Jarno Boano, The Mentalist

Jarno Boano, The Mentalist

Dal sogno di diventare pilota come il padre Roberto, alla svolta della Boano Moto e la nascita del team Boano: Jarno ci parla del progetto sviluppato con il fratello Ivan

27.01.2022 ( Aggiornata il 27.01.2022 21:17 )

Fin da quando erano bambini Jarno e Ivan Boano sono sempre stati grandi appassionati di enduro sognando di diventare un giorno piloti per seguire le orme tracciate da papà Roberto. Sì, perché Roberto, dopo un'intensa carriera di successi nel cross e nell’enduro, divenne però più celebre partecipando a 5 Parigi-Dakar (quelle vere che si correvano in Africa attraverso il Sahara) sfiorando d’un soffio nel 1991 da super privato la top ten con la propria Honda Africa Twin.


Se il buon sangue non mente, i Boano Brother divenuti finalmente piloti, hanno collezionato tra il 1995 e il 2005, qualcosa come 14 Medaglie d’Oro alla Sei Giorni, 3 Titoli Mondiali con l'Italia in Maglia Azzurra, 4 Titoli Europei, 7 Campionati Italiani e numerosi podi nelle gare tricolori e GP del Mondiale. Chiusa l’attività agonistica, per dare nuova forma ai propri sogni nell’off-road quali altri traguardi professionali potevano cercare Jarno e Ivan?

La svolta della Boano Moto


Nel mondo dell’enduro i sogni possono trovare nuove realtà con le idee giuste, il lavoro giusto, la giusta voglia di mettersi sempre in discussione. Così nel 2006 i Boano Brother danno una svolta alla Boano Moto trasformando l'azienda di famiglia (nata nel 1976) da concessionaria ufficiale Honda (specializzata anche nella realizzazione di ricercatissime Africa Twin rally), in una factory per allestire moto destinate alle gare di fuoristrada, produrre e commercializzare parti speciali. Ivan si dedica alla progettazione e produzione parti speciali. Jarno, con la moglie Francesca, da vita al Team Boano collaborando fino al 2020 con Beta per passare clamorosamente nel 2021 alla TM Racing di Gastone Serafini che condivide pienamente le innovative strategie aziendali di Roberto Aloi, neo general manager della Casa pesarese.

I numeri del Team Boano


Del resto, gli affari e gli interessi legati allo sport, se non hanno anche un senso nobile, non riescono ad aggiustare ciò che può essersi rotto per chi ha sempre guardato al futuro lavorando a 360 gradi con il massimo dell'impegno. I numeri del Team Boano parlano da soli; dal 2014 al 2019 ha vinto ben dieci Titoli Mondiali, 3 di Team e 7 piloti con Davide Soreca (2014), Daniel McCanney (2015), Matteo Cavallo (2018), Brad Freeman (2017, 2018, 2019) quest’ultimo vincitore anche della EnduroGP (2019). Missione compiuta? Certo perché il bilancio 2021 del Team TM-Boano si chiude con uno strepitoso poker tricolore; tiolo assoluto vinto da Wil Ruprecht, quelli 250 4T, 250 2T, Junior vinti rispettivamente dal ritrovato Matteo Cavallo, Lorenzo Macoritto, Matteo Pavoni, quest’ultimo anche iridato Junior.

Insomma; come ai tempi d'oro del Team KTM-Farioli, il Team TM-Boano è divenuta la squadra di riferimento nello scoprire nuovi talenti dell’enduro dove i piloti respirano e vivono in un clima quasi monastico trovando a Caraglio nella squadra di Jarno Boano quanto di meglio si possa desiderare per crescere grazie all’ambiente solido e a persone giuste tra cui il capo tecnico Tino Roberto Marrocco e Deny Philippaerts, quest’ultimo nella doppia veste di direttore sportivo e pilota.

Il racconto di Jarno: l'intervista


Come è nata l'idea di dare vita al Team Boano?

“Dopo aver vinto il titolo Europeo nel 1994 con l’Husqvarna del Team CH-Racing, l’anno dopo mi sono trovato senza moto. Così insieme a mio fratello Ivan, abbiamo creato una nostra squadra grazie all’aiuto dei nostri genitori e di alcune aziende amiche di mio padre. È stato un 1995 impegnativo perché oltre a correre mi dovevo occupare di tutto per affrontare le gare preparando a volte anche le moto insieme a Tino Roberto Marocco che è stato il nostro primo tecnico. Poi nel 1996 siamo entrati nel Team Jolly di Franco Mayr mettendo in stand by il nostro progetto”.

Come hai organizzato e strutturato la tua squadra negli anni?

“Il Team Boano ha ripreso vita nel 2003 muovendoci nel nostro con due furgoni e due meccanici, di cui Marrocco è sempre con noi. Nel 2005 è iniziata la collaborazione con la Beta con la squadra che si ingrandita con nuovi mezzi per supportare 3 piloti. Sono stati anni impegnativi dove io, mia moglie Francesca e Tino, abbiamo lavorato senza orari. Nel 2010 siamo divenuti Team Ufficiale a Team Supporter crescendo di anno in anno grazie anche a Costa Ligure come main partner. Sono orgoglioso di aver contribuito molto ai successi Beta sia nelle gare, sia commercialmente. Poi a metà 2020 sono stato contattato dalla TM per un progetto importante che ci ha fatto capire di aver sempre lavorato bene. Così dopo una riunione con Francesca, Deny Philippaerts e Tino abbiamo deciso di aderire al progetto TM Racing”.

