Enduro: Will Ruprecht, il canguro volante

Enduro: Will Ruprecht, il canguro volante

"Sono cresciuto ammirando il mio concittadino Bayliss, ma ho sempre preferito l’off-road. L’enduro è la mia vita, ho scelto di lasciare l’Australia per diventare campione del mondo, e il team Tm-Boano mi offre l’occasione perfetta"

02.08.2021 ( Aggiornata il 02.08.2021 20:06 )

Aveva le moto nel sangue già da bambino, guardando correre Troy Bayliss in Superbike e successivamente in MotoGP. Papà Paul e mamma Bec, coltivatori di ostriche, lo avevano capito già a sei anni, dopo averlo messo su una piccola Honda XR50 da Fuoristrada. Oggi, dopo 17 anni, il legame viscerale tra il ventitreenne Wil Ruprecht e l’Enduro assume ormai un aspetto definitivo. A rivelarlo è Jarno Boano, che alla fine del 2019 ha puntato sul giovane australiano per disputare il mondiale Junior 2020, vedendo in lui quel potenziale classico di altri piloti australiani divenuti poi campioni del Mondo. Come Shane Watts, primo australiano a vincere un mondiale Enduro (1997), Stefan Merriman, quattro volte campione del Mondo (2000, 2001, 2003 e 2004) e, più recentemente, il tre volte iridato Matthew Phillips (2013, 2014 e 2016).

Sempre tra gli Enduristi australiani vanno ricordati Toby Price, vincitore di due Dakar e tra i protagonisti assoluti di alcune Sei Giorni con la Nazionale “aussie”, e Daniel Sanders, che dopo aver corso nella EnduroGP 2017 e vinto alcune Sei Giorni con l’Australia, ha concluso quarto assoluto all’ultima Dakar. Insomma, pur vivendo dall’altra parte del Mondo, gli australiani hanno sempre avuto un feeling particolare con l’Enduro e Wil, quest’anno, sta facendo sognare tutti gli appassionati del continente australe. Jarno Boano, che come detto ha creduto in Ruprecht, non nasconde il suo entusiasmo per la presenza dell’australiano in squadra: Wil è una sorpresa un po’ per tutti, perché ha fatto un grande miglioramento durante l’inverno, quando abbiamo deciso di cambiare moto e passare alla TM. Nonostante fosse ancora un Under 23, per il 2021 gli ho proposto di rinunciare a partecipare a quello che avrebbe potuto essere il suo ultimo anno di mondiale Junior e passare subito alla E2. Ha accettato questa sfida con entusiasmo, dimostrando di essere tra i grandi protagonisti della E2 e della EnduroGP, con un solo obiettivo: vincere. Noi lo supportiamo in tutti i modi: Wil è un ragazzo educato, normale, tranquillo, metodico, serio, motivato; insomma un giovane molto più maturo dei suoi 23 anni. Con lui è anche facile lavorare: è con noi da due anni e posso soltanto parlarne bene come persona e pilota. Ha un grande futuro davanti”.

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Le origini


Wil, vogliamo farti conoscere meglio agli italiani, dato che guidi una moto italiana: Ruprecht è un cognome di origini tedesche, perché e quando la tua famiglia si è trasferita in Australia?

“I miei bisnonni sono originari della Germania, ma ormai, da generazioni, viviamo in Australia. I primi antenati sbarcati nel continente erano due fratelli: uno ha aperto un caseificio, l’altro un allevamento di ostriche, che è l’attuale lavoro dei miei genitori".

Da dove viene la tua passione per il Motorsport?

"Papà e mamma sono sempre stati semplici motociclisti, mentre il mio eroe da bambino era Troy Bayliss, che guardavo con occhi incantati in TV. Così ho iniziato a sognare di correre in pista, convincendo papà a regalarmi una Honda XR50”.

In quale specialità hai iniziato a correre? Stefan Merriman, prima di passare all’Enduro e vincere quattro Mondiali, aveva cominciato con le gare australiane Superbike, e Shane Watts con il Motocross…

“Ho iniziato con il Cross a sei anni, poi, a 12 anni, sono passato all’Enduro, perché era più divertente”.

In quale zona dell’Australia vivi?

“Con la mia famiglia, a Taree, che è nello Stato del Nuovo Galles, nel Sud dell’Australia. La città di Bayliss”.

Come e quando hai deciso di trasferirti in Europa?

“Ho sempre sognato di diventare campione del Mondo e la EnduroGP è divenuta il mio obiettivo. Dopo aver passato quasi tutto il 2018 in Australia, per alcuni infortuni, ho preso parte all’ultimo GP, in Germania. Nel 2019 ho fatto il pendolare tra l’Europa e l’Australia, così all’inizio del 2020 ho deciso di trasferirmi in Italia per la stagione delle gare e trascorrere soltanto qualche mese a casa, per le Festività con la famiglia”.

Come è stato entrare a far parte della squadra di Jarno Boano?

