriore. Sono rimasti in piedi per miracolo ma purtroppo chiudendo ancora quinto sotto la bandiera a scacchi. Nella terza manche, partito in prima fila, sono scattato rapido al semaforo, e conquistata la prima posizione ho pensato solo a non strafare, per portare a casa il punteggio pieno. Ottenuto l’ingresso alla finale ci rilassiamo e guardiamo le manches degli altri. Vedere le Supergirls Pro e i Pro è qualcosa di incredibile: dove noi Rookie e Amateur siamo ancora a gas parzializzato, loro sono a manetta già dritti per scaricare tutta la cavalleria delle loro moto. Pazzeschi.

CHI TROPPO VUOLE... - In finale parto dalla seconda fila con il quinto tempo, e posso scegliere la casella da dove partire: prendo una posizione centrale, che possa permettermi di guadagnare qualche posizione. Punto al podio. Semaforo verde e la Husky si fionda alla prima curva in seconda posizione, ma anche gli altri piloti hanno le stesse intenzioni, e così si scatena una bagarre tra i primi quattro piloti. Riesco ad tenere la terza posizione, quando nella curva più stretta del circuito intravedo la possibilità di prendermi la seconda posizione. Purtroppo la gomma posteriore non è dello stesso avviso, perdo aderenza ed scivolo in derapata. Mi rialzo, ma il braccialetto di sicurezza ha fatto spegnere la moto, perciò si interrompe la manche con le bandiere rosse. La gara riparte per tre giri, ma purtroppo sono fuori. Peccato, se mi fossi accontentato ora avrei la Tabella con il N. 3 in salotto in bella vista. Ma queste sono le gare. E in fondo mi sono divertito lo stesso. I colori italiani sono stati difesi alla grande da Sami Panseri, primo nella finale Amateur e da Nico Sorbo, primo nella ThunderBike. A fine giornata, chi più chi meno portava il nero della sabbia di Wolfslake sul viso o sull’abbigliamento, ma il tutto era illuminato da grandi sorrisi e pacche sulle spalle.

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