Ti senti più talent scout o team manager?

“Ci sono due tipi di Team Manager; quelli che hanno i budget a disposizione per piloti di grido e quelli che qualcosa si devono inventare perché il budget è risicato. Li forse è nata l’esigenza di diventare talent scout e organizzare un sistema di lavoro diverso per essere competitivi nei confronti dei grandi Team. Quindi abbiamo messo a disposizione di piloti giovani una struttura di livello ufficiale e un programma di crescita specifico che ha permesso a dei giovani con buone motivazioni di raggiungere sia i loro, come pure i nostri obbiettivi. Essere oggi una struttura di riferimento è una grande soddisfazione”.

Il passaggio nel 2021 alle TM 2T e 4T ha visto il Team Boano subito protagonista nella 2T e 4T. Su cosa si è principalmente concentrato il lavoro della tua squadra lo scorso inverno e quali saranno i vostri programmi per il 2022?

“Gastone Serafini, ci ha trasmesso da subito la sua fiducia e insieme abbiamo lavorato per essere competitivi fin da marzo per la prima gara degli Assoluti d’Italia. Sapevamo che il progetto 4T era già competitivo e con pochi accorgimenti le 250 4T e 300 4T sono risultate performanti. La sfida è stata con i 2T dove la gestione dell’iniezione e molto più complicata. Grazie alla R&D TM e ai numerosi test effettuati da Deny Philippaerts, in breve siamo risultati competitivi. Vincere subito con tutti i quattro nostri piloti con quattro moto diverse in quattro classi diverse, è stato davvero fantastico”.

Il ritorno in squadra di Matteo Cavallo nella E1 con la vittoria del titolo italiano 250 4T, l'exploit di Wil Ruprecht Tricolore Assoluto, il titolo Junior vinto da Matteo Pavoni e quello della 250 2T da Lorenzo Macoritto, hanno visto il Team Boano centrare uno straordinario poker tricolore nel 2021. Ti aspettavi questi risultati alla prima stagione con la TM? 

“Onestamente ci speravo, e dopo aver visto i miei piloti alla prima gara, aggressivi, convinti, veloci e con voglia di riscatto, ho sognato di poterci riuscire tanto che gara dopo gara il sogno è diventato realtà. Il 2021 rimarrà nei nostri cuori per sempre; cambi tutto, ti metti in gioco, tutta la tua squadra ti segue a occhi chiusi, lavori soffri e alla fine raccogli. Ringrazio TM per averci dato questa opportunità, tutti i suoi ragazzi e tutti i miei ragazzi per il lavoro fatto”.  

  

Si ma il tuo fiuto nello scoprire e portare al successo tanti giovani ha fatto diventare il Team Boano una delle squadre per eccellenza anche nel Mondiale EnduroGP 2021 come formazione TM Racing Factory lasciandoti alle spalle la buona e la cattiva sorte.

“TM Racing è un’azienda che già in passato aveva dimostrato di essere vincente e produrre ottime moto. La collaborazione che è nata, ha unito due famiglie caratterizzate dallo stesso DNA verso il fuoristrada per cercare di mostrare al mondo che lavorando bene si possono ottenere grandi risultati e grandi moto per gli appassionati”.

Quale rapporto hai con i tuoi piloti perché si dice che al team vivano a Caraglio con la squadra in un rapporto strettissimo per intensità di programmi, allenamenti in palestra e sulle moto, relazioni di lavoro in officina con i tecnici, abitudini di vita. Insomma; moto e casa quasi fosse un hora et labora.

“Le leggende esistono ed è bello che ci siano. Cerchiamo tutti di avere una relazione aperta e collaborativa con i ragazzi, con i loro differenti caratteri e completamente opposti. La riservatezza nel dialogo con ciascuno di loro fa però funzionare tutto al meglio”.

Nei 15 anni di vita del Team Boano chi è il pilota che ti ha impressionato maggiormente e chi per una ragione o l'altra non ti ha invece dato le soddisfazioni sperate?

“Freeman per caparbietà e voglia di arrivare come ha dimostrato nel 2019 al GP d’Italia a Rovetta nonostante una clavicola fratturata. A livello sportivo sicuramente chi non ha raggiunto quello che meritava è Deny Philippaerts anche se oggi è diventato un punto di riferimento per il Team Boano e per la TM”.

Esiste un pilota perfetto? E quale è pilota che avresti voluto sulle moto del Team Boano ma che non sei riuscito a concretizzare?

“Esistono piloti completi; oggi Freeman è uno di quelli anche se Ruprecht, Cavallo e Pavoni ci stanno lavorando. Il pilota perfetto, dopo anni di gavetta è esistito ed ho avuto anche l’onore di correrci insieme, è esistito; Mika Ahola. Ieri, oggi e per sempre il suo logo sarà sulle nostre moto”.

Tra i team sei stato uno dei maggior sostenitori dei cambiamenti della FIM per il futuro dell'enduro dopo le disastrose scelte del 2017 che avevano visto il Mondiale con solo due classi EnduroGP e Enduro2.

“Ho lottato in passato perché le cose non cambiassero, ma forse non ero ancora considerato nei giusti modi. Dopo quanto successo con il Gruppo KTM abbiamo lottato per la sopravvivenza della EnduroGP e i nuovi vertici FIM, Fabio Muner e lo staff FIM, ci hanno ascoltato. Oggi siamo ritornati in piena salute con il Gruppo KTM che si è riunito a noi. Altre case importanti arriveranno a breve. Sono solo fiero di essere stato partecipe di questi cambiamenti”.

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