“Stavo cercando una squadra che potesse aiutarmi a partecipare al Mondiale. Ho parlato con Jarno ed è stato semplice trovare un accordo, perché la sua squadra è molto diversa dai team australiani, dove ognuno pensa a se stesso. Qui è come una famiglia. Jarno e la sua struttura mi hanno aiutato a colmare questo gap e da due anni sono felice di essermi trasferito a Caraglio, in Piemonte, vicino alla sede del team”.

Cosa ti piace del Team TM-Boano?

“La professionalità, la loro passione e il continuo lavoro di Jarno, Deny Philippaerts e tutti i ragazzi. Se vincere resta il mio obiettivo principale, sono importanti anche i rapporti umani e i consigli che mi vengono dati, perché vogliamo tutti fare del nostro meglio”.

La tua ragazza si chiama Antonina Rizzuto ed è di origini italiane...

“Sì, Antonina è di origini siciliane. Ci siamo conosciuti in Australia, a un evento dove lavoravamo per la Yamaha”.

È vero che Antonina è una nota influencer per quanto riguarda il fitness?

“Sì, è specializzata come personal trainer. Ha un’ottima conoscenza del fitness e della nutrizione, oltre a essere una grande appassionata di moda”.

Sei arrivato al Team Boano nel 2020 come Junior e hai subito vinto la gara degli Assoluti a Carsoli precedendo Verona, Oldrati, Holcombe, Freeman e, la domenica, hai preceduto Holcombe di un secondo…

“Quelle due vittorie assolute sono state una sorpresa, sia per me che per il team. Sapevo di essere veloce e di avere un buon potenziale ma non ci aspettavamo di vincere in quella che è stata la nostra prima gara assieme. Siamo stati felici del risultato anche se l’attenzione era focalizzata sul mondiale Junior”.

Nel 2020, come hai trascorso il lockdown?

“Non è stato assolutamente facile, perché ho dovuto passare alcuni periodi di quarantena in hotel, dopo i voli tra l’Australia e l’Europa”.

Terzo nel mondiale Junior EJ2 nel 2020, poi quest’anno, al debutto nella E2 e EnduroGP, hai impressionato in Portogallo e in Italia, dove hai vinto le due giornate della E2 nella sfida con Holcombe e Garcia, mentre nella EnduroGP hai dato parecchio filo da torcere a Freeman con due secondi posti.

“Lo scorso marzo, alla presentazione del Team TM-Boano, ho detto senza presunzione che dopo aver guidato per una ventina di minuti la mia nuova TM EN 300 Fi 4T ho capito di avere a disposizione una moto perfetta. La moto si adatta molto bene al mio stile di guida; puoi comprarla e correrci senza effettuare alcuna modifica!”.

Cosa ti piace di più della tua TM EN 300 Fi?

“La giusta potenza del motore, l’erogazione e la precisione nell’impostare le traiettorie, oltre alla sicurezza che trasmette. È proprio divertente guidarla”.

"Non avverto la pressione"


Ora hai tutti gli occhi puntati su di te: senti la pressione?

“No. Quest’anno ho cambiato il mio approccio con le gare, con l’obiettivo di dare il massimo in ogni prova speciale, gestendo al meglio i consigli che mi vengono dati da Jarno, Philippaerts e Muraglia. Inoltre, preparo le gare allenandomi in base a una precisa tabella di marcia".

È ancora troppo presto per parlare del 2022, ma cosa ti piacerebbe fare nel prossimo futuro?

"Per ora è importante concentrarsi sulla stagione in corso. La squadra è davvero forte e ben preparata. Stiamo facendo grandi cose insieme”.

Come trascorri normalmente le tue giornate a Caraglio?

“Praticamente non sto mai fermo. Mi alleno tra palestra, bici e corsa. Quasi tutti i giorni». Prima di te, l’Australia ha avuto altri campioni del Mondo nell’Enduro: Watts, Merriman, Phillips, Price, Sanders e Daniel Milner. Chi sono i tuoi idoli tra questi piloti? «Sono tutti grandi piloti ma quando ero giovane i miei idoli erano Merriman, Price e Phillips, con cui ho gareggiato insieme nel campionato australiano”.

Dopo due gare del Mondiale, sei leader della classifica della E2 e secondo nella EnduroGP. Cosa ti aspetti ora?

“In realtà non mi aspetto nulla. Tutto quello che voglio da me stesso e dalla squadra è il maggior impegno possibile per vincere, perché abbiamo le potenzialità per riuscirci. Freeman sta dettando il ritmo ed è difficile da battere. Holcombe ha chiuso terzo a Edolo, nonostante una costola fratturata il giorno prima. Diciamo che fino all’ultimo proveremo a vincere”.

Hai un buon vantaggio nella classifica degli Assoluti d’Italia e sei la grande sorpresa della EnduroGP. Sarai alla Sei Giorni?

“In questo momento non credo che prenderò parte alla Sei Giorni in Italia, perché l’Australia non parteciperà come Nazione, a causa dei problemi della pandemia. Non sto dicendo che sicuramente non correrò; vedremo se, con il Team TM-Boano, riusciremo a trovare una soluzione in una squadra di Club, ma credo sia improbabile”.

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