Yamaha, Botturi si racconta in esclusiva tra passato, presente e futuro

Yamaha, Botturi si racconta in esclusiva tra passato, presente e futuro© Yamaha

Alla prima edizione dell’Off-Road Camp di Yamaha non poteva mancare il pilota di Lumezzane che ci ha raccontato in esclusiva i suoi progetti 2022

23.03.2022 ( Aggiornata il 23.03.2022 17:41 )

A Maggiora, in occasione del primo Off-Road Camp organizzato da Yamaha, era presente una delle bandiere della Casa di Iwata: Alessandro Botturi. Il bresciano ci ha rilasciato un'intervista in esclusiva in cui ha parlato del suo prossimo futuro, dove lo vedremo impegnato quest'anno, dell'unica idea possibile per poterlo rivedere alla Dakar e della sua bella carriera, di cui può andare fiero.

Come sta andando questo 2022?

Bene, Yamaha ha tante belle novità e soprattutto sta curando molto i loro clienti. Questa a Maggiora è una grande manifestazione, è il primo anno ed è già un successo. Io tra poco farò l’italiano Motorally e poi sarò all’Africa Eco Race (ecco le nuove date), anche se non posso dire altro. Sono contento perché Yamaha sta credendo molto nel Moto Adventure, ci sono tanti appassionati e questa vicinanza dà la possibilità a tutti di essere una grande famiglia, è tanta roba".

Come ti prepari all'Africa Eco Race?

Mi alleno in Tunisia una settimana. Andrò a fine ottobre a fare una gara internazionale e poi durante l’anno farò una sessione di allenamento nel deserto ogni tanto e in Sardegna. Abbiamo la fortuna di avere un’isola veramente felice, dove fanno tante manifestazioni”.

Vista la tua lunga carriera, hai un ricordo che più ti è rimasto nel cuore legato alla Dakar o alle altre gare?

Ne ho tantissimi sull’Africa Race, è un mondo molto particolare, dove l’avventura è la parte principale e lo spirito che si ha tra piloti è veramente bello. Se uno cade o è in difficoltà ci si ferma e si chiede se ha bisogno, quando in qualsiasi altro sport lo spirito è diverso. Poi quando si finisce la speciale ci si confronta sempre con gli avversari, perché prima di essere degli avversari sono persone che stanno vivendo con te una grande avventura. È bello fare il trasferimento insieme, magari al mattino presto, quando siamo tutti imbacuccati. È un mondo bellissimo che ti fa venire il mal d’Africa”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Nella mia carriera ho già dato e mi sto divertendo ad andare in moto, senza pressioni. Quello che viene è tutto in più. Così viene anche più facile fare risultato. Quando sono in gara viene fuori quello spirito di combattere, però non devo più dimostrare niente. Visto che farò l’Africa Eco Race proverò a difendere quello che ho conquistato negli ultimi anni”.

Dove ti vedi tra 5 anni?

Già da un po’ ho cominciato a portare le persone in giro per il mondo, mi piace tantissimo far rivivere a loro quello che ho vissuto io in gara. Senza l’ansia del cronometro. E vedere la gente che è soddisfatta, che mi chiama quando gli organizzo qualcosa mi rende molto contento. Collaboro con parecchie aziende di settore per aiutare lo sviluppo. Mi piace questo mondo, non mi vedo lontano da qui. Sono più di trent’anni che ho la licenza, ci ho passato quasi tutta la vita. Sto raccogliendo i frutti del mio lavoro”.

Ti piacerebbe tornare alla Dakar?

Farla con un 450 per mettermi nella mischia no, farla con una derivata di serie con l’obiettivo di essere uno dei primi a portarla a traguardo, allora sì. Sarebbe una sfida nuova. Pensare di mettermi ancora in mezzo alla mischia, mi piace, ma il livello è altissimo. Sono stato anche a dicembre con Adrien Van Beveren, mi diceva di tornare che ho ancora un bel passo, ma alla fine ho in testa altre cose e il Téneré penso sia il mio futuro”.

Un ricordo della Dakar?

La prima è stata bellissima, un mondo magico, è una cosa grande. Non ero abituato a vedere tutti i mezzi a motori. Arrivavo dal Mondiale Enduro ed eravamo solo noi delle moto. Mi sentivo come un bambino a Gardaland. Le avventure sono state tante. Alla Dakar ho forse più ricordi brutti che belli: rotture della moto all’ultimo giorno quando mi giocavo un podio, caduta quando avevo un polso rotto e volevo arrivare al traguardo ed ero ancora nei 10. Non ho rancore però, ho sempre dato il massimo, è sempre stato nel mio spirito correre dando il 110% e questo mi è sempre stato riconosciuto”.

Come descrivi in poche parole la tua carriera?

Ho raccolto glorie e dolori, come chiunque nella vita normale. Ci sono periodi in cui sei al top e periodi in cui vorresti nasconderti. La carriera di un pilota è questa, ma io sono contento perché il nostro è un mondo di appassionati. Da quando sono andato alla Dakar, quando vedo qualcuno che parte anche per un viaggio lo rispetto tantissimo perché so quello che sta facendo e cosa sta provando, so che sta realizzando un sogno che sia grande o piccolo, è identico”.

La passione per i Rally Raid protagonista all'evento di Bivacco Italia

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi